Non so se siano più penosi i bizantinismi usati dal ministro Cancellieri per difendersi dall’indifendibile scivolone del caso Ligresti o quelli di vari editorialisti in orgasmo di condizionali e leccaculismi per sostenere infine la stessa tesi del rigido fondo “modello Sallusti”: dimissioni.
La politica appiattita orrendamente sulle larghe intese ha fatto scudo: scontato. Il parallelo con la telefonata allo zio di Ruby, sostenuto per mero opportunismo dai tanti Brunetti del Pdl, era altrettanto scritto. La vera partita del Male, in questo caso, si gioca tra chi viene colto con le mani nella marmellata e dice che l’avrebbe fatto per chiunque (lo stupratore negro del Kentucky è pronto a confermare) e un giornalismo che, anziché massacrare una tesi risibile, aggira la questione vera prendendosela con i comici Brunetti. Ma, di fatto, schiacciando l’occhiolino tutto italiano all’aiutino di “famiglia” e alla raccomandazione. Che va sempre bene, perché no.