CalabriaLifestyle// Tropea e Pizzo: alla scoperta della costa tirrenica

Creato il 16 luglio 2013 da Alessandra Casciaro @Ale_Casciaro

Quando vivi in una zona di mare quasi dimentichi che le spiagge non sono tutte uguali e ti lasci cullare da quella mal celata pigrizia che ti spinge a restare dove sei, preferendo un tuffo nelle solite acque piuttosto che affrontare ore di superstrada raccontandoti che infondo il mare è uguale dappertutto.

Per fortuna, però, la voglia di scoprire nuovi posti è più forte di qualunque richiamo alla comodità, così capita che in un caldo sabato mattina di luglio, armati di bagagli, ombrelloni e smartphone (chi mi segue su Instagram ha avuto un “assaggio” live dei posti che ho visitato), si parta per una gita fuoriporta: un “Calabria coast-to-coast” col preciso intento di scoprire cosa nasconda la costa tirrenica ed in cosa differisca da quella parte della regione bagnata dallo Ionio. Un viaggetto in macchina di tre ore circa, da Crotone a Tropea alla scoperta di uno dei posti più suggestivi che abbia mai visto.

Arrivata a destinazione una verità mi si è palesata immediatamente davanti agli occhi: Tropea è diversa da come normalmente ci si immagina una zona di mare. Il paese, piccolo, ma vivo ed animato, è costruito sulla roccia ad una altezza di circa 50 metri dal mare e da una piccola lingua di spiaggia è possibile ammirare i palazzi risalenti agli anni che vanno dal ‘700 all’ ‘800 costruiti a strapiombo sulle rocce. Nuotare nell’acqua limpida, resa ancor più cristallina dal fondale bianchissimo, e nel frattempo ammirare costruzioni tanto antiche e tanto spettacolari è un’esperienza indimenticabile, soprattutto per chi, come me, nutre una certa attrazione nei confronti dell’architettura medioevale. A completare una cornice tanto suggestiva e spettacolare, l’isoletta di Santa Maria (oggi collegata alla terra ferma): una collinetta che si erge fastosa tra le acque accogliendo sulla sua vetta una chiesa e nascondendo nel retro una grotta dalle pareti alte e rocciose.

In foto io e la mia amica Carolina di Pandiluna.it

Dopo aver trascorso qualche ora al mare, una passeggiata tra le viuzze del paesello ci è sembrata obbligatoria. Per raggiungerlo abbiamo affrontato una lunga scalinata che ci ha offerto viste mozzafiato, di quelle che ti lasciano senza respiro e coi battiti del cuore accelerati, di quelle che ti fanno dimenticare pure di soffrire di vertigini facendoti deporre le armi nella lotta contro l’ingorda voglia di guardare riempiendoti cuore ed anima di tanta bellezza.

Appena arrivati in vetta siamo stati accolti da profumi squisiti provenienti dai numerosi ristoranti presenti nella zona tutti dotati di vetrinette nelle quali pesci freschi facevano bella mostra di sé tra cubetti di ghiaccio e succosi cedri gialli. Non mancano, però, neppure negozietti di souvenir carichi di maschere apotropaiche e peperoncini in terracotta, negozietti di prelibatezze delle zona che offrono conserve e marmellate a base di cipolle rosse, ma anche numerose botteghe dedicate a scarpe ed abbigliamento nelle quali, va detto, il personale è stato gentile e disponibile come non mi era mai capitato prima.

Se avete in programma un viaggetto da queste parti vi consiglio di visitare Batik, un negozio che mi ha rapita con i suoi abiti ed accessori etnici, profumato d’incenso e libertà, nel quale i colori si uniscono fondendosi in un caleidoscopico gioco di sfumature estive e sorprendenti.

 Prima di andare via, però, quando ormai il sole era già tramontato, ci siamo spinti alla volta di Pizzo Calabro, un’altra “bomboniera” della provincia di Vibo Valentia nota non soltanto per i suoi edifici medioevali, ma anche per quella sua terrazza sul mare capace di farti restare lì fermo a contemplarla senza neppure renderti conto del tempo che passa.

Riempirsi gli occhi di tanta bellezza assaporando il gelato più buono che abbia mai assaggiato è stata un’esperienza quasi trascendentale. Il tartufo artigianale di Pizzo è un vero e proprio capolavoro, mangiandolo la lingua non riesce a far altro che perdersi in quel sapore intenso e rigenerante, non stupitevi quindi se d’improvviso voi ed i vostri commensali ammutolirete estasiati fino all’ultima cucchiaiata.

 Insomma, posso dire di aver passato una giornata all’insegna del divertimento e del romanticismo in un posto nel quale almeno una volta nella vita tutti dovrebbero andare lasciandosi guidare come in una sorta di pellegrinaggio culinario che parte dal dolciastro sapore delle cipolle rosse di Tropea e culmina con il gusto pieno e fresco del tartufo di Pizzo,  bagnandosi tra le acque limpide del Mar Tirreno per poi perdersi tra le vie strette e brulicanti di posti suggestivi e senza tempo.

Foto: @ Pandiluna


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