Cambiare strada per cause indipendenti dalla nostra volontà. Un obbligo de che diventa presto un piacere. Mi è successo nei giorni scorsi mentre viaggiavo da Milano verso Sud. Un impedimento sull’autostrada ci ha costretti a fare un itinerario diverso. Un po’ di curiosità, un po’ di fastidio iniziale e poi l’atteggiamento positivo si è fatto strada. Che bello vedere posti nuovi e non avere punti di riferimento collaudati. Ho riflettuto ancora un pò sulla zona di comfort.
In questi giorni mi trovo tra le montagne del Parco del Cilento. (Chi segue la pagina del blog su Facebook lo sa). Sono venuta a passare la Pasqua nel paese dei miei genitori. L’occasione è stata anche la festa per i 90 anni di mio nonno. Un momento molto emozionante che mi ha generato interessanti riflessioni. Ma procediamo con ordine. Di questo parliamo in un prossimo post. Prima di arrivare a destinazione siamo stati costretti a cambiare strada. Per arrivare fin qui, il paese si chiama Sacco, si percorre l’A1 fino a Caserta, un pezzo di Salerno-Reggio Calabria e poi stradine di montagna. 1000 chilometri. 10 ore di viaggio che, prese con calma, diventano anche 12. Un vero viaggio. Di quelli che a me affascinano molto da sempre. Mi piace perché si attraversa l’Italia. Perché cambiano i colori e i paesaggi. Accade anche dall’autostrada, sebbene in misura minore. Da quando sono piccola la strada è sempre la stessa (delle mie vacanze a 15 anni ho già scritto). Le soste in autostrada più o meno anche. Negli anni è cambiato il periodo, il numero di persone in viaggio, il tipo di macchina e il clima. Ma la strada, quella no.
Proprio in questo periodo per me di grande riflessione su quanto sia importante uscire dalla propria zona di comfort, è successo un evento mai accaduto in 40 anni. Hanno chiuso un tratto di autostrada. Tanto da obbligarci a uscire e fare una strada alternativa. Fuori dall’autostrada. Abbiamo allungato di circa 100 chilometri ma attraversato l’Italia su una nuova strada da Cesena a Orte. Un bel pezzo. In macchina eravamo in 5. Io e mio marito Antonio abbiamo preso l’evento come un modo per cambiare visuale. Giulia se l’è dormita alla grande. I miei genitori erano un po’ turbati. Cambiare strada: un piccolo dramma nelle abitudini.
Io ero felice. Ho guidato per tutto questo tratto con la mente tra i meravigliosi panorami che mi circondavano. Abbiamo visto laghi, montagne, paesi e distese di verde. Abbiamo guardato il cielo da nuovi punti di vista. Dopo il primo spaesamento dei miei genitori, anche loro hanno cambiato atteggiamento. Erano contenti della nuova avventura. Mio padre ha sempre avuto fretta di arrivare a destinazione. Ma improvvisamente ci siamo tutti immersi in questa nuova atmosfera rilassata. Vissuta con obbligo o con curiosità, in ogni caso è stata accolta bene. Abbiamo fatto foto, visto passare paesi dal nome stravagante che hanno fatto sorridere. E’ stato bello.
Io, mentre guidavo, ho riflettuto sul cambiamento. A volte serve un evento fortuito che ci porta a cambiare. Altre volte dobbiamo obbligarci. Altre ancora ne siamo felici e consapevoli. In tutti questi casi è qualcosa che ci porta a una nuova visione. Anche se cambiare strada potrebbe non apparire un cambiamento importante nella nostra vita, in realtà è un modo per aprire la mente e comprendere che anche cambiando strada si arriva a destinazione ma scoprendo cose nuove. E allora mi sono detta: “voglio cambiare strada più spesso”. Del resto i sostenitori dell’uscita dalla zona di comfort danno come primo consiglio proprio quello di modificare un percorso abitudinario.
Mentre osservavo il cambiamento di atteggiamento – dal fastidio alla curiosità positiva – di tutti noi protagonisti del viaggio, mi sono ricordata di un concetto molto bello espresso durante alcuni dei workshop che ho seguito al Simposio delle Donne di Parma. Se l’inconscio ci manda messaggi di fastidio e noi “obblighiamo” la mente a restare connessi con l’aspetto positivo delle cose è inevitabile l’allineamento tra conscio e inconscio. Quindi, quando vogliamo modificare un pensiero dobbiamo solo tenere duro e ben presto il pensiero positivo vince su quello negativo.
Mi piaceva già prima, questo concetto, ora che l’ho sperimentato mi piace ancor di più. Proverò ad applicarlo in altre situazioni meno obbligate dagli eventi.