Dovremmo sempre intraprendere un cammino di conversione, non solo nel periodo quaresimale. Il fatto è che per una festa così importante come la Pasqua, dobbiamo preparare il nostro abito nuziale per non essere inaccettabili agli occhi di Dio. Vi ricordate la parabola degli invitati a nozze? Dio ha invitato tutti: aveva cominciato con gli eletti, ma loro avevano rifiutato l'invito, trovando scuse di ogni sorta; il Re si era quindi rivolto a tutti i derelitti della società, mendicanti, zoppi, insomma, tutti coloro che non avrebbero mai ricevuto un invito di tal genere. La sala si riempì di commensali, tuttavia qualcuno di questi non aveva curato il suo abito e non aveva indossato quello nuziale. La chiamata di Dio è gratuita, ma per la festa bisogna prepararsi a dovere. Non si può rimanere tali e quali come quando ci aveva invitato. L'impegno deve esserci.
Meditando su tale argomento, capiamo subito che possedere la pura intenzione di conquistare il paradiso non è da tutti. Eppure, la parabola degli invitati a nozze, voleva indurre a questa meditazione. Tanti, pur essendo invitati, non hanno una pura intenzione di servire Dio, anche se la loro risposta sembra essere sincera: si mescolano tante motivazioni, tra cui quella di piacere agli uomini, oppure un cambiare i propri atteggiamenti semplicemente per far tacere la coscienza.
I nostri apprendimenti, almeno alcuni, si basavano sul metodo del rinforzo, cioè del premio conseguente alla nostra buona azione. Il Paradiso è un po' da considerare il nostro rinforzo e l'Inferno il nostro deterrente.
Nonostante questo, ancora tra i cristiani si limitano a pensare a una vita di perfezione fine a se stessa e non per la vita eterna. Ciò è terribile, ancor più dell'ateismo!
Tanti santi, a cominciare da san Paolo e santa Teresina, sono riuscita a crescere talmente tanto spiritualmente, che non agivano più per la ricompensa in se, ma per puro amore, tanto che uno e l'altro desiderarono andare all'inferno per guadagnare anime a Dio! Questo sì che è puro amore!