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CAMMINARSI DENTRO (352): Ci prende in giro

Da Gabrielederitis @gabriele1948

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Domenica 12 febbraio 2012

Mentre apprendiamo la notizia della morte di Whitney Houston e seguiamo la rievocazione commossa della sua carriera di cantante, non possiamo fare a meno di pensare che la morte di Whitney sia stata prematura, che potesse vivere ancora, se solo fosse riuscita a vincere il demone che la spingeva verso le sostanze stupefacenti.

Questa mattina ho pensato subito a Claude Olievenstein: «Non esistono drogati felici». Noi, che forse apparteniamo alla schiera dei felici molti, non comprendiamo a fondo le ragioni degli infelici pochi. A noi sembra facile dire: ma non basta l’amore? 
Ci eravamo convinti del fatto che le mutazioni antropologiche intervenute negli ultimi decenni avessero ‘concesso’ alle donne la capacità – che è stata un risveglio, cioè la possibilità di esprimere gli strati profondi della sensibilità senza timori – di scegliere e di determinare il proprio destino…
Evidentemente, non è sempre così. Quando apriamo il nostro cuore, ci affidiamo interamente, mettiamo l’intera vita nelle mani dell’altro. L’amore è questo. E se è questo, perché meravigliarsi del fatto che spesso andiamo incontro a un destino che si rivela cosa diversa da quello che abbiamo cercato, voluto, chiesto?
Bisogna sempre ringraziare se la vita non ci prende in giro. Talvolta, però, è così. 


 


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