Calcio d'angolo - Prandelli mi ha sorpreso. In negativo

Creato il 03 ottobre 2011 da Antoniogiusto

Più provinciale che mai, la Juventus di Conte ha stregato tutti. Prandelli compreso. Prima di passare alle convocazioni del cittì, «finalmente» discutibili, una breve parentesi bianconera. Perché questa squadra, che corre quanto un Novara qualsiasi - senza nulla togliere al Novara - e guida la classifica come quando in panchina c'erano Lippi o Capello, e dietro la scrivania qualcuno che evito di citare perché di tuffarmi in polemiche decrepite non ho voglia.
Ritornando sul rettangolo verde, i dubbi su questa Juventus - che vuole e può diventare grande - sono legati prevalentemente alla tenuta fisica della squadra: a Pirlo pare sia stato impiantato un terzo polmone, mentre Marchisio si è svegliato dopo un biennio di profondo sonno, e Vidal sta confermandosi sugli elevatissimi livelli raggiunti in Germania (dove, però, andava in doppia cifra). Finché avranno fiato loro, così come gli esterni - Pepe e Giaccherini meglio di Krasic ed Elia, sin qui - la Juventus potrà continuare a rincorrere un piazzamento onorevole, perché lo scudetto non è ancora alla sua portata, nonostante il discreto vantaggio sin qui accumulato sulle deludentissime milanesi.
Veniamo a Prandelli, che ha trapiantato in Nazionale ben sei juventini: Buffon, Pirlo, Marchisio, Chiellini, Barzagli e Bonucci. Quest'ultimo, assieme a Cigarini, rappresenta la modesta novità per un allenatore che per la prima volta snobba il campionato ed i suoi verdetti. Uno su tutti: dopo averci illuso, poco più che ventenne nel Pisa di Ventura, Alessio Cerci è finalmente diventato grande. In tutti i sensi, perché a 24 anni sta finalmente esprimendo il proprio potenziale, spaccando partite e macinando chilometri e infilando portieri con la maglia della Fiorentina, cui ha sin qui regalato 4 gol in 6 partite tra campionato e Coppitalia. All'ala destra, nel 4-3-3 che inizialmente Prandelli sognava, non sfigurerebbe di certo, e Cassano o Balotelli non darebbero di matto - anche se, con due così, il rischio c'è sempre - se dovessero ritrovarsi ad agire qualche metro più in là.
Il gradito e meritato ritorno di Barzagli, infine, è motivato da un avvio di campionato decisamente fruttuoso per il difensore centrale toscano, mentre la presenza del collega e compagno di spogliatoio Bonucci stupisce per il motivo opposto: una partita appena giocata per intero, contro il Milan, e neppure senza sbavature. Bocchetti, autore di una curiosa doppietta russa, si perplime. Lo stesso vale per Campagnaro, «nuovo italiano» come Schelotto - che inizio con l'Atalanta!, e può coprire l'intera corsia destra - neppure preso in considerazione da Prandelli. Che, per una volta, è riuscito a sorprendermi. In negativo.

Antonio Giusto
Fonte: Goal.com

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