Ho come l’impressione che l’estate se ne sia andata.
Così, da un momento all’altro, senza nemmeno salutare.
Mi ha lasciata sola, a notte ormai fatta, nella mia macchinina, con addosso un freddo glaciale. Ed era tutto così strano, scoprirmi intenta a trafficare con la manopola della temperatura, le mani attaccate ai bocchettoni dell’aria calda, in cerca di calore.
Mario Biondi e un paio di suoi brani hanno completato l’opera scaldando l’anima.
Curioso: mica lo sapevo che il suo primo album, Handful of Soul, era stato registrato con l’High Five Quintet, formazione jazz nella quale milita il mio adoratissimo Fabrizio Bosso. Voce di Biondi a prescindere, il disco merita un ascolto solo per la parte strumentale.
Detto questo, passo e chiudo, che è meglio.