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Calvisano celtica? Il patron Gavazzi leva ogni illusione

Creato il 20 aprile 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Calvisano celtica? Il patron Gavazzi leva ogni illusioneGianluca Barca, Il Giornale di Brescia

La Fir ha ritirato la licenza agli Aironi, e il rugby italiano è in subbuglio. La franchigia di Viadana contesta il provvedimento federale e minaccia interventi «nelle competenti sedi giudiziarie, onde ottenerne l’annullamento con ogni statuizione conseguente anche in tema risarcitorio». La Fir dal canto suo sottolinea che «la ponderata decisione di revocare la licenza per la partecipazione al Pro12 al termine della stagione sportiva in corso è stata assunta in considerazione di una situazione economico finanziaria di dichiarata criticità e
della richiesta di un consistente intervento economico a carico della Fir in favore degli Aironi».
Il dato di fatto è che c’è un posto libero nel Pro12 e la Fir ha emesso un bando che scade
il 25 aprile per una nuova candidatura. Ne parliamo con Alfredo Gavazzi, il più convinto
propugnatore della partecipazione italiana alla Celtic League, che tre anni fa dovette fare
una sofferta marcia indietro con il suo Calvisano.
Gavazzi, i tifosi bresciani si aspettano che il Calvisano faccia un passo avanti…
«Al di là del fatto che in giro non vedo, in generale, situazioni credibili in grado di
ottemperare ai dettami del bando, per quanto riguarda Calvisano, purtroppo, le condizioni per proporsi, non ci sono».
Tre anni fa, però ci avevate provato.
«Ci avevamo provato, ma insieme a Parma. Calvisano non ha mai pensato di poter affrontare da solo una sfida di quella portata, innanzitutto perché il nostro San Michele
non ha i requisiti richiesti dal Torneo (5.000 posti, di cui una parte coperti, ndr). Ora Parma (dopo essere confluita nella Aironi srl e poi esserne uscita all’inizio di questa stagione
ndr) naviga in serie C. Pertanto le condizioni che ci vedevano partner nella franchigia dei Duchi, non ci sono più. Inoltre la situazione economica generale di quest’anno non promette di essere meglio di quella del 2009, quando Calvisano fece un passo indietro e andò a
giocare in A2. Infine, l’idea di partenza si basava sul progetto che un istituto bancario bresciano facesse da motore dell’iniziativa. Oggi, meno di allora, ci sono le condizioni
perché ciò accada».
Possiamo anche dire che alla riprova dei fatti, sul piano commerciale, il Pro12, o Celtic League che dir si voglia, ha dato risposte meno soddisfacenti del previsto?
«Io continuo a pensare che l’Italia, anche dal punto di vista economico, possa offrire molto a quella competizione. Ma ci vorrà ancora qualche anno. Dal punto di vista della visibilità
è vero, con le vicissitudini della televisione (il fallimento di Dahlia, l’arrivo della Rai, quest’anno, solo a torneo in corso, ndr), i risultati sono stati inferiori al previsto».
Dunque se il 25 aprile non si sarà presentato nessuno, diventa probabile la soluzione di una
squadra direttamente gestita dalla federazione, e Calvisano che farà?
«Calvisano mette a disposizione della Fir, a condizioni assai vantaggiose, tutta la sua logistica: campi per gli allenamenti, uffici, palestra. E la ricettività di un paese dove i costi e gli affitti sono molti contenuti. Se la federazione è interessata, può scegliere di appoggiare
qui la franchigia e decidere di farla giocare dove più ritiene opportuno».
Dove?
«Dove vuole, a Calvisano di certo no e a Brescia, purtroppo, neanche, visto che l’impianto adatto non c’è».
E allora che interesse ci può essere nel fare solo da base alla squadra che poi gioca altrove?
«Beh, io penso che la frequentazione di un club di alto livello, la sua presenza quotidiana sul territorio, possa essere un bell’elemento di crescita per il rugby della zona. Anche se poi la franchigia gioca da un’altra parte».
Ed è davvero un peccato che Brescia non abbia uno stadio all’altezza…
«Brescia non ha mai voluto investire nel rugby. In città c’è un progetto per un nuovo stadio da 25mila posti. Io ho fatto presente che per il rugby, ne basterebbe uno da cinquemila,
sarebbe sufficiente un intervento fatto come si deve sullo stadio lnvernici. Costerebbe molto meno. Ma evidentemente non interessa».


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