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Un gran polverone, ma al solito nessuno ha la pazienza (o...

Da Pukos
Un gran polverone, ma al solito nessuno ha la pazienza (o...

Un gran polverone, ma al solito nessuno ha la pazienza (o la volontà?) di aspettare che si diradi, per vedere … chi c’era dietro. Ed allora torniamo sulla decisione presa dalla Consulta che ha dichiarato incostituzionale la legge che bloccava per due anni le rivalutazioni delle pensioni di importo superiore ai 1.430 euro mensili.

Ribadisco quanto già anticipato nell’articolo da me pubblicato ieri dal titolo: Pensioni: Italia “Repubblica delle banane”. Ossia, non entro nel merito se quella sentenza sia corretta dal punto di vista giuridico o meno, ieri mi sono soffermato su un aspetto che trovo semplicemente paradossale, ossia che nessuno sia ancora in grado di dire a quanto ammonta il “buco”, oggi, oltre a tornare su quell’argomento vorrei rimarcare un altro aspetto della vicenda sul quale gli organi di stampa hanno sorvolato, e precisamente su chi ha preso quella decisione.

Chiarisco innanzitutto che non voglio assolutamente fare del complottismo, ma semplicemente riportare fatti, capisco che c’è un Organo preposto a prendere delle decisioni e che quest’Organo si chiama Corte Costituzionale, magari non sarebbe male capire “da chi” e soprattutto “come” vengono scelti i giudici che ne fanno parte.

Ebbene i giudici della Corte Costituzionale sono fra i maggiori beneficiari di quelle che con termine giornalistico vengono chiamate “Pensioni d’Oro”, quindi in questa occasione sono stati chiamati a pronunciarsi su un tema che li coinvolge forse più di altri, sottolineo però che non voglio assolutamente alimentare una sorta di “conflitto d’interesse”, sono loro a dover decidere sulla costituzionalità delle leggi e, quindi, anche su questa che, ricordo, è entrata in vigore nel dicembre del 2011 ed è stato uno dei primi provvedimenti adottati dal neonato Governo Monti.

Fra i giudici della Corte Costituzionale, c’è anche l’emblema, l’icona, sì insomma, il simbolo per eccellenza delle pensioni d’Oro, Giuliano Amato, chiamato dal Presidente Napolitano nel 2013 a far parte dell’Alta Corte.

Alt un momento. Chiarisco subito. A scanso di equivoci. Sarò più che attento a pesare le parole poiché il Prof. Giuliano Amato ha la querela facile, lo sanno bene Mario Giordano, Il Giornale e la Mondadori, ma in quel caso i termini della contesa riguardavano il danno d’immagine causato al Prof. Amato e non i dati “numerici” sulle pensioni percepite che non sono mai stati smentiti, ed io mi limiterò a quelli, non mettendo minimamente in discussione l’onorabilità del Dr. Sottile, semmai l’opportunità di alcune decisioni prese in questa vicenda.

In pratica Giuliano Amato prendeva oltre 31.000 euro lordi al mese di pensione, 22.000 euro per i vari incarichi avuti nell’attività lavorativa, ossia professore universitario, presidente dell’Antitrust ecc. ecc. e 9.000 euro come vitalizio da ex parlamentare.

Effettivamente una pensioncina da 31.000 euro, seppur lordi, non è male, ma nulla di “illecito”, sia chiaro, tutto secondo legge. Sta di fatto, tuttavia, che l’immagine del prof. Amato, soprattutto in questi tempi di ristrettezze economiche per tutti gli italiani non ne beneficiava, ed allora decise di puntualizzare un paio di cose.

La prima è che la pensione “ordinaria” era di poco più di 11.000 euro netti al mese per tredici mensilità, e fin qui non ne aveva merito alcuno visto che, come tutte le altre pensioni anche sulla sua dovevano essere applicate le imposte sul reddito che, per emolumenti così cospicui, arrivano al 43%.

Per quanto riguarda invece il vitalizio da parlamentare, ed ossia circa 5.000 euro netti al mese (9.000 lordi) il Dr. Sottile annunciava di devolverlo in opere di beneficienza, e noi non vogliamo di certo vedere i bonifici che mensilmente partono verso la “Comunità di Sant’Egidio”, crediamo al prof. Amato sulla parola.

Come abbiamo detto, però, nel 2013 Napolitano lo nomina giudice dell’Alta Corte e lo stipendio non è davvero male: più di 450.000 euro lordi all’anno!!!

A questo punto allora il Prof. Amato fa un gesto davvero nobile: chiede all’Inps di “sospendergli” la pensione da oltre 22.000 euro al mese, insomma il nuovo stipendio non va a sommarsi alle pensioni. A maggio dell’anno scorso, però, una doccia fredda, lo stipendio dei giudici Costituzionali viene ridotto di oltre 90.000 euro all’anno per cui ora incasserà “soltanto” 360.000 euro lordi l’anno.

Tanto per chiudere il discorso “economico” sugli introiti del Prof. Amato ricordiamo che la pensione per un giudice dell’alta Corte ammonta a 15.400 euro lordi al mese, quindi quando il dr. Sottile chiuderà l’esperienza alla Corte Costituzionale percepirà in totale tre emolumenti, una pensione da 15.400 euro lordi al mese, altre diverse per oltre 22.000 euro lordi al mese ed ancora l’indennità da Parlamentare di oltre 9000 euro lordi al mese, per un totale di circa 48.000 euro lordi al mese, ribadiamo comunque che l’indennità da parlamentare riteniamo che continuerà ad essere devoluta in beneficienza.

E tutto ciò, ribadisco, è dovuto per legge, nulla di illegale, forse qualcuno potrebbe ritenere che goda di eccessivi benefici, ma questo è quanto prevede il nostro ordinamento giuridico.

Ebbene, veniamo a noi. Il Prof. Amato, in qualità di giudice Costituzionale, viene quindi chiamato a pronunciarsi sulla nota questione degli adeguamenti pensionistici al tasso di inflazione ed ora permettetemi un’altra digressione.

Tutti sappiamo che la legge emanata dal governo Monti “congelava” le pensioni per due anni, a partire da coloro che percepivano oltre 1.430 euro lordi al mese, ma così si mettono in un unico “calderone” situazioni che hanno davvero poco in comune. E’ banale constatare che coloro che guadagnano 1.430 euro lordi al mese, soprattutto se in famiglia hanno solo quell’entrata, come si dice a Milano, non avrebbero tanto “da sfogliare verze”, contesto del tutto diverso, ad esempio, per chi percepisce 22.000 euro lordi al mese.

Detto questo torniamo al nostro Prof. Amato che, con i suoi colleghi della Consulta deve decidere in merito. Egli, come detto, ha chiesto all’INPS, al momento della nomina a giudice dell’Alta Corte, che gli vengano “sospese le pensioni” (cioè i 22.000 euro lordi al mese) quindi ritengo, ma sottolineo che si tratta solo di una mia ipotesi suffragata dalla logica, che qualora quella legge fosse stata ritenuta incostituzionale egli debba essere rimborsato solo parzialmente, ossia fino al momento in cui percepiva gli emolumenti (quindi fino al 18 settembre 2013), comunque, insomma, per quasi due anni.

Ebbene, veniamo al dunque, i giudici si dividono in due opposte fazioni, naturalmente, i favorevoli ed i contrari. Specifico che, visto che sono chiamati a pronunciarsi “sull’incostituzionalità”, quando dico favorevoli intendo coloro che ritengono la norma incostituzionale e quindi favorevoli al rimborso, mentre ovviamente l’opposto per i contrari.

Il prof. Amato guida la pattuglia dei “contrari” quindi va anche “contro” ai suoi interessi, ritenendo legittima la norma e quindi non dovuto un rimborso, ma … ed eccoci arrivati al … ma.

Si sarebbe potuto anche evitare lo “scontro” fra favorevoli e contrari, probabilmente la “terza via” avrebbe messo d’accordo tutti, e quale era questa terza via?

Semplice, abolire la norma con decorrenza immediata, ma solo per il futuro, quindi, a tutti i pensionati d’ora in poi sarebbe stata riconosciuta la rivalutazione, ma non avrebbe avuto “effetto retroattivo”, ossia non ci sarebbe stato un rimborso e le nostre finanze pubbliche non avrebbero dovuto subire il grave colpo che invece ora si trovano ad affrontare.

Ed ecco che a questo punto entra in campo il Prof. Amato che anziché proporre questa soluzione, che, ripeto, avrebbe messo d’accordo tutti, Governo compreso, vuole andare allo scontro con l’altra fazione e quindi al voto, e …

… perde ….

… perde per un voto … (a volte, si dice, la sfiga).

Quindi rimborso ai pensionati (pertanto anche a lui) e “buco” nelle casse dello Stato, un bel grattacapo per Renzi che sembra (ma solo “sembra”, Dr. Amato, riporto solo vox populi), sia stato quello che non ha voluto Amato al Quirinale.

E qui entrano in gioco i soliti “dietrologi” quelli che dietro a qualsiasi cosa vedono complotti e cose oscure, ebbene questi “dietrologi” (solo loro Prof. Amato, sia chiaro che io non la penso affatto così, e non voglio alcuna querela per diffamazione) dicono che mai sconfitta fu più benaccetta.

Ognuno è libero di fare le considerazioni del caso.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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