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Diario africano - 54/Surgery For Children

Creato il 11 febbraio 2015 da Mapo
Lacor Hospital, 3 febbraio
Sergio e Bruno sono così immensi che si meriterebbero almeno qualche parola sdegnata sulla pagina Facebook di Matteo Salvini. Uno di Vicenza, l'altro napoletano verace, non solo riescono ad andare d'amore e d'accordo tra loro dentro e fuori della sala operatoria, ma raccolgono soldi su e giù per l'Italia per venire a operare bambini ammalati nel centro dell'Africa.Diario africano - 54/Surgery For ChildrenQuesti due chirurghi pediatrici coi capelli bianchi, sono in realtà solo la punta dell'Iceberg dell'associazione Surgery For Children (www.surgeryforchildren.org) che da quasi dieci anni opera in Uganda (e non solo) collaborando con il Lacor Hospital per portare cure e speranza a centinaia di bambini con patologie invalidanti, prevalentemente congenite."La chirurgia pediatrica - dice Sergio calandosi per un attimo la mascherina dalla faccia - quando siamo arrivati qui la prima volta era praticamente sconosciuta. Molte delle patologie che ci siamo trovati ad affrontare non venivano prese in considerazione e i pazienti conducevano vite brevi e segnate dall'emarginazione sociale dettata dalla loro condizione".Le cose, a quanto pare, sono un po' cambiate. E, seppure con l'inerzia di un continente che nel bene e nel male tende a muoversi lento, sempre più medici locali sono sensibilizzati al problema e l'arrivo di questi muzungu con le tutine verdi rappresenta un'ottima occasione per imparare e confrontarsi.
Diario africano - 54/Surgery For ChildrenSiamo nel blocco operatorio dell'ospedale, in una lunga sala piena di barelle ricoperte da teli verdi appena stropicciati. Su alcune sono sdraiate delle donne che, trattenendo le smorfie di dolore, riescono comunque a sorridere e scambiare qualche parola. Hanno appena subito un taglio cesareo, l'indicazione chirurgica più diffusa in assoluto. In un angolo in fondo c'è una bambina di 3 o 4 anni, finge di giocare con il telefonino della mamma, seduta di fianco a lei, ma è visibilmente nervosa.Del telo a righe bianche e arancioni che viene dato ai pazienti chirurgici per coprirsi in attesa dell'intervento, alla piccola Prossy basterebbe la metà. Sin dalla nascita soffre di incontinenza per via di una malformazione congenita in cui uno dei due ureteri sbocca oltre la valvola, creando di fatto un bypass nel passaggio di urina dai reni al WC. Il risultato è che la bambina si bagna in ogni momento della giornata, la mamma si dispera e spesso è costretta a tenerla a casa dall'asilo.E' la prossima ad andare sotto i ferri, lo sa, ma invece di scappare a nascondersi in tutti gli angoli possibili e immaginabili se ne sta seria e tranquilla in attesa del suo destino. Forse sta solo sperando in silenzio, che è un po' una preghiera.Sergio ha appena finito l'intervento che teneva occupata la Sala 1, un bambino di qualche anno più grande, con dei problemi urinari e la sorpresa di un grosso calcolo adagiato sul fondo della vescica. Un sassolino che si potrebbe togliere attraverso il cistoscopio in un discreto numero di paesi del mondo, ma non in Uganda dove manca il cestello delle dimensioni adeguate. Così si improvvisa una laparotomia con l'apertura della vescica e la rimozione dell'ostacolo. Tutto fila liscio. Terribilmente meglio che niente.Diario africano - 54/Surgery For Children
Durante queste settimane spese a Gulu, l'ingombrante e instancabile Team di Surgery For Children ha operato più di 40 bambini e ne ha visitati circa 120. Cavallo di battaglia di questo programma è la possibilità di garantire ai pazienti una - seppur difficoltosa -  continuità assistenziale. I bambini vengono rivisti a distanza di un anno dall'intervento, in modo da riconoscere eventuali complicanze o nuove necessità. Nel team ci sono anche due anestesisti e personale infermieristico di ottimo livello, per la gestione peri-operatoria oltre che di quella della sala. Intere famiglie si mettono in viaggio dai posti più remoti del Nord Uganda, spesso indebitandosi, per venire a farsi visitare. A volte è troppo tardi e le patologie sono così avanzate in cui l'unica cosa da fare è lasciare che la malattia faccia il suo corso. Se invece si può fare qualcosa Sergio riflette, apre il suo portatile con l'immancabile foglio Excel e inserisce l'ennesimo nome Acholi in una lista chirurgica. Se è urgente quest'anno, altrimenti ci vediamo l'anno prossimo.
Diario africano - 54/Surgery For ChildrenTra gli interventi più di moda quelli di correzione di ipo- ed epispadia, megacolon congenito, onfalocele, traumi, valvole dell'uretra posteriore.Mi raccontano la storia di una bambina di un piccolo villaggio vicino a Gulu, affetta da pseudoermafroditismo e arrivata all'ospedale qualche anno fa. In tutto e per tutto una bimba, ma con pene e testicoli, motivo sufficiente perché venisse trattata come un maschietto, a cominciare dai vestiti. A quanto ho capito l'intervento è stato lungo e difficile, ma lo è stato ancora di più spiegare ai genitori che il figlio maschio che avevano sempre voluto non era quello che si aspettavano. L'intervento è andato bene, Immaculate è tornata a casa sorridente, ma dopo poche settimane è stata allontana dal villaggio e la sua famiglia ha dovuto trasferirsi a molti chilometri di distanza, in esilio forzato. L'identità sessuale quaggiù è un argomento complicato e l'asticella culturale, a questo giro, era un po' troppo bassa.
Sono partiti la settimana scorsa, con le loro valigie alleggerite di buona parte del materiale che si erano portati dall'Italia e di qualche soldo più del previsto. A un'infermiera, infatti, hanno rubato l'equivalente di 300 euro, a testimonianza di come la giustizia abbia un altro numero civico.Conservo l'immagine di questi personaggi così dolci e seri insieme, tutti con la stessa maglietta e il sorriso inscalfibile anche alle dieci di sera, quando dopo una giornata di lavoro massacrante, si concedono una rapida doccia, una cena meritata e una birra fresca. Bruciarsi le ferie, strapazzarsi di lavoro in sala operatoria, perdere ore di sonno, avere sempre la profilassi antimalarica pronta nel cassetto del comodino, rinunciare a passare più tempo in famiglia, e tutto perché "vale la pena".Diario africano - 54/Surgery For Children
L'intervento di Prossy è stato un successo, l'ho vista mentre riapriva gli occhietti dopo l'anestesia guardarsi in giro in cerca della mamma, impassibile. Lei è arrivata subito dopo, i capelli spettinati dallo stress e un camice verde addosso; stringe la mano della sua unica figlia per farle capire che andava tutto bene. Sono appena ricominciate le scuole e questa bimba con le treccine potrà tornare all'asilo col sorriso sulle labbra.

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