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Calcio, Milan: intesa preliminare tra Berlusconi e Mr. Bee. Al broker thailandese il 48% della società

Creato il 06 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Silvio Berlusconi non vende quello che ha sempre definito un “bene di famiglia”, ma dopo quasi 30 anni apre la “casa Milan” a un socio di minoranza, per cercare di farlo tornare ai fasti del passato. Nessun addio, visto che resterà “il presidente”, ma solo un cambio epocale per il club iniziato il 20 febbraio del 1986, più di 29 anni fa, quando l’allora presidente Fininvest acquistò la società rossonera da Giuseppe, detto Giussy, Farina.

(ivm.ilcalciomagazine.it)

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Il 48% del Milan verso il broker thailanese Bee Taechaubol.  Ieri come oggi il Milan stava vivendo uno dei momenti finanziari più difficili della sua storia. Il giorno della presentazione, il neo presidente commentò così la volontà di ricoprire la carica di numero 1: “Certe battaglie si devono combattere in prima persona”. Berlusconi ha mantenuto la promessa, fino a ieri pomeriggio, quando ha aperto la sua società ad un nuovo socio di minoranza: la cordata guidata dal broker tailandese Bee Taechaubol.

Il comunicato stampa. ”Il presidente Silvio Berlusconi ha approvato l’accordo firmato tra l’amministratore delegato di Fininvest Pasquale Cannatelli e mr Bee Taechaubol che prevede di trattare in esclusiva per il periodo di otto settimane un rapporto di collaborazione relativo all’Ac Milan. In questo periodo Silvio Berlusconi, che continuerà a essere presidente, e mr Taechaubol lavoreranno per costruire insieme un grande e ambizioso progetto economico e sportivo per riportare il Milan ai massimi livelli del calcio italiano e internazionale che gli competono per storia, prestigio e risultati. ”In questo quadro l’ipotesi di accordo che verrà dettagliatamente esaminata prevede che il controllo del club rimanga nelle mani del presidente Silvio Berlusconi e della Fininvest cui farà capo una quota di maggioranza assoluta pari al 52 per cento. Il consorzio rappresentato da mr Taechaubol acquisirà invece una quota di minoranza pari al 48 per cento. ”L’ipotesi di accordo ha come obiettivo la valorizzazione e la commercializzazione del brand Milan in particolare nei paesi asiatici al fine di ottenere un forte impulso dei ricavi e di conseguenza quelle risorse finanziarie indispensabili per riportare grazie al progetto tecnico e sportivo estremamente incisivo il Milan a competere con i principali club del calcio mondiale”.

L’arrivo in grande stile di Silvio Berlusconi nel luglio del 1986, 29 anni fa. Berlusconi fece la sua prima apparizione in grande stile, atterrando in elicottero all’Arena Civica sulle note della Cavalcata delle Valchirie di Wagner, nel luglio del 1986. “Spero di non rimetterci”, l’auspicio annunciato da Berlusconi quasi trenta anni fa. Ma è arrivato a spendere 720 milioni di euro per aumenti di capitale e ripiani di bilancio. Una cifra importante, ma che ha permesso al Milan di conquistare la cima dell’Europa e del mondo. Una squadra a lungo definita “invincibile”: otto gli scudetti vinti, cinque coppe campioni, cinque coppe europee, tre coppe intercontinentali, sei supercoppe italiane, una coppa Italia. Conquistando anche, dopo la vittoria sul Boca Junior nel Mondiale del club, il titolo di “Club più titolato del mondo”, un primato durato sette anni.

L’obiettivo di Berlusconi fu subito quello di rinforzare la squadra e già al primo anno di presidenza regalò ai tifosi i primi colpi: Donadoni, Bonetti, Galderisi, Massaro e Galli. Preludio ad acquisti ancora più importanti, perché con la maglia del Milan l’hanno vestita campioni come Van Basten, Gullit, Ancelotti, Shevchenko, Seedorf, Kakà, Ronaldinho e Ibrahimovic. Anche le scelte delle guide tecniche hanno portato importanti frutti, da Sacchi a Capello e Ancelotti, Berlusconi è riuscito a creare una lunga stirpe di allenatori italiani vincenti.

Fuoriclasse e successi che hanno permesso al Milan di essere un brand conosciuto in tutto il mondo. Un appeal che ha permesso anche l’accordo importante siglato ieri. Perché è vero che il club negli ultimi 5 anni ha avuto bisogno di importanti gettiti finanziari da parte di Fininvest, ma allo stesso tempo la gloria che ha conquistato in trent’anni di successi ne ha permesso una valutazione di circa 1 miliardo di euro. “Ho detto alla mia famiglia che solo due cose non si possono vendere: il Milan e la villa di Arcore”, ha chiarito Berlusconi oggi a Sky. Perché il club rossonero, come la residenza Villa San Martino, per lui sono prima di tutto un affare di cuore. (ANSA)


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