foto Silvia Sigali Parasecolo
Esercitazione interregionale delle Unità Cinofile da Ricerca ai Prati di Stroncone - Seguire le tacce, selezionare gli odori e scovare i figuranti in attesa, per sapere di aver raggiunto l’obiettivo. Segnalare poi il tutto, al suo istruttore. Questo e molto altro deve saper fare un cane da soccorso del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS). Il cane da ricerca è innanzitutto un compagno di vita e una presenza disciplinata, obbediente e coraggiosa ed un amico affidabile. Cane e conduttore lavorano insieme per diventare un’unità indissolubile: l’unità cinofila. Lui arriva dove l’intervento umano può essere difficoltoso (una fitta boscaglia, una valanga o peggio ancora una zona di macerie). In questo caso il cane diventa l’alter ego dell’uomo seguendo comandi dati a distanza, spesso solo a gesti: qualsiasi operazione di soccorso necessita di un’ottima comunicazione tra il conduttore e il suo cane, realizzata con molte ore di addestramento. Una decina, con altrettanti istruttori del corpo, quelli che si sono ritrovati a Prati di Stroncone, per un’esercitazione interzonale. Una giornata di lavoro con simulazioni operative di impiego cani da ricerca in superficie, cani molecolari e di un cane da soccorso per la ricerca di persone travolte da macerie.
Kamilla e Lisa, le cosiddette classe A, hanno aperto i giochi compiendo il ritrovamento del figurante in modo ottimale. E’ stata poi la volta di Piero che con grande agilità ha portato a termine i suoi esercizi e a ruota lo ha seguito Ugo anche lui Tolling Retriver che con allegria e diligenza svolge alla perfezione i suoi compiti. Emma e Charlie, i cani delle unità cinofile da ricerca di superficie (UCRS) dell’Umbria, dopo un primo ritrovamento senza traccia, hanno eseguito con dovizia altri esercizi di ricerca cercando di intercettare la fonte dell’emanazione (cono di odore) che si propaga intensa all’origine e rarefatta lontano dalla fonte. Il lavoro di questi cani può sembrare complesso ai profani come me, in realtà, se il cane è motivato, risulta alquanto semplice perché sfrutta il suo senso più sviluppato.
Flap per esempio è un cane da maceria ed i suoi esercizi sono mirati alla ricerca di persone disperse nel corso di frane, terremoti, alluvioni o crolli. La sua agilità è chiara ed evidente. Le sue sono, oltre che prove di obbedienza e fiuto, delle prove di passaggio e superamento ostacoli. PierGiorgio è un Bloudhound ed è l’ultimo a muoversi, forse per il suo faccione un po’ sornione. In realtà la sua agilità sorprende quando lo si vede in azione. Questi cani sono dotati di un olfatto sensibilissimo: memorizzano infatti molecole di odore quasi inesistenti e riescono a seguire queste minime tracce anche dopo giorni. L’obiettivo per lui è seguire una complessa traccia lasciata dal figurante e raggiungerlo senza concedersi distrazioni. Esercizio eseguito lla perfezione naturalmente, riuscendo in tal modo a mostrare come questi animali possano essere addestrati per seguire le tracce olfattive di una persona dispersa anche per diversi giorni, in situazioni estreme dovute a valanghe, boschi, luoghi affollati, al chiuso o all’aperto e come sia fondamentale l’intesa tra il soccorritore e il suo cane.
L’addestramento specifico del cane da ricerca inizia dopo un corso di educazione base e si protrae in maniera continuativa per tutto il periodo di tempo in cui il cane è in servizio attivo. La Scuola Nazionale, inoltre, garantisce la preparazione tecnica ed operativa di ogni realtà locale, dettandone linee guida coerenti con i miglior standards mondiali. Si tratta di cani affidabili, dunque, dal punto di vista dell’obbedienza e che hanno con il conduttore un rapporto consolidato basato sulla buona comunicazione. In più, il cane che inizia l’addestramento per la ricerca ha dimostrato di possedere doti di fiuto, curiosità e interesse per il lavoro specifico.
L’Unità Cinofila da Ricerca del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è affiatata, solidale, inscindibile e sinergica insieme, rappresentata dal Cane con il proprio Conduttore.
Silvia Sigali Parasecolo
Addetta stampa SASU
- foto Silvia Sigali Parasecolo
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- foto Paolo Panini
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