Camper -

Creato il 19 luglio 2013 da Dede Leoncedis

Qualcuno me lo  ha imprudentemente ricordato proprio ieri ........


In principio era la tenda. canadese. mezza Europa ci siamo girati con la tenda, organizzati e perfettamente sincronizzati, Fabrizia col suo martello di gomma personale sapeva quale picchetto aveva il permesso di conficcare e in mezz’ora era tutto sistemato, brandine aperte sacchi a pelo a posto, tavolo e sedie pronti, minestra sul fornello acceso. Dopo l’arrivo di Elisa con corredo di box pannolini e passeggino abbiamo convenuto che la stagione tenda era definitivamente tramontata. Salto di qualità, era l’ora del camper. Un camper alla Galvagno, savàsandìììr E qui mi tocca fare una digressione: Noi siamo perfettamente consapevoli di essere persone serie ed equilibrate, e non ci siamo mai spiegati perchè certi amici definiscano tutto ciò che è squinternato e approssimativo “alla Galvagno”. Non capisco ma mi adeguo, come diceva quel tale. Andiamo avanti. Constatato che mai e poi mai ci saremmo potuti permettere l’acquisto di un vero camper, decidiamo che ce lo possiamo benissimo fare con le nostre mani. Troviamo un vecchio Peugeot J7 ad un prezzo conveniente, molto conveniente. Forse anche troppo conveniente, e la cosa avrebbe dovuto metterci una pulce nell’orecchio. Passiamo un inverno divertentissimo ad allestirlo con l’aiuto di un paio di amici volonterosi partendo proprio dai fogli di compensato, niente mobiletti prefatti. Abbiamo comprato fatto soltanto il lavandino, e solo perchè Franco non si fidava della mia idea di fare un buco e mettere il tubo di scarico a una bacinella di plastica. E qui mi tocca fare un’altra digressione: il prezzo del lavandino era più o meno pari a quello del furgone. Chiedo la fattura e la signora mi risponde con un sorriso sarcastico  che la fattura  loro sono autorizzati a farla SOLO agli architetti. Ho ringraziato la provvidenza per  non avermi lasciata iscrivere a  lettere e mi sono sadicamente goduta la sua faccia che virava lentamente sul verde.
Il primo anno il camper ce lo siamo tenuto del colore originario, grigio con leggera  tendenza al ruggine, ma l’anno successivo ci siamo regalati una vera riverniciatura da un vero carrozziere. Rosa e viola, diventati da allora i nostri colori sociali. Era un modello con le porte anteriori scorrevoli che si potevano lasciare aperte in viaggio,   con una sottilissima  catenella come unica protezione. Le  cinture di sicurezza all'epoca non sapevamo nemmeno cosa fossero. A ripensarci adesso mi vengono i sudori freddi. E aveva un fantastico portellone apribile sul retro, infatti era un modello molto usato in Francia dai venditori di patatine fritte. una volta su una strada in Bretagna due anziane signore si avvicinarono ordinando due caffè. glieli avrei offerti volentieri, ma quando si accorsero dell’equivoco se ne andarono di corsa con mille scuse. peccato, avevo già tirato fuori la moka. Il motore era all’interno, tra il guidatore e il viaggiatore, ed era protetto da una ingombrante armatura con maniglia. Parecchio rumoroso, era difficilissimo sostenere una conversazione e l’armatura raggiungeva in breve temperature molto elevate, cosa che però aveva anche i suoi vantaggi dal momento che  il bucato si asciugava in un niente. Dovevamo scegliere strade per lo più pianeggianti per una sua irritante  tendenza ad andare in ebollizione, che noi però contrastavamo abbastanza efficacemente con frequenti impacchi di acqua fredda e la rimozione della calandra del motore. Le bambine stavano dietro, nel grande lettone coloravano litigavano dormivano e mangiavano,  ma per lo più giocavano “al furgone che bolle”. Gran bei viaggi: Iugoslavia, Scozia, Cornovaglia, Francia in lungo e in largo, Olanda Germania Spagna e Portogallo. In Portogallo, appena di là dal confine, abbiamo fuso la testa del motore. Eravamo arrivati esattamente a metà del viaggio e  avevamo davanti a noi due alternative: tornare indietro oppure andare avanti. Abbiamo optato per la soluzione alla Galvagno e siamo andati qui


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