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Calcio, record nei bilanci per Barcelona e Real Madrid. Juve nella top ten, crollano Inter e Milan

Creato il 15 settembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

La Juventus ha rivisto la luce proprio quest’anno dopo un ciclo di investimenti, successi sul campo e bilanci in rosso. Una buona notizia per il calcio italiano, ma i 348 milioni di euro di fatturato (utile di 2,3) del club bianconero scoloriscono davanti ai numeri delle grandi di Spagna e danno la dimensione della distanza che ancora separa la serie A dagli altri top campionati d’Europa. Real Madrid e Barcellona hanno presentato quest’anno, bilanci da sogno per la passata stagione. Insieme fatturano 1,2 miliardi di euro, macinano utili e possono tranquillamente continuare a investire sul mercato diventando sempre più grandi e attraenti per sponsor e partner commerciali. Ma qual è la posizione dei club italiani in questa speciale classica?

(madridismo.org)

(madridismo.org)

Barcellona: 20 milioni di utile e sponsorizzazione monstre in arrivo. La stagione del Triplete blaugrana ha regalato un bilancio con fatturato record e utile a due cifre. Il Barcellona ha ricavato nel 2014-2015 una montagna di soldi: 633 milioni di euro e ha chiuso con un segno positivo di 20,2 una volta pagate le tasse. Merito dei premi della Champions League, vinta nella finale di Berlino e dei diritti tv Uefa e spagnoli, ancora suddivisi con il vecchio metodo che concentra nelle mani delle due big oltre il 50% della torta dei club della Liga. Merito anche di una legge che consente all’azionariato popolare di funzionare come in nessuna altra parte del mondo.

Ma a crescere in maniera esponenziale è anche il valore commerciale del club catalano. Una corsa destinata a non fermarsi se si pensa che la dirigenza del Camp Nou sta trattando con la Qatar Airways il rinnovo della sponsorizzazione a partire dal 2016 per la cifra astronomica di 65 milioni di euro a stagione, quasi il doppio rispetto alla cifra attuale. 

Real Madrid: + 42 milioni e record per gli enti sportivi. Ancora migliori i numeri del Real Madrid, per il quarto anno consecutivo oltre la barriera del mezzo miliardo di euro al netto delle plusvalenze. Il bilancio chiuso il 30 giugno scorso ha fatto registrare ricabi per 577,7 milioni (606,6 con le plusvalenze), record per gli enti sportivi nel mondo, utile di 42 milioni di euro con una crescita del 9,1% rispetto alla stagione precedente. Il Real Madrid si conferma, dunque, una macchina da soldi capace di coniugare spettacolo, competitività, grandi stelle acquistate sul mercato e un giro d’affari da multinazionale del pallone. La bella notizia al Bernabeu è che negli ultimi anni è stato abbattuto anche l’indebitamento del club: nel 2011 era di 170 milioni e oggi è dimezzato. Il fair play finanziario non è un problema a Madrid e dintorni, né per il primo triennio di osservazione, né per quello chiuso a giugno. E l’altro dato confrortante e lontano dagli standard del nostro calcio è il rapporto tra ricavi e costi, quella magica percentuale che segnala lo stato si salute di una società di calcio. Il Real è perfettamente allineato sul 50%, ben al di sotto della soglia d’allarme. Ricchezza genera ricchezza, insomma, e il dominio spagnolo è destinato a proseguire ancora a lungo.

Dati estremamente negativi per il calcio italiano. Ben diversa, invece, la prospettiva del calcio italiano che segna un nuovo record negativo. C’è una sola società tra le prime dieci (Juventus) contro le due delle passate stagioni: ad uscire è il Milan. Da segnalare il sorpasso del Napoli sull’Inter, grazie all’effetto della plusvalenza di Cavani al Psg che, però, non ci sarà più tra un anno. La Roma (24° con 127,4 milioni rispetto alla 19° posizione di un anno fa) non riesce a restare nella Top20 malgrado l’incremento del fatturato: gli altri corrono più di noi erodendoci competitività anche sul campo oltre che nei conti economici. Il dato più impressionante, però, è quello che si ricava provando a paragonare la potenza economica delle nostre big con le grandi del continente. Prendete una calcolatrice e sommate Juventus e Milan: insieme arrivano a 529,1 milioni di euro che è meno di quanto fattura da solo il Real Madrid (549,5) e poco più del valore singolo di Manchester United (518), Bayern Monaco (487,5) e Barcellona (484,6).  Fondere le nostre due società più ricche ci farebbe tornare, insomma, sul podio dove non molto tempo fa eravamo saldi senza aver bisogno di conteggi da fantacalcio. Un esempio? Stagione 2004-2005 con il Milan al 3° posto, la Juventus 4° e l’Inter al 9° posto. Nel 2001 eravamo 5 nelle prime 10.

Tracollo Inter: in tre anni perse 9 posizioni. Il simbolo di questa crisi è, ovviamente, l’Inter di Thohir. Nessuna sorpresa, perchè i conti sono conosciuti e le difficoltà con l’Uefa confermano che il futuro a medio termine non promette nulla di buono. Tra un anno anche il 17° posto di oggi potrebbe essere un obiettivo irraggiungibile per i nerazzurri che nella stagione del post Triplete erano arrivati sino alla 8° posizione; da allora sono scivolati progressivamente vedendo contrarsi in maniera preoccupante anche il fatturato. Se nel 2010-2011 il Real Madrid incassava 2,26 volte in più dell’Inter, oggi questa forbice si è allargata fino a 3,35. Anche il Milan non gode di buona salute ed esce dalla Top10 come non era mai accaduto nell’ultime decennio. Provando a ripetere il giochino della fusione a freddo il risultato è sconcertante: Inter e Milan valgono complessivamente un giro d’affari da 413,7 milioni di euro, sufficiente per installarsi al massimo al 7° posto.

Le schede delle italiane (allarme per il peso dei diritti tv). Per i club italiani vale sempre anche l’allarme sul peso dei diritti tv. Il Milan riesce a scendere sotto la soglia del 50% e si attesta al 49%, poi c’è l’Inter (52%) con la Juventus (55%) mentre il Napoli è condizionato nel bilancio dalla televisione addirittura per il 65% complessivo dei ricavi. Le migliori restano lontanissime e non solo il Bayern Monaco con il suo 22% che fa invidia, ma anche le spagnole Real Madrid (37%) e Barcellona (38%) o il Manchester United (31%). Differente il discorso sul Psg (18%) dove, però, ad essere eccessivo è il peso delle sponsorizzazione gonfiate che toccano il 69% e che testimoniano la dipendenza assoluta dalla proprietà qatariota. (Fonte: panorama.it)


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