Camera, via libera al dl Irpef. Sel spaccata

Da Pukos

Con 332 sì, 149 no e 8 astenuti anche Montecitorio ha approvato il decreto Irpef, che contiene tra l’altro l’introduzione fissa del bonus 80 euro. Sul voto si è “diviso” Sel, con due deputati, Giulio Marcon e Giorgio Airaudo, che si sono astenuti in dissenso con la linea di “dialogo” con il premier scelta alla fine dalla maggioranza del partito. Nichi Vendola ha spiegato che «Il decreto è ricco di contraddizioni, tuttavia interviene su una platea vasta che vive un disagio sociale straordinario. Tutto quello che assomiglia a una riparazione dei danni fatti alle famiglie va bene. Resta una perplessità di fondo sulle fonti di finanziamento del decreto».

IL BONUS. Gli 80 euro in busta paga vengono introdotti nel 2014 con la previsione di diventare permanenti dal 2015, per i lavoratori dipendenti (compresi quelli in cassa integrazione, mobilità e disoccupati con sussidio) con reddito inferiore a 24mila euro lordi: per tutta questa platea sono stanziati appunto 640 euro annui, ovvero 80 euro. La platea di lavoratori con reddito tra 24 e 26 mila euro riceveranno un bonus di importo progressivamente inferiore. Rinviata alla legge di stabilità l’estensione del bonus alle famiglie numerose: secondo quanto annunciato dal premier in precedenza, sempre nella legge di Stabilità si dovrebbe introdurre l’estensione del bonus per incapienti e partite Iva.

RIDUZIONE IRAP. Il decreto legge approvato oggi in via definitiva introduce anche la riduzione dell’Irap del 10 per cento nel 2015, con una fase di riduzione progressiva già a partire da quest’anno, con l’aliquota alle imprese che passa dal 3,9 al 3,5 per cento.

  1.  Approvato anche l’emendamento introdotto dal Governo già al Senato che consente di far slittare il pagamento della prima rata Tasi al 16 ottobre, per tutti i comuni che non hanno già deliberato le aliquote entro il 23 maggio: in quelli che delibereranno entro il 10 settembre, il pagamento sarà rinviato al 16 dicembre con un’unica rata con un’aliquota all’1 per mille. Il ministero dell’Interno anticiperà il 50 per cento delle presunte entrate ai comuni ritardatari, calcolandole in base ai dati dell’anno: tale anticipo sarà però recuperato attraverso l’Agenzia delle entrate entro ottobre.

FONDO PER SVILUPPARE RAPPORTI COMMERCIALI. Tra le misure introdotte anche la creazione di un fondo presso il ministero degli Esteri da 15 milioni di euro nel 2015, e 13 milioni nel 2016: tale fondo servirà ai consolati e alle ambasciate italiane all’estero per “sviluppare iniziative e contatti di natura politica, economico-commerciale e culturale nell’interesse del Paese”. Sono stati eliminati gli assegni di rappresentanza per i reggenti, i sostituti capi della diplomazia e per i dipendenti della Farnesina all’estero.

TAGLIO TASSE. Diventa strutturale la norma che prevede l’immissione delle risorse recuperate nel contrasto alla frode fiscale nel Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Il governo è stato impegnato però ad attuare un programma che consenta di recuperare almeno 2 miliardi dal contrasto all’evasione fiscale.

  1.  Confermato il taglio di 150 milioni di euro alla Rai. Il testo approvato oggi tuttavia è quello che giunge dal Senato, dove era stata introdotta l’assicurazione del mantenimento di una sede Rai per ogni regione: potranno invece essere cedute le quote di Rai way e potrà essere dismessa la struttura Rai world.

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