Cambiamenti climatici e salute? connessione molto stretta...
Creato il 29 novembre 2010 da Alessandro @AleTrasforiniSeguendo formule probabilistico-pratiche, non è stabilita alcuna relazione tra leggi fisiche e miglioramento delle esistenze degli uomini?
Le domande, seguendo temi come questi, trovano davvero un'infinità possibile di risposte.
Correlare la scienza a questioni etico-politiche trova terreno poco fertile, stando al vuoto pneumatico da sempre creato attorno ad argomenti così particolari.
Ogni tanto, nonostante tutto, qualche sassolino pare essere lanciato in questa immensa distesa d'acqua così tremendamente calma.
Proprio oggi, infatti, si apre nella città messicana di Cancun la Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima COP 16.
All'interno di tale rassegna sarà presentato un documento ufficiale redatto dall' Inter Academy Medal Panel (Iamp), associazione che a livello mondiale riunisce circa settanta accademie nazionali di area medico-scientifica.
A rappresentare l'Italia ci sarà l'Accademia dei Lincei.
Giungendo al documento ufficialmente presentato, si è evidenziato come potrebbero giungere immensi benefici alla salute umana dinnanzi a prepotenti ed immediate prese di posizione sulla lotta al cambiamento climatico.
L'obiettivo fondamentale del documento, al di là di convinzioni ovvie come la precedente, consiste nel far capire come in termini pratici le politiche per combattere i cambiamenti del clima non comporteranno costi aggiuntivi nè sgravi particolari, da punti di vista sia sociali che economici.
Come tradurre gli intenti in proposte concrete?
Come realizzare un miglioramento ambientale per produrre arricchimento sociale?
Il documento presentato riesce anche a parlare in termini reali, avanzando proposte minime che potrebbero produrre su larga scala immensi benefici.
Ad esempio, stando ad anticipazioni presentate sulla rivista Lancet, l'introduzione di 150milioni di forni da cucina a bassa emissione in India potrebbe voler dire prevenire le morti di circa 2 milioni di persone tra emissioni inquinanti pericolose ed incremento esponenziale dei gas serra.
Altri passi chiave potrebbero essere, in termini ancora più concreti ed individuali, la riduzione dell'uso di auto private in città in aggiunta alla promozione di forme di mobilità alternative.
Fare tutto ciò significherebbe, infatti, ridurre le emissioni di CO2 ed il numero di malati cronici per patologie da smog od inquinamento.
Ambiente e salute umana sono quindi infinitamente più collegati di quanto ci si possa aspettare.
La linea sottile che esiste in questioni come queste viene confermata, a parole, da uno dei leader dell'associazione Iamp:
"Molti considerano i cambiamenti climatici soprattutto come una minaccia all'ambiente e sono meno consapevoli dei problemi per la salute.
Inoltre, gli abitanti dei paesi più poveri, che sono meno responsabili delle emissioni di gas serra, sono i più vulnerabili e subiscono le maggiori minacce alla loro salute".
Ancora una volta, come se non bastasse, saranno i Paesi poveri a trarne le spese peggiori.
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