Magazine Ecologia e Ambiente
di Antonio Bruno*
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Aumento delle temperature medie e diminuzione delle piogge, la falda acquifera con sempre meno acqua: questo è ciò che si verifica nel Salento leccese. In questa nota alcune riflessioni circa le conseguenze dei cambiamenti climatici sull’agricoltura del Salento leccese.
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Lunedì scorso 15 novembre 2010 ho preso parte all’incontro sul tema: “Impatti dei cambiamenti climatici sulla Puglia”.
I cambiamenti climatici sono preferiti dai media e ognuno di noi può prendere atto che ogni giorno accendendo la Tv o aprendo il giornale leggiamo o ascoltiamo dibattiti su questo argomento.
Il problema è che tutti noi siamo attanagliati dalle domande sul futuro, vogliamo sapere che cosa sta accadendo con la temperatura, le piogge e soprattutto se siamo in presenza di un cambiamento del clima.
La questione che si pone oggi è quella dell’uomo che ha cambiato il clima e quindi la consapevolezza che i cambiamenti climatici hanno conseguenze sulle dinamiche sociali, sulle questioni economiche, hanno effetti sulla salute umana, e sono la causa degli impatti sull’ agricoltura e foreste.
Ma veniamo all’incontro a cui ho preso parte e specificamente all’intervento del prof. Piero Lionello che ha completato Magna cum Laude la laurea in Fisica presso l'Università di Padova nel 1984 ed è impegnato nella ricerca ambientale dal 1987, professore di oceanografia e fisica dell'atmosfera presso l'Università del Salento a Lecce, dove insegna i corsi di "Oceanografia Fisica" e "Oceanografia costiera". Il prof. Piero Lionello ha dapprima delineato le caratteristiche del clima delle Puglie e poi si è soffermato sulle tendenze del clima attuale, in particolare per quanto riguarda la temperatura e la piovosità osservate durante il 20° secolo, ed infine ha presentato le proiezioni per il clima futuro nella regione mediterranea, valutandone l'affidabilità ed inserendole nel contesto globale.
Il prof. Lionello ha evidenziato un aumento significativo delle temperature minime e un altrettanto significativo declino delle piogge invernali, in particolare nel mese di gennaio. Insomma il prof. Lionello attraverso i suoi studi ha accertato scientificamente il progressivo aumento del deficit idrico nelle Puglie.
E il futuro? Le proiezioni climatiche messe a punto dal prof. Lionello sono in sostanziale accordo con le tendenze osservate e forniscono un aumento medio di temperatura media annuale compreso tra 1.5 e 3 °C . Tale aumento di temperatura è maggiore nei mesi estivi rispetto a quelli autunnali il che significa che nelle Puglie avremo estati più calde.
Per quanto riguarda le piogge le proiezioni confermano una diminuzione nel periodo autunno – invernale mentre la situazione estiva rimane pressoché invariata.
Io faccio il Dottore Agronomo presso il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” e mi occupo della gestione degli impianti irrigui collettivi che utilizzano l’acqua emunta dall’acquifero carsico.
I dati del prof. Lionello relativi alla diminuzione della ricarica naturale dell’acquifero del Salento leccese sono allarmanti in quanto siamo tutti consapevoli dello stress da eccessivo emungimento a cui è stato sottoposto in questi decenni.
Lo scenario delineato dal prof. Lionello conferma la variabilità che avremo nei prossimi anni di disponibilità di acqua dalla falda freatica e mi mette in allarme da subito per una gestione ancora più attenta dei fabbisogni idrici delle colture, delle opere di captazione e della qualità ambientale dei corpi idrici.
Le questioni che si porranno nei prossimi anni per la gestione dell’irrigazione del Salento leccese saranno tutte incentrate sulla scarsità d'acqua, sulla possibilità di utilizzo delle acque reflue trattate e delle acque salmastre delle centinaia di sorgenti sulle coste. Sono consapevole tuttavia che l’utilizzo di queste risorse comporta l'applicazione di ciascuna di queste fonti separatamente a un gruppo diverso di colture rispetto a quelle in atto oggi nel territorio del Salento leccese.
In definitiva il mio lavoro dei prossimi ani sarà quello di adottare una serie di strategie per affrontare gli effetti meteorologici, suggerendo agli agricoltori una diversificazione delle colture e metodologie di irrigazione che rendano più efficiente la gestione delle acque.
Non si possono realizzare questi cambiamenti senza il coinvolgimento dei portatori di interesse ed è per questo motivo che attraverso gli strumenti della progettazione partecipata si potrebbe cercare di mettere a punto un sistema di strumenti di supporto decisionale per le strategie di adattamento e di attenuazione su misura specifica dell’ambiente del Salento leccese. Insomma la mia proposta è di mettere in atto da subito una consultazione con le parti interessate, anche attraverso seminari, conferenze e di focus group, al fine di tener conto delle diverse esigenze del territorio del Salento leccese e realizzare quindi un adattamento dell’agricoltura alla minore disponibilità idrica.
Tutto si può fare a patto che ci siano le risorse finanziarie, ed è per questo motivo che sto elaborando un progetto che ha le finalità sin qui esposte. Nei miei prossimi interventi vi terrò informati dei progressi.
*Dottore Agronomo
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