Il messaggio la raggiunge all’uscita di scuola, il sabato della settimana scorsa.
“Ti vorrei parlare di una cosa…” – dice Alighiero, laconico. E la ‘povna inizia (correttamente) a immaginare.
“Dimmi” – gli risponde infatti, disponibile – “oppure” – (previdente) – “se vuoi ti chiamo quando arrivo”.
“No, no, ti posso anticipare subito” – replica lui, immediatamente – “mi piacerebbe molto che ti candidassi, come indipendente nella nostra lista, alle elezioni comunali della piccola città”.
La ‘povna non si sbagliava, dunque. Ma l’impatto è comunque tosto. E deve decidere che fare. C’è da dire che non è la prima volta. La richiesta di partecipare le era già giunta nel 2008 (da un altro partito del centro-sinistra), ma la ‘povna, dopo molto tentennamenti, aveva deciso – per una serie di ottime ragioni che vedono ormai scaduto il loro tempo – di essere cortese, ma no grazie. E declinare.
Questa volta però è diverso. Perché il progetto di Sel, già da parecchio, la convince. Perché nelle piccola città c’è un grande gruppo dirigente. E perché un’offerta del genere (“come esponente di spicco delle associazioni civiche, attive in città da lungo tempo” – un po’, si parva licet, alla Laura Boldrini de’ noantri) rispetta la sua indipendenza problematica come raramente le è capitato di incontrare.
“Di istinto ti direi ‘sì, volentieri’” – tippetta allora placida la ‘povna – “ma incontriamoci, e parliamone. Ho bisogno di capire di pensare”.
Questo, succedeva oramai dieci giorni fa; durante i quali la ‘povna ha letto i documenti comunali, ha riflettuto, ha telefonato a Mr. Mifflin. Poi ne ha parlato con Viola e Papà Razzo, con l’Anziana di Ginevra, gli Amici Vicini, la Scurza. Ne ha parlato con gli amici del nord, tutti quanti, durante un sabato rubato ai treni folli. Quindi, ovviamente, ne ha parlato ad Alighiero.
E alla fine, semplicemente, ha detto “sì”, e sciolto la riserva. Così, alle prossime amministrative, a fine maggio, ci arriverà, per la prima volta nella sua esistenza militante, come elettore anche passivo.
“Hai fatto bene!” – le dicono, a scuola, Mafalda, Esagono, l’Ingegnera Tosta e DaddyLongLegs.
“Brava, prof., vorrei votarla” – commentano Corto Maltese, la Testarda e la Timida.
“Se solo tu insegnassi nella piccola città…” – nota Alighiero, pratico.
La ‘povna incassa tutto, e poi ci beve sopra una birretta. Nelle prossime settimane, la campagna elettorale si affiancherà alle altre attività che già si affollano (e la ‘povna mette in conto la rinuncia al sonno). D’altra parte, pare che maggio sia così: semplicemente pazzo. Altrimenti, è cosa nota, non le piace.
ps. la ‘povna, per ovvi motivi, altre indicazioni preferisce non lasciarle. Ma se qualcuno volesse sapere chi, e dove, in maniera più diretta, è possibile mandarle un privatissimo messaggio. E il candidato ‘povna risponderà, con dovizia di dettagli, direttamente lì.