Ennesima variante della storia di Gaio Giulio Cesare Germanico , l’imperatore romano passato alla storia con il nome di Caligola (piccola caliga, la calzatura dei legionari romani).
Una versione in puro stile Massaccesi, che per l’occasione si firma David Hills e che ebbe disavventure a non finire con la censura, un pò come il predecessore Caligola diretto da Tinto Brass.
Il film parte mostrando l’attentato alla vita dell’imperatore da parte del poeta Domizio, attentato fallito e che costerà al poeta stesso una terribile punizione; all’uomo vengono tagliate la lingua e tutti i tendini, di modo che finisce per diventare un osceno burattino che Caligola fa vivere dietro una tenda.
A Roma sono in molti ad essere stanchi degli eccessi e della follia di Caligola; alcuni senatori congiurano per assassinarlo mentre Caligola se ne va tranquillamente in spiaggia, dove incontra la bella vergine Livia, fidanzata ad Ezio che è il figlio del console Marco Tullio Gallo.
La sventurata Lidia
La violenza di Caligola su Lidia
Il crudele imperatore violenta la ragazza che in preda alla vergogna si suicida.
Dopo di che, rientrato a Roma, sparge la voce che la ragazza è stata assassinata da un gruppo di cristiani; ma a non credere alla versione di Caligola sono un pò tutti, a partire dalla più cara amica di Lidia, Miriam, una ragazza egiziana che da quel momento giura vendetta.
L’orgia termina in un massacro
In un impeto di follia, l’imperatore decide di costruire un grande tempio e per finanziarlo organizza un’ orgia alla quale viene invitata la nobiltà romana costretta a pagare un pesante dazio e costretta anche ad assistere ad uno spettacolo in cui l’imperatore passa da una crudeltà all’altra facendo combattere in una grande sala uomini fino alla morte, facendo accoppiare una donna con un cavallo e facendola così morire oppure sacrificando un gran numero di ragazze vergini ingaggiate proprio per la festa.
Durante il baccanale, Miriam decide di sedurre l’imperatore e ucciderlo, spinta in questo dal senatore Cornelio. Così, dopo essersi deflorata e aver dedicato la sua perduta verginità al dio Anubis, Miriam si apparta con Caligola. Ma al momento di ucciderlo, la donna ha un ripensamento e colpisce il senatore Cornelio.
La vendetta di Caligola per il mancato attentato è ferocissima; alcuni senatori vengono sodomizzati con ferri roventi e muoiono dissanguati, altri si vedono uccidere i familiari e ad uno di essi viene ordinato di uccidere sia la moglie che i figli.
La selezione delle vergini per l’orgia
Nel frattempo Miriam sembra essere diventata succube dell’imperatore.
Probabilmente ne è innamorata e accetta la proposta di Caligola di sposarla, ma prima delle nozze vede al collo dell’imperatore una medaglietta che portava Lidia.
Miriam decide di drogare con dei filtri magici Caligola in modo da farsi rivelare la verità, ma l’uomo viceversa precipita in una serie di incubi durante i quali rivede tutte le vittime della sua follia. Al risveglio, ancora ottenebrato dalle droghe, colpisce Miriam con la sua spada.
Caligola, con al fianco Miriam da il via all’orgia
Nel frattempo i senatori romani sono riusciti a convincere Ulmar, il fido pretoriano di Caligola, a partecipare ad un attentato che questa volta riesce.
Mentre è sulla spiaggia, l’imperatore che nel frattempo ha preso coscienza delle sue malefatte e vorrebbe convincere i senatori di voler cambiare vita, viene ucciso dalle frecce scagliate da Ulmar.
Caligola, la storia mai raccontata è un film del 1982, diretto con larghezza di mezzi da Aristide Massaccesi/Joe D’Amato ed è tutto tranne che un film con un minimo di obiettività storica.
La leggendaria crudeltà dell’imperatore romano, molto probabilmente esagerata dai suoi numerosi detrattori appare qui esasperata ancor più che nel Caligola di Brass; l’imperatore da sfoggio di una crudeltà da psicopatico, a partire dalla crudele punizione inflitta a Domizio passando per lo stupro della bella Livia per finire con la scena del massacro dei senatori durante l’orgia.
Il Caligola di Massaccesi è un film eccessivo, violento e sanguinolento, come nello stile del regista romano; un film assolutamente inaffidabile dal punto di vista storico, basti pensare al finale in cui Caligola finisce trafitto dal suo pretoriano mentre nella realtà venne ucciso dai tribuni Cassio Cherea e Cornelio Sabino e da alcuni pretoriani assieme a sua moglie Milonia Cesonia e la loro figlia bambina, Giulia Drusilla quando aveva appena ventinove anni.
Una relazione impossibile
La pellicola ha più pregi come slasher ( e per gli amanti dell’hard come pellicola erotica) che come film con una sceneggiatura accettabile; la mano del regista di talento c’è, ma è anche al servizio degli stinti più bassi dello spettatore.
Tuttavia c’è una certa cura, nella pellicola e per una volta il cast sembra davvero all’altezza della situazione.
C’è una splendida Laura Gemser, all’epoca del film trentaduenne e al massimo del fulgore fisico, che da vita al personaggio di Miriam, la schiava che vorrebbe vendicare l’amica Lidia e che finisce viceversa per innamorarsi dell’imperatore, salvo ricredersi quando scoprirà la verità sulla morte di Lidia.
Miriam davanti alla pira con il corpo di Lidia
E c’è anche David Brandon a interpretare Caligola con sufficienza, anche se va detto che nella realtà storica l’imperatore era un pezzo d’uomo che superava un metro e novanta di statura.
La morte del tiranno e quella di Miriam
Ancora una volta Massaccesi quindi si rivolge alla sua musa cinematografica, Laura Gemser e ancora una volta ritaglia un ruolo per suo marito Gabriele Tinti; alla fine il prodotto ha una sua dignità anche se come tutti i film di Massaccesi occorre districarsi tra le varie versioni.
Quella originale infatti durava 125 minuti ma venne sforbiciata dalla censura in modo tale che alla fine il film durava 86 minuti; distribuito come Caligola, la storia mai raccontata ebbe anche una versione parallela intitolata Caligola… l’altra storia.
Oggi sono disponibili dvd in versione integrale che però non aggiungono praticamente nulla alla storia se non alcune sequenze particolarmente forti come quella in cui una donna masturba un cavallo e molte scene tipiche del cinema hard core, che vennero utilizzate in seguito dal regista romano per il film Caligola, follie del potere che apparteneva al filone hard.
Laura Gemser
Caligola… La storia mai raccontata
Un film di Joe D”Amato. Con Laura Gemser,David Brandon,Oliver Finch, Charles Borromel,Larry Dolgin, Fabiola Toledo, Alex Freyberger
Drammatico/Erotico, durata 90 min. – Italia 1982.
Miriam si prepara a uccidere Caligola
Lo schiavo di Caligola, Ulmer
Il poeta Domizio, immobile dopo il supplizio
Caligola schernisce Domizio
Il combattimento tra schiavi
David Brandon: Caligola
Laura Gemser: Miriam
Oliver Finch: Messala
Cristiano Borromeo: Petreio
Fabiola Toledo: Livia
Sasha D’Arc: Ulmar
Alex Freyberger: Ezio
Larry Dolgin: Cornelio Varrone
Gabriele Tinti: Marcello Agrippa
John Alin: Marco Tullio Gallo
Ulla Luna: Cinzia
Michele Soavi: Domizio
Mark Shanon: Mario
Regia David Hills
Soggetto David Hills, Richard Franks
Sceneggiatura David Hills, Richard Franks, Victoria J. Newton
Produttore Alexander Sussman
Casa di produzione Metaxa Corporation, Cinema 80
Fotografia Federico Slonisco
Montaggio George Morley
Musiche Carlo Maria Cordio
Scenografia Lucius Pearl, Michael Loss
Costumi Helen Zinnerman
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Film molto spinto, al limite del visibile, dove l’erotismo cede il posto al disgusto nella scena dell’impalamento realizzato durante un’incontenibile orgia o in quella del forzato accoppiamento con cavallo. David Brandon nei panni del “deviatissimo” Caligola è bravissimo, la regia di Joe D’Amato è garanzia di riuscita ed il cast è composto da nomi di certo interesse come ad esempio l’allora sconosciuto Michele Soavi, cui tocca la parte di vittima sacrificale. Il registro erotico risente della spinta violenta, che ben si coniuga con il tema trattato.
Le fonti filosenatoriali su Caligola ci hanno tramandato la figura di un imperatore pazzo, depravato, empio, sacrilego, megalomane e crudele: D’Amato resta fedele a questa tradizione e la rimpolpa negli aspetti sessuali e horror, con abbondante ricorso ad uno splatter talvolta insostenibile. Perfetti l’ambiguo Brandon e il vecchio mentore inascoltato Borromel (efficacemente doppiato da Michelotti); la Toledo riluce di bellezza in una tunica candida e sottile. Suggestiva e visionaria la fotografia.
Le nefandezze dell’imperatore, pervertito e psicopatico, epilettico e malato mentale, disinteressato al bene di Roma e completamente alienato da ogni tipo di valore, si fermano di fronte al corpo della Gemser; e scoppia l’amore! Il miglior Joe D’Amato dopo Buio Omega, si scatena nell’estremo: violenza, sesso, orge (purtroppo con inserti hardcore, anche se discretamente integrati), duelli all’ultimo sangue con il sangue che schizza sugli spettatori mentre mangiano e tanto altro. Ancora una bella storia d’amore che trasuda sangue: 4 pallini al sangue!
Ovvio tentativo di bissare il successo di Io Caligola con un film che ha a come pro una buona ricostruzione d’epoca e un discreto cast e, come contro (nonostante riconosca l’abile messa in scena dell’orgia), alcune scene disgustose che fanno storcere il naso inficiando un po’ il risultato (come la scena della cacca in Salò e le 120 giornate di Sodoma, per intenderci). Bravo Brandon e perfetto per il ruolo in un film perverso e pornografico.