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Camerun / Dittatura e comunicazione / Bavaglio è meglio per Paul Biya

Creato il 10 aprile 2012 da Marianna06

 

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Anche se il Camerun di Paul Biya non è certo considerata dall'opinione pubblica mondiale ufficialmente una dittatura, le scelte politiche del Parlamento e del Governo  del Paese da lungo tempo ormai non possono più definirsi  democratiche.

E quello che è il lungo tempo per noi, altro non sono che i quarant'anni di regime di Paul Biya alla guida del Camerun.

E non è soltanto questo. Perché poi la corruzione, a partire dale trame oscure del "capo", le cui manovre  sopra le righe sono ben note, aleggia comunque in parecchi  e differenti contesti del Paese (i"rosacroce"?) ,  specie e sopratutto quelli legati all'entourage del Presidente.

Ecco allora, sempre a proposito di assenza di democrazia(ma la cosa non ci coglie più di tanto di sorpresa), un esempio lampante e molto grave nell'interesse della crescita e  dello sviluppo culturale del Paese.

Esiste in Camerun un Consiglio Nazionale della Comunicazioneche ,fino all'altro ieri, era un semplice organo consultivo.

Improvvisamente un decreto emanato dal presidente,Paul Biya cambia,  in maniera  assolutamente restrittiva, le cosiddette carte in tavola.

In breve, questo  Consiglio Nazionale della Comunicazione potrà emettere avvertimenti e sanzioni motivate  nei confronti di operatori pubblici e privati oltre che professionisti del settore della comunicazione sociale.

Le sanzioni comportano inizialmente una sospensione temporanea di almeno sei mesi che potrebbe, volendo, trasformarsi in una interdizione definitiva.

In poche parole è censura tout court. E anche piuttosto rigida.

Ma la cosa non si ferma qui.

Tutte le richieste di licenze per la creazione e la gestione d'imprese private di comunicazione audiovisiva e sui rapporti del Governo per l'assegnazione delle frequenze devono  assolutamente passare attraverso il Consiglio Nazionale della Comunicazione, il quale è libero di esprimere, a suo piacimento, parere favorevole o contrario.

Cosa vuol dire tutto questo ?

In Camerun sarà impossibile d'ora in avanti sui "media" esprimere pareri differenti da quelli voluti e veicolati dal potere politico centrale.

E quindi da Paul Biya, altro presidente d' Africa a vita oltre che personalità  decisamente molto ambigua, per  solo un eufemismo, nella gestione del potere.

Conclusione?

Addio libertà d'espressione!!!! Se mai ci fosse stata.

E addio anche sviluppo e crescita intellettuale.

Quella che nasce, appunto, dal confronto e dal dibattito delle idee.

Ed è certamente preludio di democrazia.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

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