Come rottamare i vecchi politici? Basta il telecomando!
Antonio Coppola - 14 febbraio 2013 (LINKIESTA) Basta un clic! Che fare? Come possiamo liberarci di quelle cariatidi della politica, che ogni giorno - particolarmente in questo periodo elettorale - attraverso le varie trasmissioni televisive, entrano nelle nostre case e ci sottopongono ad un autentico lavaggio del cervello, condizionando pesantemente il nostro orientamento politico e le nostre scelte?
Come possiamo liberarci dei vari Bindi, Finocchiaro, Cicchitto, D’Alema, La Russa, Fini, Casini, Berlusconi, Bersani, tanto per citare dei nomi? Nemmeno Renzi è riuscito a farlo. L’idea della rottamazione di questi personaggi che da decenni detengono il potere e che hanno trasformato il Paese da democrazia in oligarchia - impedendo il necessario processo di osmosi tra il paese reale e la rappresentanza politica – sembra ormai destinata alla sconfitta, al di là degli enunciati di rinnovamento.
E ciò perché è finita nelle maglie dell’apparato dei partiti, gerarchicamente controllato dall’alto. Al punto che essa è diventata, ormai, addirittura strumentale rispetto al fine del mantenimento della permanenza al potere della cerchia dominante. L’idea della rottamazione degli ameba della politica viene, alla fine, utilizzata quale mezzo per recuperare un consenso ormai perduto e conquistare ancora una volta il potere. Il sistema così riesce a fagocitare i suoi anticorpi. Tutto, alla fine, rimarrà come prima!
Ricomincerà il gioco, sempre più scoperto – anche perché da sempre impunito - degli accordi di potere, dai contenuti contraddittori- quando non ascosi- che inevitabilmente portano a situazioni di compromesso e di stasi. Con buona pace delle riforme radicali -in particolare quelle della Pubblica Amministrazione e del lavoro - che gli italiani attendono vanamente da anni. Come, a questo punto, intuibile neppure il voto – così pesantemente influenzato dai mass media – può costituire mezzo per sottrarre il cittadino a questo prepotere.
E allora, che fare? Basta un clic! È, questa, l’unica arma nelle mani del malcapitato cittadino. Non appena compare in una trasmissione televisiva uno di questi personaggi, basta cambiare canale, senza dargli il tempo di pronunciare nemmeno una parola. Solo adottando questo antidoto, il cittadino potrà sottrarsi alle suggestioni e recuperare la piena libertà di autodeterminazione in ordine alle sue scelte politiche, guardando ai fatti, alla realtà che lo circonda, ai bisogni del proprio vicino, spezzando il filo, invisibile ma vincolante, che lo legava a questi personaggi autoreferenziali e predominanti.
Recupererà, così, il rapporto con la realtà che lo circonda e non sarà più recettore passivo di input che promanano dall’alto ma co-protagonista di un processo di catarsi della società di matrice autenticamente popolare. È forse questo l’unico modo per gettare le basi di un recupero dei valori reali della democrazia.