Siamo in un piccolo borgo irlandese e padre James, come tutte le domeniche sta confessando i suoi fedeli. Uno di questi gli annuncia che da lì a una settimana lo ucciderà per vendicare una violenza subita da un altro prete quand’era bambino.
Questo è l’incipit di Calvary, l’ultimo lavoro di John Michael McDonagh, i maestosi e solitari paesaggi celtici, le scogliere a picco sul mare e le spiagge desolate fanno da corollario alle giornate di Padre James, anche lui solo e rassegnato in cerca di una pace spirituale e di una soluzione a questo enigma. Padre James è bloccato tra il supporto alla fragile figlia venuta in visita e l’occuparsi dei problemi che affliggono i membri della sua comunità; Ieraticamente e con spirito, a volte non proprio cristiano, cerca di trovare colui che gli ha lanciato l’anatema e il passare inesorabile dei giorni scandisce il calvario interiore di padre James.
McDonagh avrebbe potuto realizzare un film dai toni molto più cupi e tesi, invece mette l’accento sul carattere grottesco della vicenda e avrebbe potuto cambiare i punto di vista e raccontare storie di sacerdoti coinvolti in storie di abuso sui minori e, invece, spiazza tutti rivelandoci la disperazione di un prete buono.
Calvary è un film di sfumature e contrasti che affronta temi pesanti con ironia e sensibilità, grazie anche alla grande prova di Brendan Gleeson di nuovo insieme al regista dai tempi di Un poliziotto da happy hour. Gleeson fa parte di quella schiera di attori di grande pregio rilegati a ruoli secondari, ma per i fratelli McDonagh (Martin è il regista dei notevoli In Bruges e 7 Psicopatici) Brendan Glesson è stato sempre un attore protagonista.
Presentato in prima mondiale al Sundance Film Festival e alla 64.ma edizione del Festival di Berlino è stato accolto positivamente da pubblico e critica. Il film uscirà nelle sale italiane il 4 dicembre per la 20th Century Fox.