Campi elettromagnetici e salute. La pandemia del terzo millennio

Creato il 14 novembre 2012 da Informasalus @informasalus


Campi elettromagnetici

Inizio quest’articolo raccontando un episodio realmente accaduto. Circa tre anni fa mi trovavo a un convegno scientifico e l’argomento trattato era la Multiple Chemical Sensitive (MCS), sull’invito c’era scritto a chiare lettere di non usare profumi e di tenere il cellulare spento all’interno della sala conferenze.
Spensi il cellulare e sedetti in prima fila, a circa un’ora dall’inizio dei lavori, dalla parte opposta della sala, rispetto alla mia posizione, una signora dai modi garbati chiese di spegnere il cellulare a chi l’avesse lasciato in funzione. Istintivamente chiesi all’amico seduto vicino a me se avesse lasciato acceso il cellulare e per tutta risposta mi disse che era silenziato…!  Lo invitai a spegnere immediatamente. Di là dell’episodio comico e singolare, rimasi colpito dalla sicurezza con cui la signora chiese di spegnere l’apparecchio, con buona pace di chi invoca patologie psicosomatiche non causate dall’influenza dei campi elettromagnetici.
E’ da allora che mi interesso con più attenzione degli Elettromagnetic Field (EMF) e dei danni che provocano. Nell’ambito della fisica quantistica, agli inizi degli anni ottanta un gruppo di scienziati austriaci s’interessò ai biofotoni, a guidare questo gruppo era il dottor F.A.Popp, che con le sue ricerche affermava che il DNA emetteva biofotoni nel momento in cui la  doppia elica si srotola e arrotola, a essere pignoli, il picco maggiore d’emissione della radiazione elettromagnetica si ha nel momento in cui si srotola.
Popp ci fa vedere il DNA, i nostri geni, da un altro punto di vista e non più come un set di “caratteri tipografici” preordinato e fisso per l’assemblaggio delle proteine, ma come un qualcosa che sovraintende a tutti i processi cellulari attraverso la via elettromagnetica. Studi successivi hanno convalidato quanto affermato da Popp,  infatti, dimostrano che esiste una precisa frequenza di risonanza per ognuno degli elementi essenziali per la cellula: calcio, magnesio, sodio, potassio solo per citare i più conosciuti. Le frequenze alle quali ci si riferiva ricadono nell’intervallo tra 10 e 100 Hz. Oggi sappiamo che queste forze fanno si che avvengano le modificazioni delle proteine e di conseguenza la variazione della configurazione spaziale del DNA.
Quando siamo esposti ai campi elettromagnetici degli elettrodotti, antenne, cellulari... si alterano le frequenze di oscillazione dei nostri elementi con conseguente disfunzione delle “pompe ioniche” che sono i sistemi che badano a concentrare i vari elementi nei posti opportuni per un corretto funzionamento delle cellule, dei tessuti e quindi dell’organismo (il sodio, per esempio, deve essere concentrato con un meccanismo attivo all’interno della cellula, il potassio all’esterno).
Oggi si pensa che gli aminoacidi coinvolti nella sintesi delle proteine abbiano capacità di risonanza con i domini di frequenza, di conseguenza anche le proteine hanno un proprio assetto elettromagnetico. La neuroscenziata Candace Pert, ha dimostrato come i neuropeptidi, che sono grosse molecole proteiche, col compito di mettere in comunicazione tra loro le cellule nervose, abbiano capacità di “antenna“ e fanno si che il sistema nervoso, endocrino e immunitario siano un tutt’uno funzionale.  Questi tre sistemi formano un’unica grande rete intelligente chiamata “ network psicosomatico” fondamentale per l’omeostasi dell’intero organismo.
Ciò premesso, si conferma che esistono sistemi di comunicazione tra cellule non solo a livello biochimico ma anche elettromagnetico: Sistema Bioconduttivo Connessionale (BCS) che può facilmente essere alterato dai campi  elettromagnetici. Il DNA è parte di “circuiti oscillanti cellulari” capaci di vibrare elettricamente sotto lo stimolo di onde elettromagnetiche, conferisce agli esseri viventi proprietà di generatori di oscillazioni elettromagnetiche, quindi possiamo vedere l’uomo come un campo energetico dinamico e interattivo.
Siamo portati a modificare la concezione meccanico- chimica, che la medicina ha dell’uomo, in una concezione futuribile: l’uomo elettromagnetico, forse un nuovo paradigma. Quest’uomo elettromagnetico si è appena affacciato all’orizzonte e lo vediamo immerso nell’elettrosmog che gli sta creando disfunzioni, infatti è  crescente nella comunità scientifica la preoccupazione per i danni alla salute causati dai cosidetti Elettromagnetic Field (EMF). L’Organizzazione Mondiale per la Sanità la descrive come Idiopatic Environmental Intolerance, ma è solo una definizione senza criteri di classificazione e diagnosi ed è curioso che molti sintomi sono comuni ad altre patologie quali:
1) Multiple Chemical Sensitive  (MCS) persone che si ammalano anche se esposte a basse concentrazioni di sostanze chimiche.
2) Sick Building - Syndrome  (SBS)
3) Cronic Fatigue Syndrome (CFS)  
Secondo uno studio tedesco s’ipotizza che l’esposizione a telefoni cellulari e /o cordless ha causato problemi di salute ad una buona percentuale di popolazione,  altri studi sempre recenti effettuati in territorio europeo prevedono che entro il 2017 il cinquanta percento della popolazione  potrebbe divenire sensibile (Hallberg 2006). Sono stati eseguiti studi importanti che ci danno il quadro reale della situazione, compresi quelli in palese conflitto d’interesse, ma senza polemizzare piace ricordare il lavoro che, secondo me, rimarrà una pietra angolare, quello dell’oncologo scandinavo Hardell, che consiglio come lettura a chi volesse approfondire le proprie conoscenze e verificare se il nostro fosse allarmismo gratuito.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito i cellulari, ma il riferimento è anche ai campi elettromagnetici, nel Gruppo 2B che significa un possibile rischio cancerogeno. La IARC lo dice per il tramite del coordinatore dei trentuno scienziati di paesi diversi che hanno preso parte ai lavori: "Le prove che si vanno accumulando sono ormai sufficienti a motivare l’inclusione delle radiofrequenze elettromagnetiche tra gli agenti classificati come 2B, cioè appunto come possibili cancerogeni”. Una riflessione finale, non sottovaluterei la tesi di Serge Latouche, economista e filosofo francese che parla di decrescita intelligente, anche in Italia, qualcuno comincia a proporre questo modello, era ora!
Dott. Maurizio Proietti
Ricercatore dell’International Society of Doctors for the Environment (ISDE)
Responsabile del settore prevenzione della scuola di formazione di medicina generale (SAMG)
Dott. Rita Martani
Psicoterapeuta Psicosomatista, Collaboratore Scientifico in Neuropsicologia Policlinico Umberto I, Roma


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