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Con sensibile ritardo, s'inizia a sentire profumo di Serie A. Milan-Lazio, che darà - finalmente - il via al campionato, è alle porte, ma una prima gioia a noi calciofili l'ha già regalata l'Italia di Cesare Prandelli: qualificatasi per l'Europeo polacco-ucraino con due turni d'anticipo, come mai era accaduto prima d'ora, e subendo per giunta un solo gol (all'esordio in Estonia, di lì in poi porta inviolata). All'estero c'è chi, troppo buono, ci dà per favoriti, ma al nostro cittì va riconosciuto di essere riuscito nel proprio intento: in tredici mesi trascorsi sulla panchina azzurra, ha cambiato il volto di una squadra reduce dalla magrissima figura sudafricana.
Perché tredici mesi appena sono trascorsi da quando, il 10 agosto 2010, un'Italia impaurita veniva castigata a Londra dalla Costa d'Avorio. Poi il balbettante esordio contro l'Estonia, ed un lento ma sin qui soddisfacente processo di «catalanizzazione», perché il C.T. non vuol sentir parlare del Barcellona invincibile di Guardiola. E fa bene: Xavi, Iniesta, Piqué e Messi ce li hanno solo loro, ma noi - accontentandoci di un materiale umano raramente così povero nella nostra gloriosa storia calcistica - abbiamo imparato a far circolare il pallone, spedendo gli incontristi in panchina, scambiandoci di ruolo a centrocampo e rinunciando alla classico centravanti, quello in grado di far salire la squadra, per dar fiducia allo sgusciante duo composto da Rossi e Cassano. Certo, ieri la partita l'ha decisa Pazzini, che però è entrato in campo per dettare la profondità, mica fare la boa.
Per chiudere, è opportuno snocciolare qualche cifra. Il biglietto per quest'Europeo, innanzitutto, l'abbiamo staccato nell'unico girone in cui erano presenti tre squadre reduci dal Sudafrica. In che modo? Segnando 16 gol, subendone uno appena, qualificandoci con due turni d'anticipo (come la Spagna, campione di tutto) e mantenendo la rete immacolata per ben 7 partite, per giunta consecutive. Forza Italia, continua così, e chissà che chi ci ha indicato come favoriti anziché troppo buono fosse semplicemente realista.
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com
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