Canal+ France trasmetterà un duro reportage sugli errori di re Juan Carlos e la crisi della Monarchia

Da Rottasudovest
Il 18 novembre Canal+ France manderà in onda un reportage su re Juan Carlos e sulla crisi della monarchia spagnola. E a giudicare dalle anticipazioni che riporta oggi El Mundo, in un articolo firmato dal corrispondente da Parigi Juan Manuel Bellver, è un reportage demoledor. Si intitola Juan Carlos, il tramonto di un re, dura 52 minuti e spiega come negli ultimi anni la monarchia spagnola sia stata indebolita dai numerosi scandali che hanno coinvolto alcuni dei suoi membri, a cominciare dal Re. Il ritratto della Famiglia spiega le ragioni dell'indebolimento della sua immagine: "Un Re capace di attraversare il mondo per andare a uccidere elefanti in safari carissimi, una regina umiliata da anni dalle infedeltà del marito, un genero che avrebbe captato milioni di euro e rischia adesso 10 anni di carcere…". Caroline du Saint e Ibar Aïbar, i due autori del reportage, promettono di raccontare "la caduta di una famiglia che si credeva invulnerabile".  Re Juan Carlos è il successore di un dittatore di destra ed è salito al trono perché "i baroni del franchismo accettarono il cambio di regime a causa della pressione internazionale e della strada". Sistemata la Transizione, il documentario guarda al ruolo di re Juan Carlos nel tentato colpo di Stato del 23 febbraio 1981, chiedendosi se fu così eroico come hanno raccontato i media, dato che, "la Corona fece un patto con la stampa, per costruire l'immagine del Re come salvatore della patria e fare di lui un uomo quasi perfetto". Un'immagine ideale del Re che agli spagnoli viene inculcata si dalle scuole dell'obbligo, con attività come Cos'è un Re per te, un concorso "basato nel culto della personalità e sostenuto da 38 anni dal Ministero dell'Istruzione". In realtà, spiega il documentario, secondo le anticipazioni di El Mundo, "sovrano modesto, famiglia unita, Re salvatore del suo Paese sono propaganda di Stato presente nel menù delle scuole. Una storia ufficiale digerita da varie generazioni e che nessuno finora aveva messo in dubbio, fino al safari del Botswana". E qui mi permetto di dissentire: a scatenare i dubbi sulla Famiglia Reale e sulla Monarchia non è stato il safari nel Botswana, che è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma il matrimonio del Principe Felipe con Letizia Ortiz Rocasolano, giudicata inadeguata per il suo passato e per la sua personalità poco affine alla monarchia. E' stato questo matrimonio a suscitare il desencanto, dimostrando che i figli dei sovrani avevano fatto tutti matrimoni inadeguati. Quando poi, con il safari in Africa, è stato chiaro che anche il Re, persino il Re, non era interessato alle drammatiche condizioni di vita degli spagnoli, allora si è scatenata la rabbia. Canal+ sostiene che è stato l'incidente nel Botswana a rompere il patto del silenzio tra Monarchia e Media (ma non è vero, il patto del silenzio si è rotto prima, con il matrimonio di Felipe e Letizia, con il divorzio di Elena e Jaime, con i problemi giudiziari di Iñaki Urdangarin, nelle decine di trasmissioni televisive e radiofoniche che hanno espresso commenti anche sarcastici e nei numerosissimi siti web che da anni attaccano la Monarchia). "La stampa ha iniziato a rivelare segreti come quello di Corinna zu Sayn Wittgenstein, la misteriosa amica del re che è forse una delle sue amanti: una principessa tedesca che lavora nella comunicazione e non è mai troppo lontana dal Re in feste e viaggi ufficiali". Corinna ha vissuto "in una villa del Monte del Pardo, a spese dello Stato". Il documentario parla anche dei possibili figli illegittimi di Re Juan Carlos e intervista Alberto Sola, il primo dei due presunti figli illegittimi, che racconta come la sua richiesta di riconoscimento si sia scontrata contro l'inviolabilità garantita al sovrano dalla Costituzione. Sotto esame anche i conti non troppo trasparenti della Casa Reale: l'appannaggio del Re, e da lui distribuito ai suoi familiari secondo il suo criterio, è di 8,26 milioni di euro, contro i 39 milioni della Casa Reale Britannica; di qui il reportage francese dubita della possibilità della Zarzuela di sopravvivere con una cifra così bassa e riporta la teoria del deputato della Sinistra Repubblicana Catalana Joan Tardà, secondo la quale la Monarchia costa in realtà intorno ai 100 milioni di euro. Dopo aver spiegato gli scandali in cui è coinvolto Iñaki Urdangarin e aver ipotizzato una possibile complicità con Corinna zu Sayn Wittgenstein, viste le email che si sono scambiati, il reportage francese conclude che "in strada sono sempre di più quelli che manifestano contro la Monarchia. La Spagna ha scoperto la bandiera repubblicana e sono i giovani, la generazione della crisi, quelli che promuovono il cambio". "Per loro Juan Carlos non è più il padre della nazione, ma il padrino di una Monarchia mafiosa. Oggi, oltre la metà degli spagnoli reclama una nuova Costituzione senza Re".
L'ultimo dato suona del tutto nuovo e bisognerà aspettare il 18 novembre per scoprire la fonte utilizzata. I partiti repubblicani non hanno mai ottenuto voti tali da poter entrare in Parlamento, l'unico che lo ha fatto è, per ragioni nazionalistiche, è ERC (Sinistra Repubblicana Catalana); nelle manifestazioni repubblicane non si superano mai le poche migliaia di partecipanti. E' questa una delle contraddizioni della Spagna, che non ama la Monarchia, ma neanche fa niente per diventare repubblicana.

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