Vietato scambiare la maglia con gli avversari. I giocatori dell’Iran dovranno gestire con particolare attenzione l’equipaggiamento durante gli imminenti Mondiali di Brasile 2014 al via tra 33 giorni. Chi cede la casacca a un rivale al fischio finale, infatti, rischia di finire nei guai.
Uno scatto durante i festeggiamenti dei giocatori iraniani per la qualificazione ai mondiali di Brasile 2014 (i.alalam.ir)
“Non daremo ai giocatori una maglia per ogni partita. I calciatori devono essere parsimoniosi nella gestione dell’equipaggiamento”, ha detto il presidente della federcalcio di Teheran (FFI), Ali Kafashian. L’Iran è inserito nel Gruppo F del torneo con Argentina, Bosnia e Nigeria. Chi volesse tornare a Teheran con una reliquia di Leo Messi, dopo la sfida con la selezione sudamericana, dovrebbe sperare nella generosità a senso unico del fuoriclasse del Barcellona.
La dotazione del guardaroba è solo l’ultimo capitolo di una saga che va avanti da mesi. La federazione ha firmato un contratto con una compagnia tedesca, che fornisce abbigliamento e materiale tecnico. Giocatori e staff, però, si lamentano per la scarsa qualità dei prodotti. A quanto pare, il portiere di riserva Ali-Resa Haghighi ha lavato la sua maglia, una casacca XL, e dalla lavatrice ha recuperato una “medium”. La replica del presidente federale è stata perentoria: “I giocatori non devono lavare i capi in acqua bollente”.
All’arrivo in Brasile, almeno, la selezione iraniana potrà allenarsi regolarmente con il pallone ufficiale dei Mondiali, vietato nel campionato nazionale per motivi commerciali.
(adnkronos.it)