Un rapporto dell'OLAF, realizzato nel 2007 con un contenuto svelato, il 22 gennaio alla Commissione Europaea, solo in seguito ad un intervento del Mediatore europeo, ha rivelato l'esistenza di parecchie pratiche fraudolenti e innumerevoli irregolarità in quanto alla distribuzione degli aiuti per anni. "In seguito alle raccomandazioni formulate dall'OLAF. La Commissione europea ha preso parecchie misure che mirano a ridurre il rischio di sopraggiunta delle pratiche fraudolente", ha assicurato Georgieva in risposta alle domande scritte di parecchi eurodeputati sulla deviazione dall'Algeria ed dai miliziani del Polisario degli aiuti umanitari accordati alle popolazioni dei campi di Tindouf.
Tra le misure adottate dall'Esecutivo europeo, Georgieva ha citato il rafforzamento del controllo dell'Ufficio di aiuto umanitario della Commissione europea (ECHO) e dei suoi partner PAM, HCR, ONG internazionali, ed il miglioramento della trasparenza a tutti i livelli della catena logistica e della distribuzione. La strategia della Commissione messa in opera dopo l'audizione dell'OLAF in vista di ridurre le deviazioni si appoggia su parecchi elementi di cui una valutazione rigorosa dei bisogni delle popolazioni dei campi in settori specifici come la salute, l'acqua, l'igiene, la nutrizione e l'alimentazione.
Per limitare le pratiche fraudolente rivelate, Georgieva ha aggiunto che gli aiuti europei portano oramai sui prodotti alimentari che sono "meno soggetti alla deviazione" per il loro debole valore, il problema di ingombro che rappresentano in termine di stoccaggio e le difficoltà della loro conservazione, cioè prodotti velocemente deperibili. La Commissione ha tenuto anche ad intervenire nei "settori che hanno un potenziale di deviazione" come l'acqua, la riabilitazione dei centri di sanità, ed ad intensificare il controllo della catena logistica e di distribuzione attraverso una presenza regolare del personale di ECHO nei campi, ha sottolineato Georgieva. Dopo l'inchiesta dell'OLAF, la Commissione europea ha ridotto anche il livello dei finanziamenti assegnati ai campi di Tindouf, precisando che l'aiuto umanitario della Commissione era 10 milioni di euro annui dal 1993.
Il rapporto rivela che l'Algeria ed il Polisario procedono da anni alla deviazione organizzata e sistematica di una grande parte di aiuti umanitari internazionali destini alle popolazioni sequestrate nei campi di Tindouf. Il Rapporto indica che il porto algerino di Oran è strategico per gli organizzatori di queste deviazioni. È in seno a questa struttura portuaria algerina che si opera la scelta tra "ciò che deve arrivare e ciò che può essere deviato", constata l'OLAF che spiega nei termini più chiari che "il numero di fatti di deviazioni riportate, la similitudine delle testimonianze in quanto al nome delle persone avendo beneficiato delle infrazioni, le differenti mode operatorie utilizzate e la durata delle deviazioni non lasciano di dubbio sul fatto che le manovre fraudolenti organizzate si sono prodotti durante un lungo periodo".
"Una delle ragioni che hanno reso queste deviazioni possibili è la sopravvalutazione del numero dei profughi e dunque degli aiuti forniti", spiega l'OLAF nel suo rapporto. L'UE sostiene finanziariamente i campi di Tindouf dal 1975, sulla base di una popolazione valutata dalle autorità algerine a 155.000 persone. "Né l'Algeria né il Fronte Polisario hanno accettato un censimento delle popolazioni dei campi sia organizzato", sottolinea l'OLAF. L'intervento del ha riportato nel 2005 il numero dei profughi a 90.000. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiede e raccomanda, da diversi anni, tramite tantissime risoluzioni un censimento serio della popolazione nei campi, però Algeri rifiuta ogni tentativo di scoprire la vera realtà dei campi e di chi ci abita.
Da apportare che i governi del mondo compresso quello italiano sconsigliano assolutamente ogni viaggi nel sud algerino e nei campi di Tindouf per motivi dell'insicurezza e del terrorismo, in questa zona sono state rapite due italiane dai terroristi locali.