“Rifiutiamo fortemente le dinamiche impositive e proprietarie che hanno caratterizzato la genesi di un evento il quale, a dispetto della sua denominazione collettiva, nei fatti, è nato tenendo volutamente all’oscuro le associazioni lgbt del territorio campano, dalla sua ideazione e del suo lancio”
L’associazione sottolinea l’inesistenza di un vero e proprio momento di condivisione dell’evento, se non a decisioni prese, riconoscendo in tale comportamento un’evidente volontà di sopraffazione politica. Definisce, inoltre, irresponsabile la macchina del fango messa in moto per strumentalizzare la contrarietà avanzate da una pluralità di associazioni, perplessità che sarebbero state manipolate e trasformate in ‘prove’ di una presunta avversione alle istanze lgbtqi.
“Come cittadine lesbiche, la battaglia per i diritti civili ci appartiene e ci apparterrà sempre, ma l’eventuale scelta di chi vorrà scendere in piazza sarà individuale. Come organizzazione lesbica militante, infatti, scegliamo oggi di sottrarci alle logiche di prevaricazione volontariamente espresse, augurandoci che in futuro nell’organizzazione di eventi cittadini o regionali di tipo collettivo, tali logiche lascino il posto alla concertazione e al dialogo, anche quando esistono differenze”