I Calibro 35 sono una band che non ha bisogno di grosse presentazioni. Sin dal primo album omonimo (2007) hanno costruito un proprio percorso musicale compositivo ed esecutivo, che li ha portati dai primi singoli fino a concerti sold out a Roma e a Londra: una lunga strada, che la band ha affrontato in pochi anni e senza trovare troppi ostacoli.
Se la ricerca musicale è strutturata, varia e sempre innovativa, il che garantisce così al gruppo la fedeltà di ascoltatori affezionati che non rimangono mai delusi da live, album e nuove collaborazioni, l’immagine che i Calibro 35 danno a loro stessi e alla propria produzione è, sostanzialmente, sempre uguale, acquisendo un grande punto di forza. Negli artwork degli album, nelle grafiche del merchandise e negli storyboard dei videoclip (come l’ultimo “Giulia Mon Amour”) i Calibro 35 hanno mantenuto un’identità inconfondibile, incuriosendo con il mood del poliziesco all’italiana anche i meno appassionati a questo genere. Restare fedeli alle origini, ma non per questo rimanervi ancorati: il nuovo album Traditori Di Tutti ne è la prova. L’atmosfera di una Milano fredda e grigia, in cui si consumano furti, violenze e rapine e in cui i personaggi dei racconti di Giorgio Scerbanenco vivono e muoiono in una manciata di pagine, è rimasta intatta, trasformandosi da ispirazione iniziale a vero e proprio concept, musicale e non, che i fan sanno riconoscere immediatamente.
La tappa bolognese del tour di presentazione del nuovo disco tocca il Locomotiv Club. I Calibro 35 salgono sul palco attaccando con “Prologue”, intro di questo lavoro: l’atmosfera si carica di sonorità funk e jazz, il locale è pieno e il pubblico freme. Brani come “Vendetta”, “Mescaline 6” e “The Butcher’s Bride” sono intervallati da tracce provenienti dagli album precedenti ai quali il pubblico è affezionato: “Eurocrime”, “Uh Ah Brrr”, “Cinque Bambole Per La Luna D’Agosto”, “Notte in Bovisa”, “Bouchet Funk”: un live completo di novità, inediti e classici. Paolo Ranieri e Francesco Bucci, rispettivamente tromba e trombone, si presentano sul palco a metà concerto, accompagnando un paio di esecuzioni e garantendosi sonori applausi. Un “bis” di quattro tracce completa il live, le note più tranquille di “Balcan Surf” chiudono come una buonanotte un live interamente strumentale, con qualche attimo di tregua in cui si consuma un ironico dialogo con il pubblico. “In fondo che vi ascoltiate un’ora e mezza di musica strumentale senza farvi ridare indietro i soldi del biglietto ci sorprende ancora molto”. Davvero?
Due grazie a Giulia e Lorenzo per le foto.