Quando si imbocca una linea bisogna seguirla con coerenza. Non esistono proroghe. I gruppi Pd devono scegliere due nuovi capigruppo.
— Dario Franceschini (@dariofrance) 19 marzo 2013
Ho sempre pensato che l'ipotesi della proroga dei presidenti dei gruppi parlamentari del PD fosse sbagliata.Serve continuare il cambiamento.
— Anna Finocchiaro (@FinocchiaroAnna) 19 marzo 2013
Tutto bello e condivisibile, intendiamoci (e infatti i capigruppo di Camera e Senato sono Roberto Speranza e Luigi Zanda, anche se quest'ultimo è un volto d'esperienza). Però la sensazione è che tutto questo cambiamento – non è che faccia male? – dipenda dalla massiccia presenza in Parlamento del Movimento 5 Stelle. E che senza la rottura, che il M5S sta proprio a rappresentare, tale esigenza non si sarebbe avvertita. Non dimentichiamo che prima dei “colpi” Laura Boldrini e Piero Grasso (di cui più d'uno, tra le file del Pd, se ne attribuisce la paternità) erano guarda caso Franceschini e Finocchiaro i candidati più accreditati alla presidenza delle Camere. Comunque, anche che fosse un cambiamento fine a se stesso, meglio di niente. Dispiace che la politica non sia riuscita a intercettare prima quella che sarebbe diventata poi una necessità organica.