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Cambiami la vita

Creato il 14 maggio 2014 da Eva Guidi

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Ogni giorno della nostra vita scorre inesorabilmente preda degli eventi; per quanto ci si possa persuadere di possedere un qualche potere decisionale su di essa, questa convinzione è pura chimera: se una cosa deve succedere non c’è nulla che un uomo possa fare per impedirla o modificare il suo corso. Soffermandosi un attimo, nella nostra immobilità troviamo una giustificazione al male, alla sofferenza, al fatto che il destino spesso sceglie l’alternativa opposta rispetto a ciò che vorremmo. Forse troverò numerose persone con un’idea differente ma, per esperienza personale, avrei preferito non imbattermi in determinate situazioni più grandi di me, conscia del fatto che io non abbia fatto nulla per attirarle ed iniziare una qualsiasi forma di convivenza con esse.

Sarò fatalista, fautrice di una visione semplicistica del mondo, arrendevole? Non so rispondere a questa domanda, sono consapevole del fatto di trovarmi in un posto, circondata da determinate persone, con un’immagine riflessa allo specchio ed un lato nascosto all’ombra di un cuore solitario: vivo perché mi è stato chiesto e concesso di farlo, ma il perché mi sia capitata questa esistenza non lo so. Non voglio far passare l’idea che non sia felice e grata di ciò che sono e che possiedo, intendo semplicemente sottolineare come nessuno di noi abbia scelto di nascere biondo, ricco, basso, magro simpatico o aggressivo.

Liesel Meminger saluta un fratello ed una madre, genitori adottivi, il primo amore, il migliore amico, la propria città e migliaia di uniformi sgualcite, versa lacrime fatte di cenere e parole, parole pronunciate da labbra sconosciute, spietate e nemiche, incassandone i colpi violenti, il bruciore straziante. Non scelse lei quel morbo che spense una piccola vita, le bombe distruttive, gli occhi vuoti e arrugginiti di un padre, non fu una sua decisione perdere per sempre se stessa e il proprio posto nel mondo. Come lei in passato, oggi e in futuro, milioni di persone riceveranno sofferenza senza volontà, dolore senza speranza; anche su questo non so darmi una risposta, perché l’Olocausto, perché i bambini, perché la pazzia giustificata, perché un uomo po’ possedere l’umanità?

“Storia di una ladra di libri” di Markus Zusak non permette commenti, che scadrebbero poi inesorabilmente nel banale, è necessario leggerlo e farsi possedere completamente; l’unica cosa che mi sento di dire è che a me ha cambiato la vita…



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