Dopo mesi di attesa, con tanto di banner lanciati su twitter, si è aperta ieri sera la seconda stagione del talent show musicale imprestato dall’estero ma targato RAI The Voice (of Italy).
Qualche cambiamento rispetto all’anno scorso nella conduzione, affidata ad un giovane e fregno Federico Russo, noto al
A cura di Penny
grande pubblico come speaker per Radio Deejay (ciao ciao Troniano, non ci mancherai), coadiuvato per l’inutilissima parte web da Valentina Correani. Variazioni sul tema anche nella giuria, che ha visto l’addio di Cocciante – dal cui team proveniva il vincitore della prima edizione (Elhaida Dani, qualcuno se la ricorda mica, eh?) – sostituito dal rapper J-Ax, che mi pare parta un po’ svantaggiato rispetto agli altri, tanto che fino a metà della puntata sembrava non volerselo cuccare nessuno.
Una breve scorsa ai concorrenti che si sono esibiti nelle blind auditions di ieri sera:
- Federica Buda, sulle note di Quando una stella muore colpisce i giudici con una performace a mio parere non felicissima, sarà per il timbro non interessante o per un’emissione di voce poco decisa. Sceglie il team Carrà (che è già idealmente il mio prediletto). Voto: 7.
- Gianna Chillà, abbarbicata nel passato, si presenta sul palco con un fare un po’ hippie che le vale il soprannome di regina scalza. La presenza fisica è però inversamente proporzionale alle doti canore, che la fanno oggetto di contesa tra tutti e quattro i giudici. Alla fine sceglie il team Noemi. Voto: 8,5.
- Giacomo Voli, un altro c
oncorrente giovane ma idealmente appartenente al buon tempo antico, cultore del rock d’autore, canta egregiamente Rock and Roll dei Led Zeppelin. Standing ovation del pubblico e dei giudici, entra a far parte del team Pelù (come abbastanza scontato). Voto: 8,5.
- Tommaso Pini, il giovane ragazzo fiorentino non viene presentato subito ma viene creata un’aura di mistero e suspense attorno alla sua immagine a mio avviso ingiustificata (all’inizio credevo fosse un caso umano, poi un enfant prodige ma alla fine non si è rivelato nulla di che); si esibisce sulle note della bellissima Summertine Sadness in una discreta performance. Opta per il team Carrà. Lunghi consulti sulla rete portano a pensare che sia della parrocchia. Voto: 7,5.
- Paola Bivona, con Redemption Song di Bob Marley trasmette una passione quasi fiabesca per la musica. Ha un modo umile di porre la sua voce ma non per questo insicuro. Sceglie Pelù. Speriamo solo che cresca bene durante il programma. Voto: 8.
- Daria Biancardi, sulle note di I have nothing trasmette grade professionalità, bravura canora, emozione ed intensità. La persona e la scelta del brano fanno riflettere un po’ su quello che potrebbe essere il suo futuro discografico. Va nel team Pelù. Voto: 8.
Questi i concorrenti più meritevoli di questa prima tornata di blind auditions, cui farà seguito una seconda che andrà inonda mercoledì prossimo; per il resto una lungaggine di personaggi discreti, alcuni anche bravini, ma certo non entusiasmanti.
Un programma che, come ci ha dimostrato l’anno scorso, presenta delle grandi potenzialità, al pari dei cugino XFactor, se non fosse che i giudici, o il metodo di formazione dei team risulta essere un po’ lento e ripetitivo. Il mio augurio per questa seconda edizione è che il vincitore non finisca nel dimenticatoio come la sopracitata Elhaida Dani ma riesca a conquistarsi anche un piccolo spazio nella scena musicale nazionale.