YEE-HAW!
Callie Sceriffa del West - il nuovo western (senza pistole ?!?) di Disney Junior“Oddio…ma perché? Prima Geronimo Stilton, poi gli Higglytown Heroes e Peppa Pig…a vent’anni recensisci ancora ‘ste scemenze?” So che qualcuno di voi l’avrà pensato leggendo il titolo, ma andiamo con ordine e vi spiegherò tutto. Come sapete, il primo cartone che ho recensito in assoluto su questo blog è un cartone prescolare/educativo (i due termini secondo me sono piuttosto intercambiabili e non sempre sono sinonimo di cartone banale, ripetitivo e stupido, anzi…avevo recensito Pepi, Briciola & JoJo per dimostrare appunto che cartoni buoni di quel tipo sono stati prodotti). Finite le recensioni della serie (a dire il vero mi mancavano due episodi, che ho recuperato nel settembre 2013), nel 2012 decisi di passare a cartoni di differente fattura e con una trama e delle situazioni più ciniche. Gli altri prodotti per bambini piccoli che ho recuperato sono i tre menzionati all’inizio, e, lasciatemelo dire, sono tre pessimi esempi.Per favore, leggete tutto il post da cima a fondo prima di commentare.
Callie un'altra felina animata degli anni '10 del XXI secolo, dopo Gumball Watterson e Cake la gatta!
Prima di iniziare con il post vero e proprio (che sarà lungo come il campo da calcio di Holly e Benjii), vorrei annunciare che è diviso in due parti: nella prima, recensirò il suddetto cartone animato, nella seconda parte vorrei fare alcune considerazioni sullo stato dell’animazione per bambini piccoli: perché ai più piccoli viene nascosta l’esistenza della violenza e della cattiveria umana? Io ovviamente non sono per niente d’accordo sul censurare queste cose e nasconderle, e per spiegare la mia tesi, farò alcuni esempi. Inoltre avrò bisogno della vostra opinione su queste mie riflessioni. Se vi state chiedendo perché voglio recensire questo cartone, il motivo è piuttosto scontato: non ho trovato recensioni in rete e penso che a qualsiasi appassionato di fumetti e animazione con nipotini al seguito o genitore che vorrebbe vedere il cartone con i figli avrebbe di sicuro bisogno di una guida.La cattiva nomea dei cartoni prescolari: perché?La maggior parte dei cartoni per la fascia di età 2-6 anni è spesso considerata male dal pubblico adolescente e adulto. Io penso sia sbagliatissimo fare di tutta l’erba un fascio, dato che i cartoni prescolari ottimi esistono, ma non sono molti (per fare un esempio, oltre al sovracitato Pepi,Briciola & JoJo, anche le serie e i film di Winnie the Pooh, La Pimpa e i programmi –NON cartoni- di Jim Henson, come Bear nella grande casa blu). Credo che l’odio per questi cartoni minori non nasca solo in parte dall’ignoranza (infatti i pochi prodotti buoni esistono), ma anche dal fatto che i cartoni prescolari orribili quando sono tali, lo sono davvero. Togliendo i Teletubbies che sono adatti ai bambini sotto ai 2 anni e che il mio cervello aveva finalmente rimosso prima che Nonciclopedia me li ricordasse, qual è il motivo per cui il genere prescolare è spesso visto come banale e insipido? Il problema secondo me principale sta nel fatto che molti cartoni del genere siano interattivi (a dire il vero finto-interattivi), poi, quelli restanti di solito si perdono nell’insipida banalità e ripetitività troppo ovvia. Analizziamo la caduta in basso dei cartoni prescolari in casa Disney: nel 2003, viene prodotto Il circo di JoJo, una serie del celebre Jim Jinkins. Da quello che mi ricordo, il cartone in quanto a trame era anche piacevole e l’animazione in stop motion era coloratissima (come quella tradizionale di Adventure Time, anche se i due programmi hanno un tono molto diverso) e piacevole da guardare (credo il vero motivo per cui ero interessata al cartone…non ci sono molte serie e cartoni stopmotion, ma come tecnica sono meglio di quelli in CGI), ma era diecimila volte più melenso del cartone delle lontre e…l’interattività. Qui è il problema: di per sé le trame erano anche simpatiche per un pubblico fuori-target, ma l’interazione a casa col pubblico raggiungeva livelli imbarazzanti a dir poco. C’era un episodio in cui JoJo incontrava un clown bebè e diceva ai piccoli spettatori: “Camminiamo carponi come i neonati, e poi imitiamo i loro versi”…credo che queste siano tra le frasi più imbarazzanti che io abbia mai sentito in un singolo cartone animato. Dopodiché sempre peggio, se Il circo di JoJo un po’ di varietà ce l’aveva, dopo gli altri cartoni prescolari erano da vomito puro. Iniziando con Higglytown Heroes, poi arrivando agli interattivi Little Einsteins e La Casa di Topolino e per finire con Manny Tuttofare. A dire il vero quest’ultimo, se un appassionato di cartoni vede un episodio può trovarlo simpatico, perché i personaggi sono simpatici, ma un conto vedere un episodio…un conto vederne due,tre,quattro…la trama purtroppo in quel cartone era sempre la stessa minestra, peggio dei Pokémon e di Phineas e Ferb, che almeno avevano qualche elemento di interesse per i più grandi oltre alla sola simpatia dei personaggi. Per quanto riguarda invece La casa di Topolino, vidi un episodio sui colori con Pico De Paperis, e non sembrava non finisse più. Comunque, il mio socio Ungrateful Paul vedeva quel cartone per sfotterlo e faceva i doppi sensi sullo strumentopolo misterioso. C’era anche una serie di Winnie the Pooh, intitolata I miei amici Tigro & Pooh, niente di esaltante ma neanche niente di detestabile…però sempre interattiva. Un altro programma che ho odiato è The Imagination Movers, visto di sfuggita e mi sono sempre chiesta…ma perché questi uomini adulti (uno di loro era pure affascinante) devono ridicolizzarsi vestendosi in quel modo e facendo cose infantili? Ho sentito anche opinioni negative su Agente Speciale Oso, cartone (interattivo) che non osato guardare e da quello che ho sentito aveva come protagonista un orso stupido che non sapeva fare niente e non riusciva ad aiutare i bambini. Nel 2011 la Disney ha prodotto un ultimo (si spera) cartone interattivo, intitolato Jake e i Pirati dell’isola che non c’è. Capitan Uncino è buono, lo sapevate? Ovviamente, manco a dirlo, non ho mai visto né mai ci tengo a vedere questa serie. L’unico pregio? È in 2D. Qual è il problema di molti cartoni prescolari: ebbene, non solo l’interattività, ma anche il fatto che i produttori abbiano dimenticato che una storia per bambini non deve essere mai una storia banale, ma deve contenere una dose di creatività e originalità. CS Lewis diceva: “Una storia per bambini che piace solo a loro non è per niente una buona storia per bambini” e sono totalmente d’accordo. I cartoni/programmi prescolari riusciti, secondo me, sono quelli che riescono a divertire anche gli adulti che sono “costretti” a vedere la TV con i bambini. Ad esempio, Pepi, Briciola & JoJo oltre alle soluzioni escogitate dai protagonisti che mi meravigliavano anche a 14 anni, aveva anche una famiglia di barboncini creata per fare satira sui ricconi e sui bambini viziati, oppure pensiamo ai dialoghi super originali e assurdi de La Pimpa. Purtroppo, fare una serie per bambini piccoli veramente stupenda come le due sopra citate è molto difficile, specie se si mette di mezzo la pedagogia super sfrenata (con conseguente banalizzazione delle trame) e soprattutto l’interattività… i bambini non sono degli stupidi a cui confezionare la pappa pronta e le serie interattive li rendono ancora più iperattivi e disattenti (oltre ad essere delle inutili e sterili babysitter). Detto ciò, era da circa sei anni che non guardavo un nuovo cartone prescolare di mia volontà. Va bene, ho visto l’insapore prosciuttina Peppa Pig…ma non credo di essere stata l’unica ad averlo fatto…confessate, anche voi avete visto quel cartone per prenderlo per i fondelli (e si spera abbiate amato le parodie in catanese, quelle meritavano sul serio…soprattutto l’episodio del black out e quello dove Papà Pig era tifoso del Catania! Mi dispiace non siano più presenti sul tubo).Dal 2008 in poi: una rinascita animataQuesto discorso l’avevo già fatto sul post di Peppa Pig, comunque repetita iuvant, ma in modo più conciso: il cuore degli anni 2000 (2003-2007) è stato un periodo piuttosto buio, tranne in rari casi (es: American Dad), per l’animazione occidentale (come gli anni 1960-70 e anche molti cartoni degli anni ’80). Tuttavia, dal 2008 in poi, le serie animate buone ritornano: prima Phineas & Ferb, che nonostante la ripetitività ha delle buone gag, poi serie di culto come My Little Pony: l’amicizia è magica, Adventure Time, Regular Show, La Leggenda di Korra, Steven Universe, Gravity Falls e il mio amato Lo straordinario mondo di Gumball. Persino la nuova serie di Craig McCracken Wander over yonder, Clarence e la nuova serie dei Littlest Pet Shop hanno il loro nutrito gruppo di fan! Per quanto riguarda i cartoni prescolari, Dottoressa Peluche ha ricevuto opinioni positive per il ruolo della protagonista femminile (una ragazzina afroamericana di 6 anni che gioca a fare il medico ai suoi giocattoli) e in un’intervista alla creatrice ho letto che questa dice che i bambini piccoli sono più intelligenti di quanto sembra e che riescono a provare e gestire più emozioni alla volta. Quindi, su quest’ondata di “buone nuove” ho deciso di provare una serie per bambini per vedere se funziona davvero. Cominciamo!
Callie sceriffa del west- la recensione
Il cast nella sigla iniziale
Di cosa parla questa serie?Callie sceriffa del west è una serie animata in CGI (l’animazione è gestita dallo Xentrix Studios di Bangalore) dedicata a un pubblico dai 2 ai 7 anni. Creata da George Evelyn, Holly Huckins e Denis Morella, ideatori in passato del -tanto odioso al mio cuore- Higglytown Heroes, inizialmente doveva chiamarsi Oki’s Oasis, ma il titolo fu scartato perché il nome della protagonista era troppo giapponese. In effetti i creatori avevano fatto un cartone con protagoniste delle matrioske che vivevano come l’americano medio, quindi un contrasto culturale (anche se meno assurdo) in una loro produzione c’ era da aspettarselo, anche se alla fine hanno optato per l’abbandono dei nomi giapponesi. In origine, la protagonista Callie, non doveva essere una gatta calicot, ma tigrata. Il cartone consiste di episodi tutti autoconclusivi, ognuno con una morale fatta per insegnare ai bambini l’amicizia e altri valori sociali (un po’ come My Little Pony: l’amicizia è magica). Il cartone è ambientato nella cittadina di Angolino Simpatico, nel selvaggio west, ovviamente edulcorato (non facciamo che poi i bamb…emh i genitori si spaventano?). Quindi niente pistole (“no…non facciamo mai, che poi si istigano i gggggiovani alla violenza!”) e niente alcolici (già…perché è ovvio, tutti i bambini di quattro anni desiderano sbronzarsi). I protagonisti della serie sono tutti animali antropomorfi: la sceriffa Callie (ottimo vedere che i traduttori italiani, nel localizzare la serie, abbiano finalmente marcato il genere femminile per indicare la professione) è una gattina che si occupa di mantenere la giustizia ad Angolino Simpatico grazie al suo lazo magico e ha come aiutante un picchio chiamato Peck, vicesceriffo e migliore amico di un ingenuo cactus chiamato Toby. Tra gli altri membri del variegato cast abbiamo due cinghiali chiamati Sporcellino e Spolverino, un coniglio negoziante chiamato Zio Niglio, una saggia e anziana tartaruga chiamata Tio, una puzzola elegante chiamata Priscilla e il suo fetente cugino Puzzolo e una mucca antropomorfa chiamata Ella, che gestisce il saloon locale e prepara deliziosi milkshakes. Altri personaggi sono Doc Quakers, il medico del paese e tre cani della prateria canterini che ogni tanto interrompono la vicenda e ricapitolano gli eventi. Inoltre, Callie ha un cavallo blu chiamato Scintilla e Peck un mulo femmina chiamato Clementina. (In questo video possiamo vedere il concept iniziale della serie, animata in Flash, chiamata Oki's oasis)
Perché ho deciso di vedere questa serie?Per due motivi. Il primo è che adoro i gatti e l’idea di una serie Disney con una gattina come sceriffa, devo ammettere che è piuttosto originale. Il secondo è che ogni tanto, quando mi annoio, vado sulla guida di Sky col telecomando e mi metto a leggere i riassunti delle serie di animazione (di solito leggo quelli dei Simpson, ma ogni tanto vado anche nella sezione –anche se non posseggo più il pacchetto- “Bambini”). Dunque, stavo leggendo quelli della sezione Bambini (in particolare i riassunti di CatDog per estrapolarne i titoli) e ad un certo punto mi cattura il titolo “Callie Sceriffa del West”, mi metto a leggere le trame e rimango stupita: un cartone di Disney Junior (perché Playhouse Disney non esiste più dal 2011) con una storia vera e non uno sciapo prodotto interattivo? Allora potrei vederlo e recensirlo. Quindi sono andata sulla wiki inglese a cercare informazioni su Callie e oltre alle trame degli episodi e le presentazioni dei personaggi, ho letto un po’ cosa ne pensava la critica. A dire il vero, ho iniziato a partire (molto) prevenuta: prima perché i creatori del cartone sono gli stessi del merdaviglioso Higglytown e poi perché hanno emesso, parlando della genesi della serie, testuali parole: “ Nella serie è presente un saloon, ma niente alcolici spaventosi (perché poi, spaventosi?)” Aggiungendo quindi: “Abbiamo fatto qualche ricerca, e il selvaggio west non era un posto ultra-violento pieno di pistole come Hollywood racconta” Devo pronunciarmi? Lo sanno anche i muri quello che è successo agli indiani d’America, ignorarlo mi sembra piuttosto ipocrita. E ancora “le persone che si stabilivano nel west erano ligie al dovere e alle regole e che si aiutavano a vicenda”. E questo penso che a un certo punto era vero, ma ricordiamo che erano pur sempre persone di origine europea, che avevano strappato il territorio ai nativi.Ero pronta: avevo trovato un altro cartone animato da stroncare senza pietà. Poi, aggiungendo che a me, oltre alle edulcorazioni, neanche i bambini piccoli mi fanno impazzire…et voilà, avrei scritto una recensione ultra cattiva.Ebbene… come molti maschi nel 2010 prendevano alla berlina la nuova serie dei mini pony e poi improvvisamente ne diventarono fan (nonostante il target previsto fosse tutt’altro), anche a me le avventure di Callie sono finite per piacermi.Innanzitutto vorrei chiedervi, nel caso non mi conosceste, di non giudicarmi né insultarmi per questo perché io il programma l’ho guardato con occhi da appassionata di fumetti e cartoni animati, e non sono né una madre iperprotettiva (a parte il fatto che io detesto le madri iperprotettive, che sono di solito creature che detestano i fumetti e i cartoni e fanno in modo che vengano censurati…quando mostrare il male è educativo quanto mostrare il bene) né una povera bambinetta idiota. Potreste dirmi: ci sono un sacco di serie animate là fuori da guardare, perché questa? E in questo caso, direi che non avete torto a chiedermi ciò, però il cartone comunque mi incuriosiva per l’ambientazione e per la presenza di una trama. È ovvio che esistono altre serie animate che sia per me sia per altri appassionati sono in priorità e sono di qualità (chiaramente) più alta di questo, come American Dad, Lo straordinario mondo di Gumball e Adventure Time o cartoni classici come i vecchi Simpson, Alvin, Ducktales o Ed Edd Eddy. Dato che ci sono, pensavo anche di iniziare a guardare due serie giapponesi (dato che ultimamente di giapponese ho visto solo film di Kon e Miyazaki): Pollon perché l’avevo visto di sfuggita da piccola e il mio amico che lo recensisce me l’ha caldamente consigliato e Excel Saga perché ne ho visto uno spezzone spassosissimo sui cartoni americani vs. quelli giapponesi nel blog di Acalia. Comunque, “ogni cosa a suo tempo”, diceva il buon professor Oak e parlerò di questa Callie, anche perché ammetto che recensire prodotti poco conosciuti è sicuramente un arricchimento, e recensire prodotti per bambini è divertente per due motivi: se sono positivi, bisogna spiegare perché ai “profani” argomentando, mentre se sono totalmente negativi o comunque contengono qualcosa che non torna, è bello stroncarli di brutto e vedere tutti gli sbagli commessi dagli autori. Se questa è una visione troppo in bianco e nero, me ne rendo conto e questa recensione di Callie sarà piuttosto “grigia”...perché la serie ha dei notevoli pregi, ma anche dei difetti non trascurabili. Sperando che oltre ai miei lettori abituali, ci sia pure qualche genitore all’ascolto, vi auguro una buona lettura.
Cosa mi è piaciuto? Callie sceriffa del west è una serie divertente con elementi creativi, e qui mi appresto a dire quello che mi è piaciuto e quello che ho detestato nei primi quattro episodi (otto storie) che ho visto (ne ho visti anche altri, ma non li recensisco tutti o il post diventa lungo come tutti i campi da calcio in cui hanno giocato Holly e Benjii).
Assalto al treno (Train Bandits): questo è uno dei primi episodi della serie e vede Callie e i suoi amici Peck e Toby viaggiare in treno pronti per andare in un’altra cittadina dove verrà consegnato il premio al miglior sceriffo. Una caratteristica di molti cartoni prescolari è la presenza di una canzone in ogni episodio, e Callie non ne è esente. La canzone è Chugga Chugga Choo Choo Train, ispirata a una filastrocca/nursery rhyme e devo dire che è orecchiabile e accattivante. L’episodio si complica (ma non troppo) quando tre lupi ladri rubano il trofeo e legano con del nastro adesivo i passeggeri del treno, persino sul tetto. I tre ladri hanno intrappolato Callie e Peck nella locomotiva. Lo spettatore adulto riconoscerà alcuni cliché tipici dei film ambientati su un treno: la galleria improvvisa, i vagoni che vengono staccati dalla locomotiva e la biforcazione dei binari con relativo ponte rotto (sul quale rischia di finire il vagone con i passeggeri). Mi è piaciuto vedere, nonostante la presenza di stereotipi narrativi, il fatto che i tre ladri non si siano fatti scrupoli a staccare i vagoni e spedire quasi dritti verso la morte tanti animaletti pucciosi. Mi trovo d’accordo con TV Tropes ha descritto i cattivi di questo episodio come “cattivi seri di un cartone zuccheroso”. Bello anche il modo in cui Callie dice ai passeggeri di inclinarsi sul lato sinistro della locomotiva per sbilanciarla e salvarsi. L’episodio finisce con Callie che viene naturalmente nominata miglior sceriffa. Un episodio che presenta cliché per lo spettatore allenato, ma eseguiti in modo accettabile e con un piccolo “twist” finale (tutti i passeggeri che vanno a sinistra). Inoltre Callie è proprio una tipetta tosta e spavalda! Voto:7/10, considerato il target basso e inesperto, alcuni cliché possono essere accettati, a patto vengano controbilanciati con un po’ di originalità. E questo episodio ci riesce abbastanza.Ecco a voi il sole (Here comes the sun): Callie, Peck e Toby sono in campeggio nel deserto ed è notte fonda. Mentre Callie si addormenta, i suoi due amici, spaventati dai rumori notturni nel deserto, decidono di far tornare il giorno e prendono il superlazo della sceriffa, e con esso prendono il sole, che era dietro l’orizzonte. Purtroppo il sole è troppo vicino alla terra e, poco dopo, l’afa è insopportabile ad Angolino Simpatico. Quindi i due tentano di riportare la notte, ma quando prendono la luna al lazo, questa si avvicina troppo al sole e inizia a sciogliersi (cosa?). Alla fine, Callie risolverà la situazione. Questo è il primo episodio che ho visto per conoscere lo show e devo dire che il surrealismo della storia è la parte vincente… in tutti questi anni da appassionata di cartoni e fumetti una trama così non l’avevo mai vista. Comunque sia, sarà forse l’influenza di cartoni più maturi come Adventure Time o Gumball, ma questo episodio surreale mi ha colpito molto in positivo. L’unico difetto: la canzoncina l’ho trovata di troppo e poteva essere evitata per far avanzare meglio la trama. Voto:8/10Salviamo le bacche (Bug Trouble): in questo episodio uno sciame di insetti sta arrivando e rischia di attaccare le bacche del signor Puzzolo. Grazie alla collaborazione dei vari cittadini di Angolino Simpatico, le bacche saranno salvate e portate in città. Questo episodio non è niente di troppo originale e trovo un po’ tirata per i capelli la morale “una sola cosa può essere fatta in modi diversi”, riferita a come i vari animaletti raccolgono le bacche. Trovo che non sia una morale universale e piuttosto ambigua e confusionaria da insegnare ai bambini. Un problema di matematica può essere risolto in più modi? Di solito no.
La parte divertente dell’episodio è quando Callie, nel suo ufficio, libera un attimo dalla prigione un tipo colpevole di aver messo le mani nel barattolo pieno di biscotti…quando lo libera, il “criminale” continua a farlo e lei lo sgrida. Se da una parte questa è una cosa edulcorata, fatta anche per favorire una maggiore identificazione nei bambini che vengono sgridati facendo una cosa senza permesso, dall’altra parte la perdono e mi fa morire dal ridere per il suo surrealismo…se ad Angolino Simpatico una persona viene arrestata per così poco, se ruba dei soldi viene ammazzata? Già, e dire che sembrava proprio un posticino carino e coccoloso, ma nasconde degli scheletri nell’armadio. L’episodio comunque è nella media di molti cartoni per bambini (NON solo prescolari). Bello il titolo inglese, però. Voto: 5/10
Moustache Toby: la trama di questo episodio, al momento inedito in Italia, vede il cactus Toby che indossa un paio di baffi per imitare il suo idolo Sagebrush Sam. I baffi sono lunghi e scomodi, e gli causeranno guai, come quando mangia popcorn (che gli si appiccicano sui baffi) e al rodeo. La trama è già vista e sentita in altri cartoni, ma l’esecuzione è buona. Voto:7/10 Doc’s cheatin chili: se volete introdurre i vostri figli/nipoti a questo programma, fatelo con questo episodio che, a mio avviso, potrà piacere anche agli adulti. So che qualcuno mi detesterà dato la mia veneranda età, ma questo è un piccolo capolavoro. A una sagra paesana, Tio la tartaruga presenta una sua zuppa in cui inserisce tre peperoncini, il cui ultimo la rende stra-piccante e quindi, per far in modo che la zuppa sia mangiabile, deve essere placato con un ingrediente speciale (che sembra un po’ brie…). Il dottor Quackers, invidioso, ruba la ricetta a Tio, ma si dimentica dell’ingrediente speciale e la città viene sommersa dalla zuppa piccante, che sembra quasi lava. Alla fine tutto finisce bene e la sagra può riprendere. Molto originale come trama…sarà che si parla anche di peperoncino, e a me piace molto il cibo piccante. Voto:10/10
Se soffrite di cali di zuccheri, guardate questa immagine, ma non troppo o dovrete correre a lavarvi i denti!
The Prickly Pair: in questo episodio inedito in Italia, Toby il cactus fa amicizia con una porcospina capitata in città…perché entrambi sono spinosi e Peck si sente escluso. Infatti lui e Toby quel giorno dovevano andare a pescare insieme. L’episodio probabilmente vi farà venire un po’ la carie ai denti o il diabete se sarete costretti a guardarlo con i vostri nipoti, soprattutto per il design della porcospina, tuttavia i genitori che guarderanno il cartone con i figli troveranno qualcosa di buono nelle gag visive: la barca sulla terraferma, Toby pieno di piumini bianchi e Toby che sgonfia con le sue spine il giubbotto di salvataggio di Peck. Voto: 7/10Crystal Cave Caper: i due fratelli Sporcellino e Spolverino si avventurano in una grotta e incontrano un pipistrello, di cui hanno paura. Ma anche il pipistrello ha paura di loro. Alla fine, i tre faranno amicizia e il pipistrello andrà ad Angolino Simpatico a casa di Priscilla ad aiutare con le decorazioni di un lampadario. Il design della grotta è reso molto bene in 3D e anche gli oggetti scintillanti. L’episodio è simpatico, il design del pipistrello ricorda Stuart Little. Voto: 7/10 Mi sento strana…questo è un cartone che per vari motivi (età, ambiente) non dovrebbe piacermi, eppure è un cartone simpatico (non perfetto, sia chiaro) ed è riuscito a prendermi. Non lo guarderei ogni santo giorno (anche perché ci sono altre serie più importanti), però mi ha convinto di più di My Little Pony: L’amicizia è magica e penso che se dovessi scegliere tra i due cartoni, guarderei prima Callie. Lo dico da persona che ha amato alla follia opere come Perfect Blue,The Tokyo’s Godfathers, Principessa Mononoke e cartoni splatter come Shed.mov o cupi come Adventure Time: per questo è strano, di solito le cose troppo pucciose cerco di evitarle o mi imbarazzano, chissà perché questa volta non è successo? Forse questo cartone contiene qualche MESSAGGIO SUBLIMINALE (*va a cercare i peni e i simboli massonici nascosti, ma non trova nulla*), nah… è solo un buon cartone e questo dimostra che la qualità, se la si cerca, può esserci anche nei prodotti per piccolissimi.
Prima di passare ai lati negativi del cartone, vediamo un po’ la parte “neutra”, ovvero i personaggi e la loro caratterizzazione, nonché la realizzazione tecnica. I personaggi sono più tipi, senza nessun approfondimento psicologico. La protagonista Callie rappresenta il Bene e la Giustizia ed è un po’ troppo perfetta e precisina, anche se rappresenta un ottimo modello femminile e incoraggia le bambine al fatto che si può essere qualcos’altro oltre ad una principessa. Peck e Toby invece risultano simpatici e maldestri e sono ottimi per i piccoli spettatori che si identificano. Mi piace il fatto che Toby per muoversi talvolta usa un barile sul quale si mette sopra e cammina, facendolo rotolare. Mi ha fatto pensare ai barilotti di Donkey Kong, ma è solo un mio pensiero. Anche le gag relative alle spine di Toby sono piuttosto buffe. Gli altri animaletti della città sono caratterizzati da un tratto prevalente e da un mestiere. Esistono anche cartoni per bambini più grandi con personaggi mono/bidimensionali e non vieto a nessuno di guardarli, a patto ovviamente di riconoscere la piattezza del personaggio e guardare anche cartoni con protagonisti più profondi e a tutto tondo. Tuttavia i personaggi (tranne i tre cani della prateria) sono tutti molto simpatici e non mi viene voglia di prenderli a calci, come mi era successo invece con Twilight Sparkle e Fluttershy, protagoniste di un ben noto cartone.
La realizzazione tecnica: premetto che io sono tutt’altro che una fan del 3D (tranne in rari casi, come i film Pixar) e sarebbe anche ora che ci fossero più cartoni in 2D al cinema (in TV per fortuna esistono ancora serie disegnate a mano o in flash). Tuttavia, la realizzazione tecnica di Callie sceriffa del west è discreta. I personaggi hanno un design adorabile e amichevole ma non banale (tranne il cactus che non si può guardare) e sembra vedere dei simpatici giocattolini per il bagnetto in azione, l’animazione è semplice ed essenziale, senza risultare statica o legnosa. Il cartone è molto colorato, ma senza essere ipnotico, i colori infatti sono ben calibrati. Il design della città e dei dintorni è invece abbastanza buono, anche se talvolta troppo semplice e scarno, nulla a che vedere con i bellissimi sfondi disegnati a mano di Pepi, Briciola & JoJo o l’arredamento della grande casa blu. Decisamente meglio di Peppa Pig, ma è scontato dirlo. Gli animali di sfondo sono piuttosto vari e non sono riciclati come succede in altre produzioni (come nei cartoni dei pony, dove i pony di sfondo sono riciclati, non solo cambiando il colore, ma vengono “incollati” anche in episodi successivi per risparmiare).
Adoro questa canzoncina dall'episodio "I fiori di Priscilla"!
Le musiche: nel cartone, possiamo sentire diverse canzoni che vanno dal genere country all’Appalachiano. Alcune resteranno impresse nel cervello dei grandi che guardano il cartone con i piccoli, altre si dimenticano più facilmente. La qualità è generalmente discreta, non al livello dei classici Disney o della discografia dei Chipmunks, né quelle di Rebecca Sugar per Adventure Time.La varietà degli episodi e il ritmo narrativo: il cartone di per sé non segue nessuno schema veramente fisso, forzato e ripetitivo, anche se i tre cani della prateria cantano tre volte ogni episodio, e sono gli ultimi su cui cala il sipario. Per quanto riguarda il ritmo narrativo, mi ha stupito…i tempi sono cambiati e gli episodi hanno un ritmo abbastanza veloce, cosa fino a qualche anno fa impensabile per prodotti del genere.Vicino al cartello dell'episodio "Re Puzzolo" (che ho visto, ma non recensito), passa una simpatica iguana
Inoltre, mentre viene mostrato il titolo di ogni episodio (scritto su un cartello), attorno al cartello del titolo passano alcuni animaletti tipici del selvaggio west. Trovo questa scelta creativa molto simpatica e rende i titoli meno monotoni.Quando mi piace qualcosa di inusuale (come questo cartone), di solito cerco di spiegare i lati positivi, ma siccome ho una certa età ed esperienza nella visione di serie animate, non sono risultata cieca ai difetti. Quindi…Cosa non mi è piaciuto?
I due fratelli si scusano (A Dirty Dusty Apology): questo è un episodio che se guarderete con i vostri nipoti/figli, troverete a mio avviso piuttosto noioso, perché racconta una lite (infantile, anche se i personaggi sono adulti, ma il cartone è scritto per i piccoli) tra Sporcellino e Spolverino, indecisi se andare a sinistra o a destra della miniera. Quando si troveranno nei guai, capiranno di volersi bene. Innanzitutto la storia non mi è piaciuta perché è troppo “terraterra” e poi perché, a dire il vero, anche se i bambini mi stanno piuttosto indifferenti, anche se quando litigano tra di loro mi fanno veramente innervosire. Queste però sono bazzecole rispetto al vero problema dell’episodio: mentre i due fratelli litigano soltano verbalmente, Callie interviene prendendoli al lazo e li obbliga a chiedere scusa. Che chiedere scusa sia la cosa giusta da fare è ovvio ed è giusto insegnarlo ai bambini, tuttavia non mi piace il modo in cui Callie ha agito: quando due persone si scontrano a parole, la cosa giusta da fare è lasciarle stare in modo che ognuno liberi le proprie emozioni e faccia sapere all’altro come si sente, qui, invece Callie vuole reprimere le emozioni dei due litiganti, mettendosi in mezzo e obbligandoli a chiedersi scusa. Fortunatamente (sennò il tutto sarebbe risultato ultra buonista), i due non fanno pace e continuano ad avere la testa dura, e solo dopo varie peripezie nella miniera ed essere stati sopra il carrettino che correva a velocità pazzesca, i fratelli si scusano a vicenda. Ho trovato questo episodio noiosissimo, e la trama carente di fantasia. Voto: 3/10Quando prima avevo narrato la trama della serie, avevo fatto due battute da vecchiaccia in menopausa, ovvero quella sulle pistole e quella sull’alcol. Nella prima battuta, avevo detto che sono i genitori quelli che si spaventano veramente per quanto riguarda la presenza delle pistole nelle storie per l’infanzia, credendo che queste possano traumatizzare i loro pargoli oppure portarli sulla cattiva strada, quando invece non le pistole nella finzione sono soltanto oggetti con una funzione narrativa come altri, e se un ragazzino inizia a diventare violento e a sparare agli altri o a ubriacarsi la colpa non è di una serie animata, ma dell’ambiente in cui si cresce o ci si trova ad essere coinvolti. Comunque riguardo al fatto dell’assenza di pistole, Callie sceriffa del west non ha nessuna colpa e non è né la prima né l’ultima serie del genere, semplicemente i creatori si sono dovuti adeguare all’idiozia delle leggi americane sulla tv per ragazzi, che si preoccupano di nascondere l’esistenza di pistole e alcolici, quando questi sono ben evidenti nella realtà quotidiana (in America soprattutto le prime…purtroppo). Riguardo all’alcol, in molti cartoni per bambini è vietatissimo mostrare i personaggi dediti al consumo di bevande alcoliche. Reputo che la censura in questione sia piuttosto esagerata nel caso di Callie, dato che comunque i bambini vedono i loro genitori bere alcolici alle cene e molti già all’età di sette anni si divertono con I Simpson, dove anche i muri sanno che Homer adora la birra Duff. Recentemente, anche in Regular Showsu Cartoon Network, vengono mostrati la ghiandaia blu Mordecai e il suo amico Rigby bere alcolici (i due hanno 23 anni). Persino nella saga della dinastia dei Paperi di Don Rosa si vedono dei boccali di birra (come nella seconda tavola del secondo capitolo Il Signore del Mississippi) e delle pistole, alla faccia di chi crede che i fumetti Disney siano tutti edulcorati (negli ultimi tempi sono stati molto “raddolciti”, ma una volta non era così). Tuttavia, in molti cartoni animati, soprattutto degli anni ’90, la birra era presente…ma in maniera nascosta: infatti, nell’episodio Sogni ad Occhi Aperti (Dreamlighting) del cartone Alvin Rock ‘n’ Roll possiamo vedere David Alvinson bere della root beerper consolarsi dai suoi dispiaceri e anche i Biker Mice sono dei grandi fan di quella bevanda (che si traduce in italiano come orzata): un’edulcorazione ironica quindi, ma pur sempre presente ed efficace…tutti notano il sottotesto adulto. Perché quindi non fare in modo che anche ad Angolino Simpatico i personaggi bevano orzata (ovviamente con scritto sopra root beer)? Una cosa del genere non porterà mica i bambini verso un futuro da alcolizzati.Non ho problemi riguardanti i simpatici animaletti amici di Callie, tuttavia devo farvi notare che dal primo momento che ho visto i tre cani della prateria canterini li ho detestati. I tre cani della prateria, tre volte all’episodio, riassumono, cantando, alcuni avvenimenti: l’unico momento in cui riesco ad accettarli è alla fine, dove, cantando, ricordano il that’s all folks dei Looney Tunes o anche un “e vissero felici e contenti” cantato. Tuttavia, per il resto, sono inutili e irritanti…mentre guardavo gli episodi desideravo con tutto il mio cuore che Peppa Pocca facesse un viaggio da Catania fino al Far West solo per impallinarli. Perché Peppa Pocca? Perché i piccoli devono prendersela con i piccoli….mi pare giusto! Quindi, lasciamo alla maialina che mangia le patate della piana di Catania, l’onore di uccidere quei tre stronzetti…
E...finirono di cantare! Grazie Giuseppa!
A parte la mia mente malata…servono davvero dei personaggi che ripetono cosa è appena avvenuto? “eh, ma i bambini piccoli non capiscono tutto subito”, questo è vero, ma si da il caso che i bambini piccoli sono famosi per guardare miliardi di volte lo stesso cartone/film, quindi, se magari un concetto non lo afferrano subito, lasciamo che dopo alcune visioni riescano a comprenderlo da soli, ciò darà loro più soddisfazione, anziché fargli trovare la pappa già pronta. E qui viene il secondo problema di questo cartone: come ho detto prima, la forza di Callie sta nell’avere delle trame simpatiche e surreali, e anche dell’umorismo visivo che non si basa quasi mai sulla fisicità corporale (purtroppo, in una clip di un episodio che non ho visto, Puzzolo ne molla una e l’effetto è piuttosto di cattivo gusto), quindi il cartone risulta quasi sempre piacevole per gli adulti che lo guardano con i loro pargoli. Tuttavia, da quello che ho visto, lo spirito del vecchio west non traspare abbastanza dal cartone, che, pur mantenendosi divertente, le trame non escono troppo dal filone di cartone educativo che mostra solo valori positivi. Purtroppo, i creatori di questo cartone, quando lavoravano alla precedente serie Higglytown, avevano scritto un episodio a mio avviso orribile e offensivo all’intelligenza infantile, ovvero quello natalizio, dove un elfo, grazie alla polverina magica, portava i tre bimbimeenchia (mancava il più grande, se mi ricordo bene) di Higglytown al Polo Nord e diceva loro che a Natale è tutto possibile. Se mi conoscete bene sapete come la penso sull’argomento… come se i problemi nella vita venissero risolti da un cavolo di deus ex machina, ma in realtà tutto è molto più complicato. Secondo me non c’è niente di più deprimente di illudere un bambino che nel mondo esista la magia, perché non è così, al mondo il male esiste e bisogna sapere conoscerlo per evitarlo. Se avete letto le ottime strip di Mafalda, saprete benissimo che essere bambini non vuol dire essere idioti senza un opinione, ma anche i bambini sanno avere una morale e delle idee e sono più intelligenti di quanto a volte gli adulti si aspettano (purtroppo, di solito, molti adulti hanno aspettative molto basse sui più piccoli). Dunque, Calliedal punto di vista delle trame, tratta bene i bambini con storie avvincenti, ma se si mostra solo il bene, si educa solo a metà, bisogna anche mostrare il male. Ma come?
Dove potrebbe migliorare “Callie Sceriffa del West”?In questo cartone ho visto solo un episodio con dei veri cattivi (Assalto al Treno), ed è stato reso in maniera discreta…sappiamo che i tre banditi vengono poi spediti in prigione, ma perché non viene mostrata la scena in cui vengono sbattuti dentro? Inoltre Callie li lega in una maniera un po’ troppo leggera, con un solo filo del lazo. L’altro problema che ho con l’episodio è il fatto che non viene spiegato in maniera chiara come mai i tre lupi decidano di rubare il trofeo…sembra lo facciano solo per dispetto nei confronti della sceriffa. Se da una parte questo è un bene, perché viene stimolata la fantasia dei bambini a cercare una spiegazione, vista da un altro lato, potremmo dire che è un buco narrativo.
MA!!! Il cattivone si è reimpadronito del trofeo!
I bambini inoltre devono essere abituati anche a vedere cartoni più complessi e con trame più elaborate, e talvolta con degli elementi tristi. Vediamo alcuni cartoni del passato cosa propongono: come primo esempio, prenderei Ducktales, che nonostante sia piuttosto allegro, offre dei momenti di pura adrenalina e anche dei personaggi caratterizzati a tutto tondo (tranne la piccola Gaia…vi prego, sopprimetela)…quanti bambini di 5 anni avranno visto mille volte gli episodi del Ciclo del Sole d’oro dove Zio Paperone gira con i suoi nipotini nel Ronguay, poi con Jet in America Latina e di nuovo con i nipoti al Polo Sud e nella piramide dorata nella giungla? Quello sì che era un racconto pieno zeppo di fatti. Inoltre, un film Disney da molti considerato tra i più infantili, ma che a me piace molto, è Oliver & Company(e dato che ci sono, rispondo ad Acalia che mi aveva detto che non le piaceva Fagin, ma non ho avuto tempo per risponderle nel blog, quindi rispondo qui per tutti gli interessati): come di sicuro sapete, Oliver & Company è la storia del gattino Oliver, che nella New York degli anni ’80, incontra un gruppo di cani che vivono con un poveraccio (Fagin), oppresso dai debiti per colpa di uno strozzino. Dopo un po’ Oliver incontra una bambina che lo adotta, ma lui e la sua nuova padroncina vengono rapiti. Lo strozzino di Fagin dopo varie peripezie muore (cadendo dall’alto, perché la vera assassina dei cattivi nei film Disney è la Gravità), ma come finisce la storia? Fagin resta sempre povero (solo perché la persona che ti causa problemi scompare, questo non vuol dire che i tuoi problemi si dissolvono) e Oliver ritorna dalla sua padroncina…questo finale è “realistico”: trovare casa a un micetto rapito è molto più facile che diventare improvvisamente ricchi. Ed è un’ottima storia di vita da mostrare ai bambini. Anche Dumbo è un film adattissimo all’età prescolare ed è uno dei film più tristi della Disney…la sequenza degli elefanti rosa è a dir poco spaventosa, ma è uno dei momenti più alti dell’animazione americana: secondo me i bambini adorano un film che nascondendosi dietro un’apparenza giocosa e coloratissima, spiega loro che il mondo è tutt’altro: è pieno di gente maliziosa e malvagia. Finiamo quindi con Il Re Leone: il momento più tragico del film è quello in cui vediamo in scena il cadavere di Mufasa e Simba che prova invano a rianimare il suo papà. Ebbene, sapete una cosa? I miei genitori mi hanno sempre fatto vedere Il Re Leoneintero anche quando avevo solo due anni e li ringrazio per questo…perché è giusto che il Male e le cose tristi, anche se inizialmente solo in forma di personaggi cattivi e brutti dei cartoni animati (come Scar, Frodo, Ursula), venga messo di fronte agli occhi dei bambini, perché così facciamo loro un favore quando dovranno affrontare la crudeltà del mondo reale. Purtroppo però, mia zia M. non la pensa così: non ho nulla contro di lei, è una persona simpaticissima e solare, ma mi ha detto che lei mandava avanti la videocassetta a sua figlia nel punto in cui Mufasa moriva… mio padre ha detto:”Si vede che mia sorella era quella a soffrire per quella scena!” Bene…allora, se zia M. fosse stata veramente un ottima madre, avrebbe lasciato vedere il film per intero a mia cugina. Se poi a mia zia viene da piangere vedendo quella scena e se ne vergogna, può sempre rintanarsi in un angolino (simpatico). E qui si capisce l’arcano: sono gli adulti quelli che hanno paura di mostrare ai bambini l’esistenza del male o di cose come l’affettività (educazione sessuale), sono gli adulti quelli che si spaventano, i bambini in realtà sono i primi ad essere pieni di stimoli e ad accoglierli, sono delle persone con una potenzialità immensa…e gli adulti vogliono bloccarla. Le uniche cose che secondo me i bambini non devono vedere sono la violenza eccessiva (come: cadaveri squartati e sfregiati) e i film con scene esplicitamente pornografiche, che sono due cose molto diverse dalla violenza comunque mostrata in maniera equilibrata (cattivi che muoiono cadendo dall’alto o che sanguinano leggermente, pistole/armi o l’idea della morte sentita/mostrata) e dall’affettività fisica (due persone che si baciano in bocca o che semplicemente stanno a letto uno a torso nudo e l’altra con il reggiseno, in una commedia, che parlano e non consumano nessun atto).Quindi i creatori di Callie si sono adeguati anche al target adulto: da una parte hanno voluto accontentare i genitori che amano la buona animazione inserendo trame piacevoli, dall’altra, anche i genitori iperprotettivi a cui viene l’infarto appena vedono anche una pistola ad acqua. Il male deve essere mostrato e denunciato, di sicuro nei prodotti a target basso deve essere quasi sempre sconfitto dal bene, ma non deve sempre essere, come accade, purtroppo di frequente, una vittoria dove il male diventa invisibile e si torna allo status iniziale, ma il male deve lasciare qualche traccia, anche a livello inconscio in alcuni protagonisti o eventi. Pensiamo al mondo di Adventure Time, dove si vedono chiaramente dei residui bellici e dei paesaggi umani distrutti durante la guerra dei Funghi, oppure a (occhio agli spoiler) Principessa Mononoke, che nonostante sia un film a mio avviso dai 12 anni in su (anche se quando l’ho visto a Trieste era di pomeriggio e la sala era piena di bambini di 4/6 anni con i loro genitori), dopo la morte del Dio Bestia protettore della foresta, la foresta, dopo essere appassita rinasce, ma è una foresta diversa, tutta nuova, tutta da ricostruire…i gravissimi danni dell’essere umano sono evidenti e l’uomo è stato punito dalla natura…e quindi deve mettere tutto a posto (detto questo gli spoiler sono finiti, andate in pace). Se invece pensiamo a un cartone per bambini, pensiamo a CatDog di Nickelodeon: CatDog è un essere preso alla berlina perché è un gemello siamese metà gatto metà cane, e Cat, a furia di essere trattato male per la sua diversità, è diventato un essere cinico e diffidente nei confronti del mondo.
Comunque…se mi offrissero un posto da scrittrice per Callie Sceriffa del West, io coglierei la palla al balzo. Innanzitutto, possiamo notare che i protagonisti sono quasi tutti degli animali di origine europea (tranne l’armadillo, le due puzzole e la tartaruga), quindi mi viene spontaneo, in quanto scrittrice chiedermi due cose:
Il doppiaggio americano è ottimo, tutti i personaggi hanno un accento che ricorda quello dei cantanti country di Nashville, Tennessee. Callie è doppiata da Mandy Moore (doppiatrice anche di Rapunzel nel film omonimo), Lucas Grabeel (famoso per l’amatissimo/odiatissimo High School Musical) doppia il picchio Peck e Jessica Di Cicco doppia il cactus Toby e anche la Principessa Fiamma di Adventure Time. Infine, Flea dei Red Hot Chili Peppers ha doppiato un bandito nell’episodio The pie thief.
Ecco il bandito doppiato da Flea!
Il doppiaggio italiano mi è parso molto poco ispirato, inoltre la lista dei doppiatori non è ancora presente online quindi non so chi doppia chi.
In conclusione
Callie Sceriffa del West è un cartone di buona qualità che considera l’intelligenza dei bambini, anche se forse ispirarsi un po’ di più alle trame dei classici Disney non farebbe male, anzi. Le trame sono divertenti e decisamente meglio di quelle di tanti cartoni educativi…se devo essere sincera le storie sono pure meglio di quelle del classico Bear nella Grande Casa Blu. Se volete guardarlo con i vostri nipoti/cugini o semplicemente perché cercate un cartone moderno che in quanto a trame ha lo spirito di quelli degli anni ’90, fate pure! Io non giudico le persone se ogni tanto guardano qualcosa di tenero e innocuo, l’importante è essere maturi dal punto di vista relazionale, culturale e avere anche passioni più alte. Gli episodi sono in onda su Disney Junior e se non possedete il canale, su Internet potete trovare vari torrent in inglese. In definitiva non un prodotto perfetto, ma direi che un bel sette e mezzo su dieci glielo do! E nei momenti di nulla, preferisco guardarmi questa simpatica gattina che i colorati mini pony…
Callie Sceriffa del West
Voto finale: 7 e mezzo/10
(Chiedo scusa per il post lunghissimo, ma questa serie per bambini mi ha ispirato anche qualche riflessione sull’animazione per l’infanzia e dato il contesto western mi ha anche ispirato qualche storia possibile. Nei prossimi post parlerò, oltre che di Gumball, anche di Adventure Time –la Guerra dei Funghi- e tanto altro ancora, inoltre ho trovato un altro cartone western acquistato dalla Disney, ovvero I cowbuoi dell’Altipiano, che proverò a recensire, sono una ventina di episodi! Per quanto riguarda Callie ne riparlerò quando la prima stagione sarà finita, facendo un post neutrale con i titoli in italiano e con le trame della serie in italiano! A presto!)