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La trama (con parole mie): Hank Moody, salutata la figlia Becca in partenza per un anno sabbatico in viaggio con il fidanzato e tornato al lavoro su Santa Monica Cop, divenuto una serie televisiva, decide di mettere la testa a posto limitando gli eccessi di sesso ed alcool per cercare di riconquistare una volta per tutte Karen, sua compagna da una vita, nonostante tutti gli alti e bassi della loro relazione.Peccato che il tutto si complichi con l'arrivo di Levon, figlio ventenne proprio dello scrittore avuto da una fugace ed intensa relazione con l'aspirante attrice Julia solo pochi mesi prima dell'inizio della storia con Karen da poco trasferitosi con la madre a Los Angeles e deciso a ricostruire il rapporto con il genitore ritrovato: gli sconvolgimenti provocati dall'impacciato ed inaspettato rampollo, accanto alle vicissitudini lavorative e non - la sempre caotica amicizia con i Runkle -, senza contare la presenza di Julia, renderanno i tentativi di Hank di tornare tra le braccia di Karen decisamente più ardui.Senza contare che, al suo ritorno, il vecchio Moody dovrà comunicare a Becca dell'esistenza di un fratellastro.
Giungere al termine di una serie tv è sempre difficile.E lo è in misura esponenzialmente maggiore se alla serie in questione si è finito per volere un gran bene.E cazzo, se ne ho voluto, a Californication e ad Hank Moody: un pò perchè sono ben conscio del fatto che alcool e donne sono stati sempre i miei punti deboli, un pò per i riferimenti a Bukowski e Warren Zevon, un pò per l'ambientazione californiana, un pò perchè ci sono personaggi che ti entrano nel cuore e basta, va bene così.Senza dubbio la brillantezza dei primi anni si era affievolita, e dopo l'unica, vera stagione fiacca - la sesta, per l'appunto - trovo giusto che Tom Kapinos abbia deciso di scrivere la parola fine alla saga dedicata ad uno dei protagonisti più scombinati, divertenti ed irriverenti del piccolo schermo: a dirla tutta, anche quest'annata numero sette non risulta completamente riuscita, e ad alcuni momenti degni degli esordi - legati quasi tutti a Levon, vero e proprio mvp della season - si alternano episodi che sanno molto di riempitivo, ma sinceramente poco importa.Anch'io, come Hank, sono un amante dei lieti fini, e trovo che la chiusura di questa serie sia stata, nella sua semplicità, perfetta, divertente ed a suo modo romantica come, del resto, Californication è sempre stata: come se non bastasse, o forse proprio per destino, in casa Ford abbiamo vissuto l'ultima puntata in giorni molto particolari legati alla perdita di un amico che, con me e mio fratello, aveva condiviso risate, sbronze e lacrime accanto a Hank Moody e Charlie Runkle, godendo di ogni scelta musicale della produzione e delle apparizioni di icone come Rick Springfield.E trovo giusto anche che quest'ultima galoppata sia stata quella che ha visto Moody bere e scopare meno di tutte le altre, sfruttando addirittura una chiusura da "eroe solitario" - più o meno - pronto a rimettere le cose a posto quanto più possibile prima di passare il testimone - a Levon, a Becca, ai Runkle, alla California intera, con quella Porsche lasciata di fronte al tramonto che è una tra le immagini più belle degli ultimi mesi di visioni, piccolo o grande schermo che sia -.Dunque, risate, battute, scopate e cazzotti a parte, Californication saluta con ben più di una punta di commozione, rimandando l'appuntamento con il sottoscritto di una dozzina d'anni, quando conto di rivedere quella che, per allora, sarà una serie vintage, accanto al Fordino adolescente, sperando che possa cogliere quello che può nascondere dietro il caos uno stronzo sempre presente come Hank, o come il suo vecchio.Per il resto, non ho alcuna voglia di analizzare in maniera "critica" questa settima stagione, elencarne pregi e difetti, trattarla come se fosse un "one night stand": voglio godermela così, come un brindisi fatto con un amico che non si rivede da tanto tempo o con uno che si è destinati a non rivedere mai più, come il ricordo della scopata del secolo rimasta cristallizzata nel tempo o quello della storia della vita, che impariamo a costruire, non senza fatica, ogni giorno.In fondo, la California rappresenta la terra dei sogni per tantissime persone.Un pò come avere la possibilità di potersi godere quest'esistenza travagliata fino in fondo: che si tratti di scopate, bevute, amicizie o grandi amori.Perchè è questo, che siamo.Animali travolti dalla passione.E in questo senso, non c'è niente di meglio della "californicazione".Questa è la terra promessa di tutti noi peccatori.E pensare di entrarci in compagnia di gente come Hank Moody, è davvero una gran cosa.Anche se mai come farlo insieme a chi amiamo davvero.
MrFord
"When people keep repeating
that you'll never fall in love
when everybody keeps retreating
but you can't seem to get enoughlet my love open the door
let my love open the door
let my love open the door
to your heart."Pete Townshend -"Let my love open the door" -
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