cairano 7x

Da Fabry2010

20-27 giugno
Cairano,

Irpinia d’oriente,

30 giugno
Avellino

Paesi, paesaggi, paesologia

da un’idea
di Franco Dragone
direzione artistica:
Franco Arminio

a cura di: comunità provvisoria
organizzazione: pro loco cairano

Il programma qui e qui.

Per seguire: vedi qui.

Idea di Cairano
di Franco Arminio

c’è una desolazione che è anche beatitudine. c’è un paese piantato come un meteorite nell’irpinia d’oriente, un paese che guarda a un mare d’erba, ai monti picentini, alle alture lucane. cairano guarda a sud dalla sua rupe. non ci sono cose da vedere, nel senso strettamente turistico del termine, ma da cairano si vede molto. bisogna arrivare alla nuca silenziosa del paese: il paese ha letteralmente la testa tra le nuvole. cairano7x è una cerimonia dei sensi. non è un ́adunata di specialisti. è una festa del silenzio e della luce, un cantiere delle arti e del buon vivere. artisti, architetti, archeologi, artigiani, poeti, musicisti, teatranti, registi, gastronauti, pensatori, contadini, nullafacenti, tutti insieme tutti a intrecciare i fili di un nuovo modo di abitare i luoghi considerati più sperduti e affranti. è un ́esperienza per i liberi, per i non affiliati, per chi sente il dolore e la bellezza di stare al mondo, per chi ancora vuole provare a fare un buon uso, un uso semplice e profondo, di noi e del mondo. cairano come luogo d’intreccio, capitale dei confini. ogni arte, ogni persona si sporge sul bordo di se stessa, si pone in bilico, in ascolto di altre arti, altre persone. non si viene qui per esporre le proprie mercanzie artistiche o dialettiche e andare via. non si viene qui per fare un numero, per eseguire uno spartito confezionato altrove. è il momento di smuovere l’immaginazione, costruire progetti che usano la gomma più che la matita. andiamo sulla rupe per cucire in una nuova alleanza il vuoto e il silenzio e la luce e il cibo e il pensiero e l’arte di trascorrere il tempo su queste schiene di terra che si abbassano verso il mare e in cui ogni paese è una vertebra isolata. da questo isolamento vogliamo offrirci e offrire qualche attimo di bene, un’esperienza di comunità che vada oltre i vecchi campanili, una comunità lietamente provvisoria.



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