I rischi e le opportunità del nuovo affascinante progetto di Milestone
Nella sempre suggestiva cornice dell'Autodromo Nazionale di Monza, in occasione del lungo weekend dedicato al Rally Show, Milestone ha tolto il velo al suo nuovo titolo motociclistico, Valentino Rossi: The Game, stupendo tutti su due fronti differenti: da una parte nonostante si tratti di un titolo appartenente alla serie MotoGP per la prima volta si identifica con un pilota, in questo caso il campione di Tavullia, e secondariamente da quanto emerso durante l'annuncio si tratta di una produzione decisamente ambiziosa volta a offrire un'esperienza variegata, con tutti i pro e i contro del caso. Alla base c'è la voglia della software house milanese di mettere a frutto anni e anni di esperienza accumulata nei motoristici a due e quattro ruote condensandoli in un unico titolo, confidando sull'aiuto di un Rossi che ci è parso molto coinvolto nel progetto e pronto a inondare designer e programmatori di feedback e consigli volti a migliorare l'esperienza di gioco. Un binomio tutto italiano quindi, che ha le carte per far bene ma anche molte insidie da superare prima dell'arrivo nei negozi programmato per giugno 2016.
twittalo! Milestone si prepara per una nuova sfida tra MotoGp, Rally e Flat Track con Valentino Rossi: The Game
La forza del 46
Sono stati anni parecchio movimentati per Milestone, la più grande realtà videoludica italiana specializzata in un'ampia gamma di titoli dedicati agli appassionati di motori. A farla da padrone e indirizzare il lavoro del team di sviluppo sono state per la maggior parte le licenze ufficiali rese disponibili dalle varie federazioni con contratti pluriennali, alcuni scaduti e ceduti alla concorrenza come nel caso di WRC, altri ancora in essere. Nel primo caso si tenta di correre ai ripari cercando di non bruciarsi definitivamente il know-how e le tecnologie sviluppate con sudore e fatica sviluppando un titolo attinente ma di portata minore, come nel caso di Sébastien Loeb Rally Evo, mentre nel portafoglio di licenze rientra, tra gli altri, anche la MotoGP, approdata da un paio di stagioni sulle nuova generazione di console con un discreto successo di pubblico e critica.
Valentino Rossi e Luisa Bixio, V.P. Milestone In mezzo, spicca Ride, il primo lavoro "originale" di Milestone, una nuova proprietà intellettuale tutta incentrata sui centauri e le moto da strada, che un po' come tutte le altre produzioni ha sofferto maggiormente sotto il punto di vista tecnico per via di una veste grafica ancora piuttosto lacunosa per quanto riguarda dettaglio e complessità poligonale. Le licenze però hanno una grande forza e sono capaci di muovere il mercato autonomamente, portando a chiudere un occhio sui difetti pur di scendere in pista e sfrecciare a 300 Km/h nei panni di Rossi, Pedrosa e compagni, impegnati nel più importante campionato su due ruote del mondo. È proprio per questo che le insidie dietro a Valentino Rossi: The Game sono doppie rispetto ai lavori passati. Il nove volte campione del mondo genera un'attrazione mediatica spaventosa, che aiuterà sicuramente nelle vendite e permetterà a Milestone di affondare ancora più in profondità le sue radici nel panorama dei titoli i guida, guadagnandosi una fan base più ampia e, sempre salvo grossolani errori, porre le basi per un'estensione della collaborazione con la MotoGP. Per la prima volta infatti, la Dorna (la società spagnola detentrice dei diritti commerciali sulla MotoGP) si è esposta avvallando il progetto di dare maggior risalto a un singolo pilota nell'intendo di proporre una formula nuova e fresca, che vada al di là del solito campionato e della competizione in pista. Nell'edizione 2016 verrà posto al centro del titolo Valentino Rossi sia nella sua vita all'interno del circus, sia nelle attività motoristiche extra. Oltre a tutti gli elementi classici che hanno contraddistinto la serie in questi anni ci sarà una modalità interamente incentrata sulla lunga e ricca carriera del pilota pesarese, per ripercorrere le tappe più importanti e significative partendo dall'esordio dell'allora classe 125 fino alle rivalità più recenti.Tantissimo da fare
Lasciata la M1 ai box, ci saranno le gare di Rally e il Motor Ranch per le gare sullo sterrato, portando per la prima volta a tre le tipologie di gare che si potranno affrontare in un titolo ufficiale MotoGP. Il focus su Valentino Rossi avrà quindi una rilevanza fondamentale nel nuovo gioco, nel quale saranno comunque accessibili tutte le modalità tradizionali tipiche della serie MotoGP. In tal senso si potrà prendere il comando di ogni pilota o scuderia e correre per la conquista del mondiale, oppure dedicarsi a sfide in multiplayer online e offline.
Sul fronte della carriera invece verrà sfruttata la VR46 Riders Academy, la scuola per giovani promesse che vede la sua massima espressione nel VR46 Sky Team che corre in Moto 3, ma conta anche altri piloti nelle categorie maggiori. Tuttavia per riuscire a condensare a dovere tutti questi contenuti e classi motoristiche, sarà necessario da parte di Milestone uno sforzo enorme, che nasconde dietro di sé numerosissimi pericoli capaci di togliere ogni velleità al progetto. Il vantaggio della software house milanese è di avere al suo attivo un curriculum decisamente variegato che negli anni ha toccato moto da pista e da sterrato, si pensi ai vari MXGP e MUD, così come le vetture da sterrato della serie WRC. Le problematiche arrivano però nel momento in cui si cerca di condensare tutto all'interno dello stesso titolo e soprattutto, quando nessuna della serie precedenti è mai riuscita a spiccare per qualità e raffinatezza del modello di guida. L'idea di avere molteplici tipologie di gameplay raccolte all'interno di Valentino Rossi: The Game è quantomeno stuzzicante, anche se rimane tutta da verificare la profondità di ogni esperienza di gioco, con il rally e il flat track che rimarranno comunque marginali rispetto al mondo principale della MotoGP. Come gli amanti dei giochi di guida ben sapranno, già è difficile trovare il giusto equilibrio tra accessibilità e simulazione per un titolo che si occupa solamente di una tipologia di veicoli, figuriamoci se si decide di fonderne molteplici. Pur mantenendo il focus principale sulla MotoGP il rischio concreto è che si vadano a sacrificare le altre due tipologie di gare semplificandone eccessivamente il modello di guida, con in più l'insidia della fisica completamente differente tra due e quattro ruote. Al tutto si aggiunge anche la presenza di differenti fondi stradali e tutto il sistema di messa a punto di macchine e moto, che ci auguriamo un minimo articolato in termini di personalizzazione dei parametri, andando ad aggiungere un'ulteriore sfida a un motore di gioco chiamato davvero a fare gli straordinari. In più sono in molti a desiderare un salto in avanti tangibile anche dal punto di vista tecnico, una criticità ormai da troppi anni sempre presente nella colonnina dei contro delle nostre recensioni. I modelli poligonali di moto e piloti, le piste e gli elementi di contorno, le texture dei fondi stradali e una resa su schermo propriamente next gen: tutto meriterebbe una rinfrescata e ci auguriamo che quest'anno Milestone non abbia messo troppa carne al fuoco.