La ricerca è tutta italiana da un team di studiosi della Città della Salute di Torino.Dallo studio condotto si evince che il cancro alla prostata non si previene con un determinato regime limentare, soprattutto con sostanze presenti proprio in alcuni integratori alimentari come ilselenio, tè verde e licopene, considerati da sempre elisir contro i tumori.
Personalmente temevamo che non saremmo riusciti a dimostrare l’efficacia di queste sostanze a causa della durata relativamente breve del trattamento. Mai ci saremmo aspettati constatare un effetto opposto a quanto avevamo sperato. Nel tentativo di capire le ragioni di un tale risultato paradossale abbiamo condotto delle analisi genetiche sui microRna di questi tumori nei laboratori di Genomica dei tumori della Fondazione Edo Tempia. I soggetti che avevano assunto questi antiossidanti in elevate quantità, contrariamente a quelli trattati con solo placebo, mostravano dei geni anomali simili a quelli che si rinvengono nei tumori della prostata, a dimostrazione che l’aumentato numero di tumori non è dovuto al caso, ma è l’effetto di modificazioni geniche probabilmente indotte dagli antiossidanti. L’alimentazione, e con essa gli antiossidanti, restano elementi di fondamentale importanza nella prevenzione dei tumori, oltre che un possibile ausilio nella loro cura. Questo studio ci mette però in guardia sul fatto che una sostanza con potere antiossidante in elevate quantità o in concentrato non è necessariamente benefica”, ha rivelato Paolo Gontero, coordinatore dello studio.