“Calling Me Home”, ecco il ritorno di Kathy Mattea

Creato il 13 agosto 2012 da Godblesscountry @massimoannibale

Qualsiasi periodo dell’anno (e accetterei anche il rischio caldo afoso, guardate cosa vi dico!) andrebbe bene per me per essere a Nashville. Tanto adoro quel posto. Ma amerei particolarmente esserci tra la fine di questo mese e l’inizio di settembre. E’ in questo periodo infatti che Kathy Mattea, una delle autrici/cantanti mie preferite ha scelto di fissare le prime sue quattro apparizioni dal vivo per celebrare in grande stile il suo rientro sulle scene con un nuovo disco, “Calling Me Home”, finalmente in uscita per la Sugar Hill il prossimo 11 settembre (degli altri dischi in uscita potete leggerne nella pagina Uscite Discografiche 2012), che la vede ritornare al suo amore per le radici dei monti Appalachi che già aveva così bene espresso nel suo precedente album “Coal” del 2008. La cantante darà un assaggio del contenuto del suo nuovo lavoro il 29 agosto al Loveless Bar, per poi comparire al Bluebird Cafe il 5 settembre, allo Station Inn il 7 settembre e chiudere col botto questo primo giro di assaggi la sera dell’8 settembre al Gran Ole Opry.
“Calling Me Home” è coprodotto dalla stessa Kathy Mattea insieme a Gary Paczosa e per realizzarlo ha voluto recrutare i migliori musicisti di cui potesse disporre. Tra questi Stuart Duncan, Bryan Sutton, Byron House, Jim Brock, Bill Cooley e la coppia fratello/sorella Tim e Molly O’Brien (famose e dotate voci armoniche nonché vincitori ciascuno di un Grammy). Per le note del disco ha voluto che a scriverle fosse l’autrice campionessa di vendite - nonché anch’ella proveniente dal Kentucky – Barbara Kingsolver.
Già nel 2008, dopo aver trascorso quasi trent’anni lontana dalla casa della sua infanzia di Cross Lanes in West Virginia, Kathy aveva sentito il bisogno di immergersi nella musica delle origini, quella degli Appalachi, e aveva realizzato “Coal”. Per questo lavoro, che ne è un ideale seguito, ha cercato e raccolto vecchio e nuovo materiale sia attraverso ricerche personali che partecipando a riunioni e feste sul posto. Lungo il suo percorso dal mainstream country fino alla Appalachian Music per Kathy, sulla scena ormai da quasi trent’anni (pur non avendo una discografia particolarmente consistente - appena 14 album, “Calling Me Home” incluso) si é trattato quasi di un viaggio purificatore, che le ha fatto provare emozioni come «essere una totale novizia ed inesperta in qualcosa dopo che hai cantato per 30 o 40 anni, e sentire quella umiltà che ti fa dire “non so se sarò in grado di farlo di nuovo, di spingermi di nuovo fino a quel punto… E questo è per me un grande dono». Continua Kathy: «Mi sento come se avessi fatto il disco della mia vita. Finalmente sono riuscita ad esprimere compiutamente quello che credo fossi stata chiamata da sempre ad esprimere, fin da quando ho cominciato questo mestiere. Parlo della mia infanzia e della mia esperienza di vita, di un senso di appartenenza e di cultura, di storia e di famiglia, di tutta la musica che ho imparato e di quello che ho imparato esibendomi dal vivo e mettendo tutta me stessa in qualcosa».
Bentornata, Kathy!
M.A.


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