Cambogia, quale modello per le classi medie?

Creato il 15 aprile 2015 da Pietro Acquistapace

Monumento all’indipendenza – Phnom Phen

Come tutti i paesi della regione, la Cambogia sta vivendo un periodo di crescita economica, con una media annuale di oltre sette punti percentuali, sottolineato anche dalle stime della Banca Mondiale. Negli ultimi anni il tasso di povertà della popolazione è radicalmente sceso e la sua classe governante ha l’ambizione di aumentare notevolmente il reddito medio nel futuro prossimo. Il paese si avvia dunque verso un radicale cambiamento, guidato dal suo leader Hun Sen, che impatterà ovviamente sulla composizione sociale con una forte ascesa, peraltro già in corso, delle classi medie. La gestione di questo cambiamento sarà una sfida per l’élite del paese.

Nonostante la Cambogia, diversamente da paesi come Laos e Vietnam, abbia optato per un regime multipartitico fondato su principi democratici, sono ormai 30 anni che il paese è retto da Hun Sen. Il percorso di uscita dalle tragedie del passato sembra essere ormai concluso con il raggiungimento della stabilità e della crescita, due dei tre grandi obiettivi della politica di Hun Sen. Il terzo obiettivo, ossia la promozione di un’identità comune cambogiana, rischia di essere messo in forse proprio dallo sviluppo del paese. Fondamentale sarà il percorso che intraprenderanno le nuove classi medie, soprattutto in merito alla costruzione di un modello culturale compatibile con il resto della popolazione.

La classe dirigente cambogiana è caratterizzata da una persistente corruzione, alla quale andranno aggiunti gli effetti della crescita della diseguaglianza sociale, frutto quasi inevitabile di un certo modello di sviluppo economico. Le classi medie in tutta l’Asia tendono a prendere come modello la società occidentale, copiandone i limiti ed i difetti. Non è un caso che anche in Cambogia stia esplodendo il fenomeno delle creme sbiancanti, un mercato che in Asia vale circa 18miliardi di dollari, comprese delle recenti linee destinate ad un pubblico maschile. Nessuno vuole essere ritenuto kmaow (nero in lingua khmer), nonostante il Ministero della Salute stia lanciando seri allarmi sui danni alla salute causati da queste creme.

Hun Sen, ed i suoi eventuli successori, dovranno gestire un ricambio politico troppo lento, nonché alcuni problemi enormi come il diritto alla proprietà della terra, tema sul quale le leggi sono confuse e dove gioca un potente fattore di clientelismo elettorale. Ma fondamentale sarà anche il contesto internazionale, a partire dall’ASEAN che la Cambogia ha guidato nel 2012 tra mille polemiche. La direzione cambogiana non volle infatti prendere posizione sulle dispute in corso nel Mar Cinese Meridionale che coinvolgono la Cina, partner economico fondamentale della Cambogia e di altri paesi della regione.

Le mancanze dell’ASEAN, sempre più una comunità diplomatica lontana dalla vita quotidiana dei cittadini dei paesi membri, ricorda i limiti dello sviluppo dell’Unione Europea. Anche in questo campo l’Asia, Sud-Est asiatico compreso, potrebbe seguire un modello occidentale perdente. Di fronte a tutto questo, il rischio concreto, che per certi versi sta vivendo la Cina, è quello di “andare in corto circuito” nel momento in cui le classi medie, avvantaggiate dallo sviluppo economico del paese, diventino quasi un corpo estraneo portatore di valori e logiche altrettanto estranee, importate da lontano e che stridono fortemente con la realtà locale. A quel punto le scelte saranno difficili, ma soprattutto rimetteranno in gioco i risultati raggiunti.

Il modello culturale ed identitario che le classi medie si daranno, risulterà quindi di primaria importanza per il futuro della Cambogia.


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