L’alba nelle campagne di Santo Domingo
Oggi ho salutato Luca per augurargli nuove avventure con nuovi compagni di Cammino. Ho proseguito da solo con il mio ritmo da zoppo a causa delle tante vesciche che stanno martoriando il mio piede sinistro. Sono spuntate ovunque ed hanno ormai preso pieno possesso del quinto dito (mignolo per noi comuni mortali).
Le campagne subito fuori Santo Domingo de la Calzada
Ogni volta che poggio il piede per terra è come avere 4/5 morsi contemporaneamente, in tutti i punti d’appoggio del piede. Ho ormai imparato però che dopo i primi 20 minuti riesco ad ignorare il dolore ed andare al mio ritmo abituale, sorpassando la maggior parte degli altri pellegrini che mi precedono alla partenza.
Il Cammino in Castilla y Leon (mi trovo all’estremità in basso)
Lasciata Santo Domingo e la sua cattedrale mi sono ritrovato a Grañon, l’ultimo paese della piccola Rioja, d’ora in poi camminerò in Castilla y Leon, la regione che è la grande protagonista del Cammino di Santiago. A differenza di moltri colleghi camminanti non mi sono fermato in paese: non volevo perdere il ritmo ch’ero riuscito ad acquisire, inoltre se avessi arrestato la marcia alla ripresa i dolori sarebbero ripresi inesorabili. Meglio proseguire.
La scelta non poteva rivelarsi più azzeccata: ho stretto i denti così tanto che ho iniziato a camminare ad un ritmo da marciatore, tenendo una media di 5,5km/h, che con lo zaino da 8/9kg sulle spalle e la stanchezza degli oltre 200km già percorsi è quasi un record (la media sul Cammino è di circa 4km/h). Sono quindi arrivato a Belorado alle 12.30, molto stanco ed appena in tempo per evitare il gran caldo che da qualche giorno a ripreso a farsi sentire prepotentemente.
555 km a Santiago
Camminare fra le 13 e le 16 è veramente una tortura, lo dimostra anche la mia abbronzatura da muratore, tipica anche della gente sul Cammino.
L’intenzione era quella di fermarsi un paio d’ore nel bell’albergue all’ingresso del paese, ma dopo essermi fermato mi accorgo che il tendine tibiale sinistro (esiste il tendine tibiale? Credo di si, ma comunque ci siamo capiti) non ha retto il ritmo e si è infiammato.
Dopo una corposa spalmata di Voltaren e una birra da mezzo litro decido di fermarmi qui per oggi. Perchè il tendine è un po’ gonfio, ma anche perchè l’albergue oltre ad un bel bar/ristorante ha anche la piscina! E con questo caldo, in mezzo al nulla è come essere in un’oasi nel deserto. Si perchè Belorado ha 2.082 abitanti ed è uno dei paesi più grandi attraversati oggi. Tanto per capirci, il già citato Grañon di abitanti ne ha 293 secondo Wikipedia.
La bella vita dei pellegrini nell’albergue di Belorado
L’atmosfera qui in albergue è super rilassata, si beve sangria e birra a prezzi stracciati (il posto letto comprensivo dell’uso della piscina costa 5€) c’è chi prende il sole e chi ci prova con le ragazze. Sono italiani ovviamente e anche piuttosto tamarri. Oltre a loro ci sono americane (il target) inglesi, degli svedesi e… Luca. Lo ritrovo insieme a Tommy, il suo nuovo amico, un diciassettenne ligure italo/messicano che sta facendo il Cammino da solo nonostante sia minorenne.
La strada che porta a Belorado
Si dimostra simpatico e gentile ed esordisce prestandomi il costume da bagno. Posso così sfruttare la piscina in quello che è stato un pomeriggio di relax totale che fa molto poco pellegrino ma serviva tanto. Tommy e Luca hanno deciso di iniziare a camminare di notte per evitare il gran caldo in arrivo. Io sarei anche d’accordo con loro ma non penso che questo sia il momento giusto, camminare col buio è un’esperienza che vorrei provare nella Meseta ormai in arrivo, adesso è troppo presto. Mancano 45km a Burgos, città oltre la quale dovrebbe iniziare “il deserto” vero e proprio. Loro però ormai ci hanno preso gusto all’idea e nonostante oggi abbiano già percorso la loro tappa partono alle 22.30. Spero di ritrovarli presto. Vivi.
PASSI: 29.795 PASSI DALL’INIZIO: 361.526
KM: 21,7 KM DALL’INIZIO: 264,4