Perchè chi fa network marketing ignora la potenza di un blog
Da Andreatamburelli
Da alcuni anni, sedicenti guru dell'internet marketing sembra non possano esimersi dal consigliare a chiunque dichiari di voler lavorare online, l'apertura di un blog personale: esso dovrebbe servire a pubblicare e rendere virali "contenuti di qualità" e, conseguentemente, ad acquisire autorevolezza all'interno della nicchia di mercato prescelta.I loro ragionamenti sono stucchevoli quanto ripetitivi e potrebbero pressappoco essere riassunti nei seguenti termini:
"Se andassi da un amico a proporre la tua attività di Network Marketing, non avresti bisogno di un Blog, perché lui saprebbe già chi sei, cosa fai e, soprattutto, che sei una persona affidabile di cui potersi fidare (quanto ottimismo!). Se, però, volessi entrare in contatto con un numero considerevole di persone potenzialmente interessate a collaborare con te, dovresti far capire loro chi sei ed il blog ti aiuterebbe tantissimo!"
Solitamente, seguono esempi poco convincenti, del tipo:
"Avere un blog, è un po’ come scrivere un libro.
Conosco persone che nel mondo della formazione hanno raddoppiato i loro fatturati semplicemente scrivendo un libro di tot pagine (solitamente poche!).
Fino al giorno prima non erano nessuno, poi sono diventate importanti e famose (peccato che gli italiani leggano pochissimo e che sia aleatorio parlare di raddoppio del fatturato, senza indicare a quanto ammontasse inizialmente: se qualcuno guadagnasse cento euro l'anno vendendo online un proprio ebook, che arrivasse a guadagnarne il doppio non gli consentirebbe di provvedere nemmeno alle sue più basilari necessità!)."
Personalmente, penso che quasi nessuno, tra coloro cui venga consigliato di scrivere un blog, possegga non solo delle conoscenze adeguate sul tema prescelto, ma addirittura una conoscenza della lingua italiana tale da poter redarre "contenuti di qualità" già solo dal punto di vista lessicale e sintattico: ne consegue che quasi mai ardisco a consigliare l'apertura di un blog, poiché indurrei la gran parte dei miei interlocutori ad illudersi riguardo all'utilità dell'impresa – per loro – e farei sprecare la più preziosa delle risorse finite, cioè, il tempo!Il solo fatto incontrovertibile è che la maggioranza dei network marketer non si avvale di un sito personale per presentare la propria attività, limitandosi a quello messo a disposizione dalle aziende per la registrazione di clienti ed incaricati alle vendite: indirizzando gli internauti esclusivamente verso il sito aziendale, invece, si potrebbero avere maggiori chances di ottenere il controllo del business attraverso la creazione di una mailing list per il personal branding.
Meno scontato è che un semplice distributore che punti a diventare un imprenditore (di successo!) sia in grado di realizzare tutti quei prodotti che andrebbero immessi col proprio nome sul mercato: ebook, report, videocorsi e quant'altro: certo, se lo fosse potrebbe acquisire un innegabile vantaggio sui colleghi, cioè, poter ricostituire in breve tempo una downline collassata, nel caso in cui la sua azienda dovesse fallire o dovesse esserne estromesso (ribadiamolo: le persone si uniscono ad uno Sponsor in particolare per le sue doti comunicative e carismaticità, non ad un'Azienda che offra indistintamente la possibilità di promuovere gli stessi prodotti o servizi!).
Vedo moltissimi networkers affollare in modo confusionario i social networks, senza però aggiungere un granchè di valore ed autorevolezza alla loro presenza online, quindi, se da una parte avere un blog necessita di alcune doti essenziali, quali chiarezza, capacità di scrittura, capacità di ricerca e sintesi per produrre contenuti interessanti che vengano letti, penso anche che al giorno d'oggi, puntare su più canali sia una strategia indispensabile.
Personalmente consiglio una strategia ibrida, composta da un blog "semplice" con articoli non necessariamente lunghi, ed un autorisponditore professionale che "catturi" gli interessati in una lista che divulgherà a cadenza impostata delle mail di approfondimento e follow-up (magari collegandole al tuo referral link per concludere l'acquisto)Questa strategia ha due sbocchi: se la fai male ti ritroverai la lista vuota ed il blog con pochissime visite (ergo, parlerai da solo) ma se strutturi la cosa in modo intelligente, con l'appoggio dei social per divulgare i contenuti, creandoti un bacino di seguaci, lettori, utenza interessata, allora moltiplicherai in modo esponenziale il tuo potenziale cliente finale.Personalmente, grazie al blog ed alla mailing list ho veicolato decine di prodotti e finalizzato migliaia di vendite: libri, prodotti in outsourcing, ecc perchè la cosa più importante è essere apprezzato da chi ti segue e chi ti legge...e non è facile, in più richiede del tempo e della costanza, oltre a poter generare incessantemente contatti, questo strumento automatizza il processo di selezione dei potenziali collaboratori, nel senso che potranno infine essere ricontattati di persona solo coloro che abbiano fruito di tutte le risorse messe loro a disposizione ed effettuato la registrazione al proprio network od almeno dichiarato di essere in procinto di farlo (meglio ancora chiedere di essere richiamati!). E' importante non citare mai espressamente l'azienda con cui si collabori, tanto meno dilungarsi in merito alle caratteristiche dei prodotti o del piano di marketing: un collaboratore potenziale deve scegliere di unirsi al team del singolo network marketer, piuttosto che ad essa, e ciò può avvenire solo quando il professionista sappia efficacemente curare la propria immagine (personal branding).
Sarebbe opportuno che un visitatore delle proprie pagine cattura – contatti lasciasse l'indirizzo di posta elettronica sia che decidesse subito di registrarsi come cliente od incaricato alle vendite, sia che decidesse solo di scaricare il materiale offertogli gratuitamente: se abbandona il sito senza farlo, lo si perde quasi certamente!
E' possibile utilizzare una pagina del sito/blog come pagina spreminomi oppure, caricarla su un dominio autonomo.
Solitamente, la pagina di un sito risulta troppo ricca di elementi distrattivi perché il visitatore possa essere chiamato all'azione (call to action): meglio creare una squeeze page su un dominio autonomo e solo dopo avere ottenuto il contatto del potenziale cliente/affiliato dirottarlo altrove per tentare la vendita o la sottoscrizione alla propria downline.
Si stima che una persona cominci a valutare l’idea di acquistare solo dopo aver ricevuto una serie di sette contatti mirati che spieghino, nei dettagli, la bontà dei prodotti o del business.
Ma quali contenuti possono essere definiti "di valore"?
Definirei tali quelli che possano determinare la crescita personale, professionale ed economica, quindi, conducano al soddisfacimento d'una gamma innumerevole di bisogni: essere leader significa esplorare per primo campi sconosciuti al fine di trarne esperienze da trasferire agli altri attraverso l'insegnamento; applicando al mio caso tale definizione, direi mi si addica perfettamente ed il Network Marketing mi consenta di soddisfare il piacere dell'insegnamento preclusomi attraverso il canale tradizionale.
Mi piace fungere da mentore ed in futuro conto di affiancare sempre più spesso l'attività di formatore a quella di network marketer!
Essere percepiti come esperti di un settore può, quindi, consentire di erogare consulenze a pagamento e migliorare la propria qualità di vita nello stesso tempo in cui la migliorino i propri clienti: le vendite dei prodotti o servizi della propria azienda di riferimento saranno una inevitabile conseguenza.
Tutto ciò che si posti, tweetti, pinni, carichi e così via – ogni piattaforma sociale esprime l'idea di condivisione di contenuti con termini divenuti ormai d'uso comune – potenzialmente è in grado di ottenere popolarità agli autori, purché si tenga conto delle modalità diverse di funzionamento di ognuna di esse, se ne approfondisca continuamente la conoscenza, si conducano prove e verifiche dei risultati ottenuti e si correggano gli errori commessi, ma il concetto generale che deve valere...
Non basta essere presente sui social network per acquisire popolarità, specie oggi che il numero di coloro che vorrebbero riuscirvi è aumentato a dismisura rispetto all'epoca dei primi blogger che trattassero argomenti specifici e si trovassero in condizione di acquisire un bacino d'utenza altrettanto smisurato, rappresentato da tutti coloro che avrebbero iniziato a navigare in rete e ad iscriversi alle piattaforme sociali nel corso degli anni.
E' altrettanto vero l'epoca attuale offra opportunità lavorative impossibili in passato: io entro continuamente in contatto con gente che si lamenti della crisi economica (ignorandone del tutto le reali origini) e rapidamente me ne libero, poiché quasi sempre mi rendo conto il lavoro che vorrebbero ottenere sia un posto da 'dipendenti' con stipendio fisso; in pratica, la gente amerebbe essere pagata per essere fisicamente presente in un luogo tot ore al giorno, meglio ancora se in un ufficio con mansioni amministrative ed improbabile applicazione di qualsiasi criterio di misurazione della produttività! Bene, passasse la vita ad attendere l'uscita dei concorsi e lo scorrimento delle graduatorie; nel frattempo, parassitasse la pensione dei nonni o dei genitori e continuasse a lamentarsi infantilmente dei politici brutti e cattivi!
Benessere personale e finanziario non sono ormai obiettivi irrealizzabili, ma richiedono estrema adattabilità ai cambiamenti ed investimenti di tempo, energie ed economici sulla formazione ed il costante miglioramento di sé: non saremo mai più, per fortuna, persone che svolgeranno lo stesso lavoro per un numero preordinato di anni in attesa del pensionamento; possiamo essere individui che esprimano nel lavoro qualità personali e creatività: il fatto che tale prospettiva possa spaventare molti, non comporta che si possa tornare a modelli di produzione e consumo irrimediabilmente desueti e che abbiano reso le masse schiave di bisogni indotti.
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