Alla realizzazione dei primi negozi, inaugurati tra il 2009 e il 2011,fanno ora seguito l'’apertura di nuovi punti vendita in Italia. Per i primi negozi si era pensato ad un’immagine architettonica unica, riconoscibile, fortemente aderente alle condizioni dello spazio da trasformare: condizioni lette e messe all’evidenza da un disegno capace non solo di rivelarle, ma anche di risaltarne l’essenziale natura, materica o strutturale. Adesso, invece, la richiesta è di spazi flessibili e potenzialmente mutevoli: l’idea è di realizzare negozi facilmente adattabili ai necessari cambiamenti e quindi installabili in tempi brevi. L'obiettivo non è di disegnare un rigido “format” ripetibile nelle diverse condizioni, ma di definire una modalità di allestimento fondata su due livelli separati di intervento. Il primo livello della progettazione riguarda l'involucro esistente dei locali, mentre il secondo definisce gli "elementi di arredo"per il funzionamento del negozio. L'intervento sull'involucro prevede, se possibile, la “pulizia profonda” delle superfici esistenti, nel tentativo di riportare alla luce muri antichi, pavimenti originali o altri elementi storici (sono questi i casi di Brescia e Verona). Un'altra strategia ha l’obiettivo di trasformare l'involucro interno in un ambiente neutro e monocromatico che mantiene a vista tutti gli elementi "trovati", come semplici pignatte di solaio rotte, rattoppi casuali di murature o condutture di scarico a vista, come nello Store di Padova. Quando non vi sono le condizioni per valorizzare elementi pre-esistenti, si procede con la realizzazione di una “scatola-contenitore”completamente nuova, che si sovrappone al pavimento e alle pareti. L'inserimento di questa nuova scatola all'interno degli ambienti esistenti diviene lo sfondo sul quale si appoggiano le strutture espositive e contenitive del negozio (è questo il caso di Bergamo). Il secondo livello prevede la progettazione degli elementi espositivi: cassa, camerini e altri accessori necessari al funzionamento del negozio - attraverso l'uso di pochi materiali base, quali: il truciolare, il ferro cerato, lo specchio e il plexiglass. Il processo di mescolamento dei diversi materiali permette la costruzione di un’immagine che, pur variando ogni volta, riesce a mantenere una sequenzialità e una coerenza figurativa riconoscibile e personalizzata. Il recupero dell'involucro dona allo spazio un carattere di stabilità e durevolezza, mentre gli elementi più leggeri e temporanei dei mobili esaltano il prodotto, contribuendo alla valorizzazione del carattere architettonico degli spazi. C&P Architetti Luca Cuzzolin + Elena Pedrina
Piazza A. Rizzo, 4
30027, San Donà di Piave, Venezia, ITALIA