Canada. Giorno tre. Sbuffi di balena e ancora conifere

Creato il 19 agosto 2013 da Unarosaverde

Ore18.00 locali. Da un punto imprecisato del Parco dei Laurentidi. Sara’ pubblicato da Quebec City.

Sto tornando a Quebec City dopo una giornata lunghissima nella quale le distanze da percorrere tra un luogo e l’altro, complice la voglia di esplorare, mi hanno tratto in inganno. La strada e’ lunga e le foreste si susseguono, interrotte solo da rari agglomerati urbani, accomodati sulle rive di uno dei tanti laghetti o su un pianoro con panorama mozzafiato sul fiordo, composti da pochi chalet ordinati, dipinti di fresco e circondati da aiuole.

La giornata e’ iniziata prestissimo, all’alba delle tre perche’ il fuso serale l’ho assimilato ma quello mattutino proprio no. Dopo un paio d’ore di attesa sotto le lenzuola, la mia compagna di viaggio ed io decidiamo che e’ ora di fare colazione. La padrona della gite alternativa ci ha lasciato l’uso della cucina e qualcosa di pronto. Per fortuna, una delle due – non io – sapeva come preparare un caffe’ americano nel quale e’ stata minimizzata l’acqua a favore della polvere per renderlo piu’ gradevole. Croissant, banana, succo di frutta, cucchiaino di sciroppo d’acero e un po’ di pane per un tramezzino lungo la strada, si punta a Les Bergeronnes e, a bordo di uno zodiac, andiamo a inzupparci di acqua salata del fiume alla caccia delle balene. Bottino: quattro di quattro specie diverse e un branco di foche. La balena si individua dallo sbuffo d’acqua o dalla pinna che scompare fluttuando sotto le onde. Il dorso lucente e scuro si inarca flessuoso, mentre sopra volano i gabbiani in cerca di cibo. La balena si muove rapida: basta un’”eccola la’!”, tu ti giri per vedere e lei e’ gia’ sparita.

Riscaldate le estremita’ e cambiati i calzini si parte in direzione Lac Saint-Jean, lungo la costa settentrionale del fiordo, meno battuta. La natura regna sovrana. Quello che non si vede dalla strada resta nell’immaginazione di trekking, uscite in kayak, sciate invernali e estati a riposare sui laghi. La meta finale, tra pascoli e coltivazioni sui quali svettano i silos delle fattorie, e ‘ lontanissima e alla fine solo intravista: la strada per Quebec City, attraversando la regione in mezzo ad altre foreste, e’ ancora lunga.

Osservazioni del giorno. Nonostante i litri e litri di riserve idriche e’ impossibile trovare acqua potabile che non abbia lo stesso sapore di quella in cui nuoto in piscina. Ci sono birrifici artigianali quasi ovunque. Educazione e silenzio mi convinco siano proprio tipici dei canadesi. Le foche grigie hanno gli stessi baffi del cane della mia compagna di viaggio: c’e’ stato un momento di commozione ma le lacrime sono state spazzate via dagli imperiosi e gelidi spruzzi che il gommone creava solcando le onde. Come ricevere catini di acqua ghiacciata in faccia. Trasporti pubblici impeccabili ma cari. In realta’ tutto costa abbastanza caro, come in Italia. Spero che siano messi meglio di noi quanto a potere di acquisto. Qui la gente fa sport. Tanto.


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