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Caio

Creato il 06 dicembre 2011 da Renzomazzetti
Qualsiasi.
Qualsiasi.

Oratore del Senato e dei superbi ricchi malvagi che si nominano grandi, vuoi tu risposta? Io te la dò e breve. Di Patria ti odo ragionare. Non chiedo se ne hai almeno una e se la meriti, quando per te il Senato è tutto, il popolo nulla. Bene ti dico che la mia Patria è quella che nel popolo sta. Piace agli dèi del Senato la causa? A Gracco piace la causa della plebe. E vuoi saperne il perché? Perché il fasto, l’alterezza, l’ira, la gola, l’avarizia, e tutta la falange dei vizi e delle colpe è vostra tutta quanta; e star non può la libertà, la pubblica salute con sì vile compagnia. Ma non voglio ora perdere tempo e parole. Tu sei grande, tu sei vero patrizio, e non m’intendi, non vantarmi i Camilli ed i Fabrizi; imitali piuttosto, e mi vedrai caderti al piè per adorarli. Quanto alle mie leggi che tu inique appelli, tu senatore, tu console, tu parte, giudice acconcio non ne sei. (Mediazione su: Caio Gracco di Vincenzo Monti).

L A   C A N Z O N E   D E L L E    B A N C H E

O Italia mia, vedo le banche e i parchi

Metallici presidii e l’eccedenza

Di carte consorziali,

Ma il marengo non vedo.

Non vedo il franco e il rame and’eran carchi

I nostri padri antichi. Or senza arredo

D’oro e d’argento vuote casse mostri.

Ohimè, quante cambiali

In lunga sofferenza!

E questo è peggio

Che tutte son di deputati nostri

Ricercanti il pareggio

Delle lor tasche, a spese

Del sempre mai diletto almo paese.

Tu, di forma sol vaga,

O Italia ipotecata,

Dormi tranquilla e paga

Sì, paga, Italia mia,

Le tasse a pagar nata

Nella prospera sorte e nella ria.

-Leopardi  Risorto-

 


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