Magazine Psicologia

Cambiare i paradigmi dell'educazione

Da Simonetta Frongia

Non si può aggiungere niente o quasi al video esplicativo di Gervasutti.Io personalmente ho in mente un idea di educazione partecipata, collaborativa dove c'è scambio lineare tra chi insegna e apprende, poichè nell'atto educativo e formativo lo scambio è fonte di crescita per entrambe le parti. La scuola di oggi è una scuola vecchia, verbalistica, nozionistica e noiosa, gli insegnanti pretendono come nell''800 di riempire come un vaso vuoto gli studenti di nozioni, ma queste nozioni sono prive di significato se non vengono contestualizzate se non vengono trasformate in qualcosa di pratico. Infatti i bambini e ragazzi di oggi sembrerebbero tutti o apatici o affetti da sindrome di iperattività e disturbi dell'attenzione, in questo ultimo caso poi è cura della scuola "anestetizzarli" come dice giustamente Gervasutti con il Ritalin o sostanze simili, creando un business delle case farmaceutiche e di chi crea corsi ad hoc per trattare il sintomo, la reltà è che i bambini e i ragazzi di oggi sono costretti ad adeguarsi ad un mondo scolastico che è fuori dalla storia.Io ho in mente un ideale di scuola attiva, pratica, partecipativa ed etica, il tutto in una struttura (l'edificio scolastico) che sia veramente a "misura" di chi ci abita (come dice mia figlia di 5 anni, perchè è giusto la scuola si abita e in questo modo andrebbe pensata!), costruita su base ecologica e completamente immersa nel verde. Questa è a grandi linee la mia idea di scuola. Una scuola organizzata non certo sull'età anagrafica ma sulle qualità, competenze e sopratutto interessi dei ragazzi, è solo un utopia, per ora chissà, ma lo ammetto: volevo essere la nuova Montessori!
Simonetta

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog