Calcio in tv, la Nazionale deve restare in chiaro per legge (La Gazzetta dello Sport)

Creato il 31 agosto 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
La Rai continuerà a trasmettere in chiaro le partite della Nazionale? Sembrava essere questo l'argomento principale del dibattito di ieri sui diritti televisivi. Ma cosa è realmente accaduto?
L'Uefa ha "centralizzato" la cessione dei diritti televisivi per le partite di tutte le Nazionali di calcio e affidato la vendita alla Creative Artist Agency. Questo avverrà dal settembre del 2014 con l'inizio delle partite di qualificazione agli Europei e ai Mondiali di calcio. E per questo nei mesi scorsi era già uscito un bando al quale la Rai aveva partecipato ma offrendo una cifra molto inferiore ai 200 milioni di cui si parlava ieri. Si trattava dei diritti per le partite solo della nostra Nazionale nel quadriennio 2015-2018. Tra poco, poi, uscirà il bando per le gare finali delle due competizioni.
Intanto fino al 2014 è in vigore il contratto che è stato stipulato tra la Federcalcio (dove esiste un apposito ufficio retto da Stefano Balducci) e la Rai, e che prevede una somma di circa 35 milioni l'anno (nel 2011 come dice lo stesso bilancio sociale della Figc l'importo era di 35 milioni, 719 mila e 416 euro, di cui 32 milioni e 800 mila euro per la Nazionale maggiore). Dal 2014 la Federcalcio potrà disporre dei diritti solo delle amichevoli e il contratto sarà legato allo "spessore" di queste amichevoli. La Figc punta sempre a incontrare squadre di prima fascia.
La decisione dell'Uefa di centralizzare la cessione dei diritti televisivi delle Nazionali dovrà comunque rispettare quelle che sono le normative dei singoli Paesi. In Italia, ad esempio, per legge le partite della Nazionale di calcio devono essere trasmesse in chiaro ed è quindi possibile che l'eventuale richiesta fatta debba poi essere rivista anche alla luce del reale momento economico che sta vivendo l'Europa intera.
Intanto sono da registrare diverse prese di posizione, tra le quali quelle del segretario della Commissione di vigilanza Rai Anzaldi, che ha definito "giusta" la decisione dell'azienda di respingere la richiesta di 200 milioni. Il fatto è che quella richiesta non è mai stata formulata dall'Uefa o dalla sua agenzia.
Maurizio Galdi per "La Gazzetta dello Sport"

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