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Camminiamo insieme per avere più energia

Creato il 18 febbraio 2015 da Alessandro Ligas @TTecnologico

Intervista ad Alessio Calcagni ideatore di Smart Energy Floor

di Alessandro Ligas

la nostra Startup si propone di presentare al mercato e alla realtà dell’imprenditoria sarda un’aria fresca e ricca di idee innovative (Alessio Calcagni)

Camminiamo insieme per avere più energia
Un gruppo di giovani incontratisi all’università diventati poi amici hanno presentato un’idea che potrebbe rivoluzionare il futuro energetico, in modo totalmente pulito, di tutto il Mondo: una mattonella innovativa che converte l’energia cinetica dei passi in energia elettrica. Una mattonella che, attraverso l’utilizzo di materiale piezoelettrico, permette la realizzazione di un pavimento intelligente capace di generare energia elettrica se sottoposto a pressione.

Hanno presentato, con molto coraggio, per la prima volta la loro idea davanti all’ad della Saras, Massimo Moratti, ai vertici di Confindustria e al rettore dell’ateneo cagliaritano Giovanni Melis, proprio durante un seminario organizzato dall’Università di Cagliari in collaborazione con Confindustria Sardegna Meridionale dal titolo “Fare impresa nel comparto energia” il 9 Giugno del 2014.

Camminiamo insieme per avere più energia
Il progetto SEF nasce nel 2012, da una tesi di laurea specialistica che Alessio Calcagni ha avuto modo di fare presso il DEALAB, diretto dalla prof.ssa Annalisa Bonfiglio e “da quello che poi è stato uno dei miei mentori, Piero Cosseddu” – ci dice l’Ing. Calcagni – “qui, grazie a loro ma anche a tutti gli altri amici del lab, ho potuto conoscere l’universo dei materiali organici e tra questi dei piezoelettrici e delle loro fantastiche proprietà elettriche. Questi, se sottoposti a deformazione meccanica tipo una pressione (passi), generano una risposta che può essere trasformata in energia! Da questo punto parte tutta l’idea. Ma un’idea da sola non basta, bisognava condividerla con gli amici che negli anni dell’università hanno condiviso con me gioie e dolori. Ecco quindi che un’idea di un singolo diventa prima l’idea di 3 persone e poi di 10, migliorata e accresciuta in ogni sua parte”.

Il percorso dell’idea è soltanto all’inizio e dovrà ancora affrontare un cammino molto lungo e pieno di ostacoli e solo alla fine di questa strada si avrà la certezza che l’idea è realizzabile. L’ing. Calcagni ci dice “ci accingiamo ad affrontare ogni sfida che incontreremo nel cammino per veder la nostra idea concretizzarsi in un prodotto che presto vedremo anche in piazze, centri commerciali ed aeroporto”. Gli ingegneri hanno comunque già percorso un tratto di strada importante che li ha condotti fino a Stoccarda, al Green Innovation and Investment Forum” evento europeo dedicato al matching tra investitori e start up che si concentrano sull’innovazione legata all’ecosostenibilità, alle energie alternative, allo smart building e a tutti i settori legati a un migliore utilizzo delle risorse e alla salvaguardia dell’ambiente a cui parteciperanno i più importanti investitori europei, dove hanno potuto presentare la loro idea ad importanti investitori europei.

Abbiamo incontrato l’Ing. Alessio Calcagni che ci ha raccontato il progetto.

Chi siete?
Ci piace pensare prima di tutto di essere un gruppo di amici conosciuti durante gli anni universitari. Io e Simone ad esempio ci siamo conosciuti il primo anno nel corso di Ingegneria Elettronica.

Come è nata la vostra squadra e come è composta?
All’inizio eravamo solo io, Simone e Giorgio, tutti ingegneri elettronici. Con l’evolversi del progetto però è emerso come le nostre sole competenze fossero non sufficienti per sviluppare a pieno potenziale il progetto di Smart Energy Floor.

Ci serviva infatti un esperto in componenti meccaniche che potesse aiutarci in ciò, così abbiamo cercato Nicola Mereu, un ingegnere meccanico, anch’esso conosciuto durante i nostri anni universitari.Il sogno era trovare delle competenze in ambito chimico per migliorare anche il piezoelettrico quindi abbiamo cercato di contattare il prof, Alberto Mariani, prof. associato dell’Università di Sassari – Dipartimento di Chimica, e l’assegnista di ricerca dott.ssa Valeria Alzari con cui si vogliono fare gli studi per ottenere dei materiali energicamente più prestanti e che possano risultare più economici in una produzione in larga scala. Jacopo Deidda Gagliaro e Andrea Laddòmada sono i nostri business advisor che abbiamo conosciuto durante la nostra partecipazione a StartCup Sardegna. Coloro che si occupano di social Marketing invece sono Diana Yankova e Marco Sanna, Marco è un vecchio amico mentre Diana è una delle tante conoscenze acquisite durante l’esperienza Erasmus di Marco.

Come è nata la vostra idea?
L’idea nasce dal mio lavoro di tesi svolto presso il Laboratorio di dispositivi Elettronici Avanzati (DEALAB) dell’Università degli Studi di Cagliari, sotto la supervisione della Prof.ssa Annalisa Bonfiglio e del dott. Ing. Piero Cosseddu. In questo laboratorio ho infatti sviluppato un lavoro basato sulla realizzazione di sensori di pressione basati su transistor organici a modulazione di carica che impiegavano materiale piezoelettrico.

Ora, nel caso della tesi il piezoelettrico era l’elemento necessario che avrebbe consentito di realizzare un sensore capace di dare il senso del tatto ad un robot (e quindi realizzare una roboskin con piezoelettrici), mentre per Smart Energy Floor il piezoelettrico serve per rendere attivo un pavimento.

Come funziona?
Il principio di funzionamento è molto semplice. Tramite l’impiego di materiali piezoelettrici integrati nel pavimento è possibile convertire l’energia cinetica dei passi in energia elettrica. Più passi, e quindi persone, vengono fatti su Smart Energy Floor più energia si crea.

Come è andata al Green Innovation and Investment Forum” di Stoccarda?
È andata molto bene. Abbiamo avuto modo di entrare in contatto con startup veramente innovative che stanno presentando nel mercato prodotti destinati a cambiare la vita delle persone e il concetto di uso, conservazione e creazione di energia. Il primo giorno abbiamo avuto modo di parlare con esperti in ambito brevettuale, con venture capitalist e con esperti di business model.

Le startup erano suddivise nell’ early stage e advance Stage. Noi eravamo fra gli early stage. Abbiamo vinto una pitchbattle con una startup tedesca il primo giorno e il secondo abbiamo avuto modo di presentare sempre tramite elevator pitch l’idea.

Quali risultati avete ottenuto e quali sono i vostri prossimi passi?
Torniamo in Sardegna con una nuova esperienza che ci rende più consapevoli sul tragitto da percorrere, con nuovi contatti per sviluppare collaborazioni e con qualche dritta su come muoverci per trovare i fondi necessari.

I prossimi passi consistono nel migliorare il business model cercando di individuare il settore in cui si avrà maggiore probabilità di installare Smart EnergyFloor. Attualmente stiamo pensando a luoghi stand alone con un alto flusso di persone come Navi da Crociera.

In secondo luogo cercando i finanziamenti iniziali per accelerare la ricerca sui materiali in modo da migliorare le prestazioni del generatore e abbattere i costi dei piezoelettrici.

Siete stati tra i 30 finalisti dell’Edison Start, il concorso per le idee più innovative nell’ambito dell’energia, cosa avete portato in Germania di quella esperienza?
Ad Edison Start abbiamo avuto modo di allenarci con gli elevator pitch, su come stendere un business model e su come bisognasse porsi con i business angels e venture capitalist. Sicuramente Edison Start è stata una bella vetrina ma abbiamo partecipato anche ad altri eventi meno famosi ma che ci hanno formato come Profis presso Friuli Innovazione, StartCup Sardegna e tramite Sardegna Ricerche che attualmente stiamo seguendo un percorso di formazione dall’idea al business model.

Cosa cercate in un partner finanziario e che caratteristiche deve avere?
Dal partner finanziario oltre ad un finanziamento seed che oggi è stato stimato pari a 330.000,00 € in cambio di un inserimento tramite equity ci si aspetta di ottenere un partner che metta a disposizione il suo network per facilitare l’inserimento nel mercato del prodotto.

Qual è il vostro modello di business?
Il nostro modello di business, che è ha riscosso ampi consensi a Stoccarda, si basa su una strategia B2B e sulla realizzazione di un brevetto da cedere in licenza a tutte quelle aziende che operano nei diversi segmenti del mercato delle pavimentazioni che vogliono differenziare i loro prodotti. Tali aziende venderanno poi Smart Energy Floor agli Operatori Elettrici, come Edison ed Enel, e alle ESCo che potranno offrire il nostro prodotti ai clienti finali.

In cosa si differenzia dagli atri pavimenti che producono energia il vostro?
Il nostro prodotto è totalmente integrato in qualsiasi tipo di pavimento tradizionale, ceramico, parquet e quindi è invisibile: questo fa si che esteticamente il nostro cliente avrà il pavimento che più desidera con il valore aggiunto che gli genererà energia elettrica;

Altro punto di forza è che il SEF grazie alla sua struttura modulare sarà facile da installare e da gestire in caso di manutenzione: la struttura compatta di SEF di soli 3 cm di spessore lo rendono facilmente trasportabile e installabile in qualsiasi superficie.

Inoltre SEF è “Enviroment friendly” grazi a molte delle sue componenti interne totalmente riciclabili.

Da dove nasce il nome “Veranu”?
Veranu vuol dire Primavera in Sardo Barbaricino e come in questa stagione si osserva un risveglio della natura dal torpore e sonno invernale di tutte gli esseri viventi, così la nostra Startup si propone di presentare al mercato e alla realtà dell’imprenditoria sarda un’aria fresca e ricca di idee innovative come Smart Energy Floor.

Cosa vuol dire per voi innovare?
Per noi innovare significa cercare soluzioni partendo da un reale bisogno delle persone.

Quali sono le tre principali azioni che dovrebbero attuare le istituzioni per supportare lo sviluppo delle startup?
Oggi ci sono realtà come ad esempio Sardegna Ricerche che permette di formare i nuovi imprenditori ma troviamo grosse difficoltà per ottenere la strumentazione necessaria e i materiali per mandare avanti il progetto anche perché molti laboratori non sono dotati della strumentazione necessaria per questo tipo di ricerca.

Un altro problema sono i finanziamenti, difficili da reperire anche perché il nostro è un progetto industriale e che quindi ha un time to market superiore rispetto ad altre aziende che lavorano nel digitale.

In un “tweet” cosa consigliate a chi vuol fare impresa?
Di condividere la propria idea e di non isolarsi. Il confronto può solo migliorarla.

Vi ringrazio ed in bocca al lupo

È possibile seguire SEF su twitter #smartenergyfloor #sef oppure collegarsi al sito web


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