Magazine Per Lei
Le stesse scarpe ai piedi, ma modi di camminare completamente diversi. Noi tre. Ancora una volta. Dolcemente complicate, a tratti innamorate. V., i cui piedi sono quelli a sinistra, è la mia compagna di giochi, di merende, di passeggiate, di segreti. Cammina a testa alta, sorridendo un po' a tutti, circondata da una marea di amici di cui si fida ciecamente. Non si mangia le unghie, non si lega i capelli, ha freddo anche se sono 25°C. La fine della scuola ha coinciso anche con la fine del suo amore e adesso passa il tempo a smessaggiare in continuazione con duemila persone diverse, fingendo di non pensare che manca poco per il termine delle immatricolazioni. È ora di decidere se è meglio Filosofia, Economia o Giurisprudenza. Io la vedo più filosofa, ma lavorativamente quella laurea vale zero, quindi è tutto un terno al lotto. Camminerà per i corridoi di una facoltà, forse andrà un po' fuori corso, ma con un po' di tempo in più ce la farà. Correrà per le scale per non perdere il treno, ma lo perderà spesso. Lei non è per niente puntuale. Io le do l'orario molto anticipato quando dobbiamo uscire insieme, ma tanto ormai ha capito il trucco e non funziona più, quindi non mi resta che rassegnarmi ad aspettarla. S., i cui piedi sono quelli a destra, è ancora una ragazzina, alle prese con il primo anno di liceo, euforica all'idea di cambiare tutto, felice per il nuovo zaino azzurro e per il suo diario giallo, un po' meno per i libri notevolmente aumentati. Sembra più grande di quello che è, ma non se la tira. Non è quel genere di quattordicenni che stanno sempre in giro, sempre truccatissime e un po' sconce. No, lei è una ragazza a posto. Certo, gli anni peggiori forse devono ancora arrivare, ma la sua famiglia c'è quindi sarà più semplice per lei. Lei è la mia cuginetta, quella che da bambina ho tenuto in braccio, quella a cui, un po' a stento, leggevo le favole, quella che mi costringeva a giocare con le bambole anche se non ne avevo più voglia. Adesso sta diventando grande e vederla crescere è bellissimo, cambiano le sue forme, cambiano i suoi lineamenti, cambiano i suoi interessi e il suo modo di guardare i ragazzi. È innamorata. E il suo amore, ricambiato, è bellissimo. A volte ho l'illusione che possa durare per sempre, sarebbe bello no? Non succederà probabilmente e io dovrò consolarla quando per lui piangerà, raccontandole la solita storia: arriverà un altro a farle battere di nuovo il cuore. Peccato che a lei, in quel momento, di quell'ipotetico altro non importerà un bel niente. S. cammina un po' gobba, è alta e magra, lega i capelli a mezza coda e a volte si mette la matita azzurra sugli occhi. Ha gli occhi di un colore strano, di un verde particolare che non è proprio verde. Cammina in punta di piedi, saltella, si aggrappa alla mia spalla e ride. Lei ride sempre. Ed è bella per questo. I piedi al centro sono i miei. Converse sporche, lo so, mi sono interrata bene bene prima di quella foto. Come cammino io? In un modo un po' così, tra il titubante e il frettoloso. Mi dà fastidio essere guardata, così davanti al bar accelero senza guardarmi intorno. A volte cammino a testa bassa. A volte mi mangio le unghie. A volte sorrido. Se mi arrabbio dicono che inizio a camminare velocemente sculettando anche un po'. Con le scarpe col tacco cammino male. Devo allenarmi un po', ma non ne ho mai voglia.
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