Magazine Attualità

Calcio e narcos in Colombia: l’importante è vincere, non partecipare

Creato il 02 ottobre 2012 da Eldorado

Si chiama Millonarios, un nome che è tutto un programma ed è una delle squadre più importanti di Bogotà, la capitale della Colombia. Vanta tredici titoli nazionali ed una lista invidiabile di vecchie glorie, a cominciare da Alfredo Di Stefano che è rimasto il massimo goleador nella storia del club e che qui ha giocato per quattro anni prima di passare al Real Madrid. Una squadra che è un simbolo per Bogotà, venuta a meno negli ultimi anni dopo una presidenza scomoda, ma gloriosa secondo la tifoseria, e che valse gli ultimi due titoli, conquistati ormai nel 1987 ed il 1988. È proprio questa presidenza, però, ad essere in questi giorni al centro della polemica: Gonzalo Rodríguez Gacha, proprietario della squadra, era infatti uno dei capi della mafia colombiana, il Mexicano, braccio destro di Pablo Escobar.
Una presenza ingombrante, che l’attuale presidente del club Fernando Gaitán vuole cancellare restituendo quei due titoli conquistati. Le prove della corruzione ci sono tutte, ma la proposta ha scatenato l’ira dei tifosi e degli ex giocatori del Millonarios. Perché restituire i campionati? Millonarios non era l’unica squadra dietro alla quale stavano i narcos, anzi la corruzione faceva parte del gioco: América, Nacional, Medellín, il Pereira o il Santa Fe, tutti erano controllati dalle famiglie mafiose. La logica è perversa, ma non fa una grinza. Le partite si vincevano, prima che sul campo, sulle prove di forza che si tenevano fuori, con le bombe, le minacce agli arbitri ed ai giocatori, le scommesse guidate. Una pagina nera della storia colombiana –una delle tante-, che culminava con l’omicidio dell’arbitro Álvaro Ortega e la sospensione della Colombia per due anni dai tornei internazionali. El Mexicano, il mecenate del Millonarios, veniva ucciso anche lui e con la sua morte sono sfumati i sogni di gloria di questa squadra che, da allora, non è mai più riuscita a vincere un titolo. L’ultimo disonore, l’8-0 subito dal Real Madrid pochi giorni fa nella partita di commemorazione di Di Stefano.
I tifosi del Millonarios oggi sono indignati. In un comunicato, dicono che la vera vittima di tutta la vicenda è proprio il nome del club, che più di altri ha pagato il prezzo di collusione con i narcos, attaccato in forma ¨vile e ipocrita, per diventare il capro espiatorio di una nazione intera¨. Parole grosse, insomma. Parole che ricordano fatti recenti di casa nostra, dove con la dietrologia tipica del sistema, si vuole fare passare i colpevoli per innocenti, i responsabili per vittime. Tutto il mondo è paese, politica e calcio offuscano le menti al di là di ogni logica e ragione. Gaitán, il nuovo propietario, vorrebbe dare un segnale di moralità ed onestà in un mondo, quello calcistico, che è cieco e che riconosce un solo motto, che è quello di vincere ad ogni costo. In quest’ottica il denaro ed i metodi del narco diventano leciti se è per una buona causa, quella di aiutare la mia squadra a conquistare lo scudetto. Il messaggio degli ultrà del Millonarios è inequivocabile: invece di pensare di restituire due titoli, che Gaitán pensi invece a conquistare il quattordicesimo. Non importa come.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog