Il menu della legge di Stabilità si va componendo con riunioni continue dei tecnici di Tesoro e Palazzo Chigi, diverse presiedute dallo stesso premier Matteo Renzi sempre in stretto collegamento con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Si stanno definendo le risorse da destinare ai singoli interventi: le coperture per il 2016 sono “blindate”, fa sapere Palazzo Chigi, e si sta lavorando per quelle del 2017 quando si metterà in campo il taglio dell’Ires, come confermato dal premier, secondo il quale sul tema qualche “sorpresa” potrebbe arrivare già dal prossimo anno. In cantiere ci sarebbe infatti un taglio calibrato sulle Pmi del Mezzogiorno per il 2016, ‘antipasto’ della riduzione generalizzata, che costerebbe circa 450 milioni.
(ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Il ‘rebus’ delle coperture però, stando agli addetti ai lavori, non sarebbe ancora del tutto risolto, e a ‘ballare’ sarebbero ancora alcuni miliardi (4-5 secondo i più pessimisti) necessari per finanziare tutte le misure in cantiere. Irrinunciabili l’eliminazione del prelievo sulla prima casa, ‘bandiera’ della prossima programmazione di bilancio, che insieme a Imu agricola e imbullonati costa 4,5 miliardi da restituire ai Comuni, e lo stop alle clausole di salvaguardia che, da sole valgono più di metà dei 27 miliardi di manovra annunciata da Renzi. Senza interventi, infatti, dal primo gennaio scatterebbe un aumento di due punti dell’Iva (dal 10 al 12% e dal 22 al 24%, per circa 12,8 miliardi) e un taglio di detrazioni e agevolazioni fiscali (per 3,2 miliardi, clausola ereditata dal governo Letta e finora sterilizzata solo in parte) che in tutto comporterebbero 16 miliardi di aumento di tasse.
Sul piatto ci sono per certo circa 8,5 miliardi di flessibilità sul deficit per le riforme (0,5 punti di Pil ma deve arrivare il via libera di Bruxelles a usare per intero questo spazio) e i risparmi ottenuti con la revisione della spesa, che però non supereranno i 6-7 miliardi (rispetto ai 10 indicati con il Def di aprile). Ci sono poi gli incassi, una tantum, in arrivo grazie alla voluntary disclosure, che si potrebbero attestare in tutto attorno ai 3 miliardi (di cui 1,5 sono già stati impiegati per sterilizzare altre clausole per il 2015). E si profila un intervento sulla tassazione sui giochi che potrebbe portare a entrate aggiuntive per 7-800 milioni, ma che è ancora in via di definizione. Il governo punta poi ad avere altri 5 miliardi grazie alla clausola degli investimenti (la richiesta è uno spazio per 0,3 punti di Pil), risorse che però vanno destinate, appunto, agli investimenti. (ANSA)